Circuito ATP ATP, Copertina

ATP 250 Anversa, Stoccolma e ATP 500 Tokyo: I risultati con il dettaglio delle Qualificazioni. In campo Giulio Zeppieri ad Anversa (LIVE)

15/10/2023 08:06 17 commenti
Giulio Zeppieri nella foto
Giulio Zeppieri nella foto

BEL ATP 250 Antwerp (Belgio) – 1° Turno Qualificazione, cemento (al coperto)



Center Court – Ora italiana: 12:00 (ora locale: 12:00 pm)
1. Kimmer Coppejans BEL vs [7] Antoine Escoffier FRA
Il match deve ancora iniziare

2. Zizou Bergs BEL vs [8] Titouan Droguet FRA

ATP Antwerp
Zizou Bergs
5
7
2
Titouan Droguet [8]
7
6
6
Vincitore: Droguet

3. [2] Hamad Medjedovic SRB vs [WC] Alexander Blockx BEL

ATP Antwerp
Hamad Medjedovic [2]
6
2
Alexander Blockx
7
6
Vincitore: Blockx

4. [WC] Gilles Arnaud Bailly BEL vs [6] Pablo Llamas Ruiz ESP

ATP Antwerp
Gilles Arnaud Bailly
7
5
7
Pablo Llamas Ruiz [6]
6
7
6
Vincitore: Bailly






Court 1 – Ora italiana: 12:00 (ora locale: 12:00 pm)
1. [4] Maximilian Marterer GER vs Gijs Brouwer NED

ATP Antwerp
Maximilian Marterer [4]
6
6
Gijs Brouwer
1
4
Vincitore: Marterer

2. [3] Maxime Cressy USA vs Gauthier Onclin BEL (non prima ore: 13:30)

ATP Antwerp
Maxime Cressy [3]
2
6
6
Gauthier Onclin
6
1
7
Vincitore: Onclin

3. [1] Benjamin Bonzi FRA vs Oscar Otte GER

ATP Antwerp
Benjamin Bonzi [1]
6
6
Oscar Otte
1
2
Vincitore: Bonzi

4. [Alt] Hugo Grenier FRA vs [5] Giulio Zeppieri ITA

ATP Antwerp
Hugo Grenier
3
4
Giulio Zeppieri [5]
6
6
Vincitore: Zeppieri












SWE ATP 250 Stoccolma (Svezia) – TD Qualificazione, cemento (al coperto)



Centre Court – Ora italiana: 11:00 (ora locale: 11:00 am)
1. [1] Tomas Machac CZE vs Dino Prizmic CRO
ATP Stockholm
Tomas Machac [1]
6
7
3
Dino Prizmic
7
6
6
Vincitore: Prizmic

2. [3] Liam Broady GBR vs Filip Misolic AUT

ATP Stockholm
Liam Broady [3]
3
3
Filip Misolic
6
6
Vincitore: Misolic

3. [2] Pavel Kotov vs [5] Otto Virtanen FIN

ATP Stockholm
Pavel Kotov [2]
6
6
Otto Virtanen [5]
4
4
Vincitore: Kotov






Court 1 – Ora italiana: 14:00 (ora locale: 2:00 pm)
1. [4] Radu Albot MDA vs [Alt] Benjamin Hassan LIB

ATP Stockholm
Radu Albot [4]
6
4
3
Benjamin Hassan
3
6
6
Vincitore: Hassan











JPN ATP 500 Tokyo (Giappone) – TD Qualificazione, cemento



COLOSSEUM – Ora italiana: 04:00 (ora locale: 11:00 am)
1. [1] Rinky Hijikata AUS vs [5] Cristian Garin CHI
ATP Tokyo
Rinky Hijikata [1]
7
3
2
Cristian Garin [5]
5
6
6
Vincitore: Garin

2. [2] Marcos Giron USA vs Yasutaka Uchiyama JPN

ATP Tokyo
Marcos Giron [2]
6
6
Yasutaka Uchiyama
3
2
Vincitore: Giron






KINOSHITA GROUP ARENA – Ora italiana: 07:00 (ora locale: 2:00 pm)
1. [4] Taro Daniel JPN vs Rio Noguchi JPN

ATP Tokyo
Taro Daniel [4]
7
6
Rio Noguchi
5
4
Vincitore: Daniel

2. [Alt] Shintaro Mochizuki JPN / Rio Noguchi JPN vs Taisei Ichikawa JPN / Masamichi Imamura JPN

ATP Tokyo
Shintaro Mochizuki / Rio Noguchi
5
4
Taisei Ichikawa / Masamichi Imamura
7
6
Vincitore: Ichikawa / Imamura






Court 5 – Ora italiana: 07:00 (ora locale: 2:00 pm)
1. [3] Jack Draper GBR vs [6] Jurij Rodionov AUT

ATP Tokyo
Jack Draper [3]
6
6
Jurij Rodionov [6]
1
0
Vincitore: Draper


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17 commenti. Lasciane uno!

Adriano non Panatta 15-10-2023 19:19

Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Adriano non panfatta
Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.
Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.
Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

@ Marco M. (#3803152)

Quoto totalmente, per Giulio gli stimoli nei CH non sono sufficienti ( anche i soldi in più) ha le potenzialità per fare il grande salto, non deve perdere tempo in CH anonimi ma tentare le quali dei 250 inizialmente ( come sta facendo) e poi dei 500.

17
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+1: Marco M.
walden 15-10-2023 18:20

Scritto da Marco M.

Scritto da PensiamociBene

Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Adriano non panfatta
Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.
Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.
Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

Chi è più vicino al giocatore e ne conosce pregi e difetti mentali e fisici dovrebbe consigliargli cosa giocare non sulla base di un percorso ideale, ma sulla base delle sue reali possibilità al momento. Se vogliamo quindi parlare di regole generali bisogna fare le qualificazioni ATP nel momento in cui il giocatore è pronto, ma questo non vale per tutti allo stesso modo, e sicuramente non possiamo saperlo noi che vediamo il giocatore da lontano e solo in partita.
Si fa del proprio meglio, non si può mai essere sicuri del risultato né di come sarebbero andate le cose se si fosse agito altrimenti. Si tenta, si fanno errori e si cerca di correggersi. La vita non fornisce garanzie e non ci sono formule magiche.
E in parte è anche questo il bello del tifo: la storia di ogni tennista è diversa dall’altra, non si sa mai come va a finire: è una scoperta continua. E per noi tifosi sarebbe meglio avere basse aspettative per non trovarci poi a sfogare le nostre delusioni sui tennisti per i quali facciamo il tifo.

Non mi sono mai sfogato e mai mi sfogherò se un tennista (e anche altri atleti) non raggiunge gli obiettivi che penso sia in grado di raggiungere.
Per me tutti, anche gli stranieri, fanno sempre bene a provare uno step più alto, altrimenti si che diventerebbero come dei travet che timbrano il cartellino.
Zeppieri oggi può vincere o perdere, resto della mia idea che debba provarci.

non posso che essere d’accordo

16
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+1: Marco M.
walden 15-10-2023 18:19

Scritto da bxldav
Ad Anversa Blockx (2005 Belga) fa il colpaccio battendo Medjedovic.
Anche Cressy fuori sempre contro il Belga Onclin.

il movimento belga, senza tanti squilli, sta preparandosi all’uscita di Goffin, li vedremo nei prossimi anni in un ruolo non marginale

15
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+1: Marco M.
bxldav 15-10-2023 18:02

Ad Anversa Blockx (2005 Belga) fa il colpaccio battendo Medjedovic.
Anche Cressy fuori sempre contro il Belga Onclin.

14
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Jack (Guest) 15-10-2023 18:00

Scritto da Marco M.

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Scritto da Adriano non panfatta
Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.
Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.
Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

Chi è più vicino al giocatore e ne conosce pregi e difetti mentali e fisici dovrebbe consigliargli cosa giocare non sulla base di un percorso ideale, ma sulla base delle sue reali possibilità al momento. Se vogliamo quindi parlare di regole generali bisogna fare le qualificazioni ATP nel momento in cui il giocatore è pronto, ma questo non vale per tutti allo stesso modo, e sicuramente non possiamo saperlo noi che vediamo il giocatore da lontano e solo in partita.
Si fa del proprio meglio, non si può mai essere sicuri del risultato né di come sarebbero andate le cose se si fosse agito altrimenti. Si tenta, si fanno errori e si cerca di correggersi. La vita non fornisce garanzie e non ci sono formule magiche.
E in parte è anche questo il bello del tifo: la storia di ogni tennista è diversa dall’altra, non si sa mai come va a finire: è una scoperta continua. E per noi tifosi sarebbe meglio avere basse aspettative per non trovarci poi a sfogare le nostre delusioni sui tennisti per i quali facciamo il tifo.

Non mi sono mai sfogato e mai mi sfogherò se un tennista (e anche altri atleti) non raggiunge gli obiettivi che penso sia in grado di raggiungere.
Per me tutti, anche gli stranieri, fanno sempre bene a provare uno step più alto, altrimenti si che diventerebbero come dei travet che timbrano il cartellino.
Zeppieri oggi può vincere o perdere, resto della mia idea che debba provarci.

Scritto da Marco M.

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Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Adriano non panfatta
Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.
Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.
Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

Chi è più vicino al giocatore e ne conosce pregi e difetti mentali e fisici dovrebbe consigliargli cosa giocare non sulla base di un percorso ideale, ma sulla base delle sue reali possibilità al momento. Se vogliamo quindi parlare di regole generali bisogna fare le qualificazioni ATP nel momento in cui il giocatore è pronto, ma questo non vale per tutti allo stesso modo, e sicuramente non possiamo saperlo noi che vediamo il giocatore da lontano e solo in partita.
Si fa del proprio meglio, non si può mai essere sicuri del risultato né di come sarebbero andate le cose se si fosse agito altrimenti. Si tenta, si fanno errori e si cerca di correggersi. La vita non fornisce garanzie e non ci sono formule magiche.
E in parte è anche questo il bello del tifo: la storia di ogni tennista è diversa dall’altra, non si sa mai come va a finire: è una scoperta continua. E per noi tifosi sarebbe meglio avere basse aspettative per non trovarci poi a sfogare le nostre delusioni sui tennisti per i quali facciamo il tifo.

Non mi sono mai sfogato e mai mi sfogherò se un tennista (e anche altri atleti) non raggiunge gli obiettivi che penso sia in grado di raggiungere.
Per me tutti, anche gli stranieri, fanno sempre bene a provare uno step più alto, altrimenti si che diventerebbero come dei travet che timbrano il cartellino.
Zeppieri oggi può vincere o perdere, resto della mia idea che debba provarci.

Quatateli di più sti messaggi che ci vuole un binocolo per leggerli

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Brufen (Guest) 15-10-2023 17:12

@ Marco M. (#3803152)

Assolutamente – scelta ineccepibile e normale. Semmai è preoccupante la condizione in cui arriva Zeppieri, dopo la megalegnata in terra slovacca. Ma se hai l’opportunità di giocare sul circuito maggiore, è ovvio che ci provi. Non sai mai che scocchi la scintilla. O anche se non scocca, magari almeno ti paghi le vacanze di natale…

Alla fine peraltro tocchi un punto importantissimo. Giocare poco? Dominare i challenger? Ma che vuol dire??? ‘Sti ragazzi sono tennisti professionisti che devono anche arrivare a fine mese, e quelli in determinate posizioni di classifica si trovano continuamente a dover bilanciare questioni tennistiche con altre prettamente economiche. Basti pensare che gente tipo Zekic, Napolitano, Caruso, Mager, Fatic, Pedro Martinez, Sanchez Izquierdo, Cecchinato, Passaro, Weis, Sousa, Gaio, Gigante, Giannessi eccetera sono tutti in campo oggi in Serie A. E non lo fanno per puro attaccamento alla maglia…

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+1: Marco M.
Marco M. 15-10-2023 16:56

Scritto da PensiamociBene

Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Adriano non panfatta
Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.
Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.
Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

Chi è più vicino al giocatore e ne conosce pregi e difetti mentali e fisici dovrebbe consigliargli cosa giocare non sulla base di un percorso ideale, ma sulla base delle sue reali possibilità al momento. Se vogliamo quindi parlare di regole generali bisogna fare le qualificazioni ATP nel momento in cui il giocatore è pronto, ma questo non vale per tutti allo stesso modo, e sicuramente non possiamo saperlo noi che vediamo il giocatore da lontano e solo in partita.
Si fa del proprio meglio, non si può mai essere sicuri del risultato né di come sarebbero andate le cose se si fosse agito altrimenti. Si tenta, si fanno errori e si cerca di correggersi. La vita non fornisce garanzie e non ci sono formule magiche.
E in parte è anche questo il bello del tifo: la storia di ogni tennista è diversa dall’altra, non si sa mai come va a finire: è una scoperta continua. E per noi tifosi sarebbe meglio avere basse aspettative per non trovarci poi a sfogare le nostre delusioni sui tennisti per i quali facciamo il tifo.

Non mi sono mai sfogato e mai mi sfogherò se un tennista (e anche altri atleti) non raggiunge gli obiettivi che penso sia in grado di raggiungere.
Per me tutti, anche gli stranieri, fanno sempre bene a provare uno step più alto, altrimenti si che diventerebbero come dei travet che timbrano il cartellino.
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Sporadico (Guest) 15-10-2023 16:54

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Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.
Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.
Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

Chi è più vicino al giocatore e ne conosce pregi e difetti mentali e fisici dovrebbe consigliargli cosa giocare non sulla base di un percorso ideale, ma sulla base delle sue reali possibilità al momento. Se vogliamo quindi parlare di regole generali bisogna fare le qualificazioni ATP nel momento in cui il giocatore è pronto, ma questo non vale per tutti allo stesso modo, e sicuramente non possiamo saperlo noi che vediamo il giocatore da lontano e solo in partita.
Si fa del proprio meglio, non si può mai essere sicuri del risultato né di come sarebbero andate le cose se si fosse agito altrimenti. Si tenta, si fanno errori e si cerca di correggersi. La vita non fornisce garanzie e non ci sono formule magiche.
E in parte è anche questo il bello del tifo: la storia di ogni tennista è diversa dall’altra, non si sa mai come va a finire: è una scoperta continua. E per noi tifosi sarebbe meglio avere basse aspettative per non trovarci poi a sfogare le nostre delusioni sui tennisti per i quali facciamo il tifo.

Vero quello che hai detto ma sarebbe un discorso da approfondire e con mille sfaccettature. Spesso è l’incompetenza proprio dello staff (più che la passione di noi tifosi) a infondere in ragazzini appena 15/16 enni la convinzione che nel giro di due o tre anni saranno dei top, e questo solo perché sono stati junior talentuosi. Poi gli anni passano, ci si rende conto che i vertici del professionismo sono a una distanza siderale, e allora si perde quella serenità e quella tranquillità indispensabile per vincere e per crescere ancora. Non faccio esempi ma ce ne sono moltissimi, lo sappiamo tutti. Mai ingenerare aspettative, è la prima cosa che un coach serio dovrebbe sapere.

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PensiamociBene 15-10-2023 16:24

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Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.
Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.
Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

Chi è più vicino al giocatore e ne conosce pregi e difetti mentali e fisici dovrebbe consigliargli cosa giocare non sulla base di un percorso ideale, ma sulla base delle sue reali possibilità al momento. Se vogliamo quindi parlare di regole generali bisogna fare le qualificazioni ATP nel momento in cui il giocatore è pronto, ma questo non vale per tutti allo stesso modo, e sicuramente non possiamo saperlo noi che vediamo il giocatore da lontano e solo in partita.

Si fa del proprio meglio, non si può mai essere sicuri del risultato né di come sarebbero andate le cose se si fosse agito altrimenti. Si tenta, si fanno errori e si cerca di correggersi. La vita non fornisce garanzie e non ci sono formule magiche.

E in parte è anche questo il bello del tifo: la storia di ogni tennista è diversa dall’altra, non si sa mai come va a finire: è una scoperta continua. E per noi tifosi sarebbe meglio avere basse aspettative per non trovarci poi a sfogare le nostre delusioni sui tennisti per i quali facciamo il tifo.

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Sporadico (Guest) 15-10-2023 14:30

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Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.
Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.
Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

Infatti l’errore che fai, e non solo tu, è proprio questo! Considerare i tennisti degli impiegati statali, ovvero destinati a una carriera tra loro simile, basata sugli scatti di anzianità. Siccome Arnaldi ha fatto questo, allora tutti gli altri lo seguiranno a ruota. Sarebbe bello, ma non è così. Quanto al fatto che i tennisti non debbano seguire i consigli degli utenti del forum (compresi i tuoi) sfondi una porta aperta. Non capisco, tuttavia, perché lo ricordi a me, che ho espresso solo la mia opinione (e la ribadisco!), e non coltivo ambizioni di diventare coach di qualcuno.

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Marco M. 15-10-2023 13:59

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Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

Ti faccio un esempio con un coetaneo di Zeppieri che ora è di esempio a molti dei suoi connazionali: Arnaldi.
Quest’anno ha tentato le quali agli AO ed è uscito, battuto da un Purcell che in quel periodo dominava i challenger asiatici.
Tornato ai challenger ne ha vinto uno e subito dopo ha tentato le qualificazioni Atp, riuscendo ad entrare a Dubai, battuto al primo turno da Medvedev.
Torna ai challenger e riesce a vincere a Murcia, poi di nuovo qualifiche Atp riuscendo a fare Barcellona e Madrid, a Madrid addirittura nei sedicesimi stupendo molti per la vittoria su Ruud.
A Roma Wc e uscita al secondo turno, come a Parigi con Shapovalov.
Tornato ai challenger, ma solo perché era un 125 vince di nuovo e poi
da lì in avanti i challenger diventano un ricordo e gioca stabilmente nei tornei Atp con un “discreto” successo, discreto tra virgolette perché per me è stato fantastico.

Ora, siccome ha una marea di challenger persi e fino a febbraio che ha vinto Tenerife ne aveva vinto solo uno nel lontano maggio 2022, seguendo il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso provare a Dubai (e credo anche in altri Atp dove è uscito nelle quali, ma non ricordo bene) con due soli challenger vinti e tutti gli altri persi, ma lui per fortuna non segue i consigli degli utenti del sito e ha provato, riuscendoci.
Zeppieri per me fa benissimo, è un atleta con la stessa età di Arnaldi e a cui era stata predetta una carriera ben dentro i 50, ora prova a prendersi quello che senza infortuni avrebbe già ottenuto.
Un challenger in più o in meno non gli cambia la carriera, fare una buona figura in un 250-500 può essere la svolta, di nuovo vedi Arnaldi.

Le sconfitte deprimono di più se prese da giocatori una categoria sotto, se prese da un Thiem o da un Medvedev (Nardi con Thiem ci giocherà a breve) aiutano a crescere.
Per i challenger hanno davanti 10 e passa anni di carriera se dovessero essere sistematicamente respinti nel tentativo di crescita, ora Zeppieri, Nardi, Cobolli, Bellucci, Gigante hanno il dovere di provarci ad ogni occasione.
Senza contare (ma per loro conta, eccome) che un ottavo 250 economicamente vale la vittoria di un challenger, una semifinale vale 3 challenger. Anversa primo turno 7.225 euro, secondo turno-ottavi 11.825 euro, anche se i punti sono pochini fanno esperienza guadagnando di più.

7
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Andreas Seppi 15-10-2023 13:04

Dai Giulio

6
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Giallo Naso (Guest) 15-10-2023 12:25

@ Sporadico (#3802907)

Assolutamente. Ma Giulio quest’anno ha superato le quali a Parigi, superando anche un turno, fatto terzo turno in quali a us open, e perso perché era appena rientrato da un infortunio. Vinto un challenger e perso per poco le due finali. Una praticamente vinta ma ritirato per infortunio. La seconda con tantissime occasioni per vincere il primo set contro un signor giocatore come stricker

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+1: Marco M.
Sporadico (Guest) 15-10-2023 11:03

Scritto da Marco M.

Scritto da Sporadico

Scritto da Adriano non panfatta
Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

Ti rispondo perché vedo che mi hai frainteso. Zeppieri non è certo meno titolato di altri suoi coetanei per coltivare determinate ambizioni, sia chiaro, anzi, forse è tra i più talentuosi da un punto di vista strettamente tecnico. Io sono in disaccordo con Adriano per il fatto che, in generale, si tende a spingere sempre i nostri giovani di seconda fascia a giocare troppo e a provare nei circuiti maggiori, quando fanno ancora chiaramente troppa fatica nei challenger (basterebbe elencare i loro insuccessi, invece che i loro successi, e ne verrebbe fuori una lista molto più lunga…). Il risultato è solo quello di fiaccarli fisicamente e stressarli psicologicamente, perché se le vittorie caricano, le sconfitte deprimono. Lo stesso Zeppieri, che ha meritatamente vinto in Francia così come a Barletta, è un giocatore che naviga nel circuito challenger da 5 anni, e rispetto al numero di tornei giocati, le due vittorie sopra ricordate possono semmai attestare il buon valore dell’atleta ma non certo il suo dominio nel circuito. Almeno credo. Anche lui, ma questo vale paro paro per gli altri, se avesse giocato meno e con meno ansia, avrebbe vinto molto di più. Parere mio, naturalmente.

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Marco M. 15-10-2023 10:40

Scritto da Sporadico

Scritto da Adriano non panfatta
Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

Giulio Zeppieri: due challenger vinti, due finali perse di cui una per infortunio dopo aver dominato il primo set (6-2).
In Atp vanta una semifinale 250 a Umago 2022 contro un tale Alcaraz che ha faticato per uscirne vincitore in tre set.
Se non ci prova lui a quasi 22 anni chi ci deve provare?
Tra l’altro sarebbe già ben piantato nei 100 se non avesse avuto continui infortuni alla caviglia, il primo che ricordo dopo aver vinto il Challenger di Barletta in finale contro Cobolli nel 2021. Infortunio che lo ha tenuto un po’ di mesi fuori dal circuito.

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Sporadico (Guest) 15-10-2023 10:15

Scritto da Adriano non panfatta
Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

Totalmente in disaccordo. Come in tutte le cose della vita, anche nello sport si procede per gradi. Nessun challenger può definirsi un torneo qualunque. Sono competizioni ad altissimo livello dove si battono per lo più atleti dalla 100ma alla 200ma posizione del ranking, quindi non “gente qualunque” ma tennisti talentuosi. Inutile avventurarsi in tornei maggiori se prima non domini la scena nei challenger, se non alzi trofei e se non ti abitui a vincere. Come ho detto tante volte, i nostri giovanissimi c.d. di “seconda fascia” (che poi tanto di seconda fascia non sono come pure, bisogna dirlo, non sono più così giovanissimi…) dovrebbero liberarsi dall’ossessione di diventare campioni, liberarsi dall’ossessione del ranking e invece giocare meno per vincere di più, anche se in tornei c.d. minori. Questa è l’unica via per migliorarsi e liberare tutto il proprio potenziale, poi se son rose fioriranno, non c’è da preoccuparsi. Noi siamo i primi a sottoporre questi ragazzi a pressioni allucinanti, a caricarli di aspettative che poi, nella maggior parte dei casi, restano deluse.

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+1: brunodalla
Adriano non panfatta (Guest) 15-10-2023 08:49

Forza Giulio! Decisamente più importante entrare nel MD e passare un paio di turni piuttosto che fare le semi di un CH qualunque.

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+1: Marco M.