
Mouratoglou sottolinea la “grande differenza” tra allenare un tennista o una tennista


Secondo il coach Patrick Mouratoglou esiste una grande differenza di fondo tra allenare un tennista uomo o una tennista donna: chi tiene in mano le redini della conduzione tecnica, e quindi di riflesso anche l’esternazione delle emozioni. Per il noto allenatore francese, per molti anni a fianco di Serena Williams e poi altri importanti tennisti come Rune e Tsitsipas solo per restare all’ultimo periodo, quando si allena un uomo è lui che vuole essere il capo del team, mentre quando si assiste una donna lei preferisce che sia il coach a guidare il lavoro e prendere importanti decisioni. Patrick ne ha parlato intervenendo in un programma condotto da Daniela Hantuchova a latere del Madrid Open.
“C’è una grande differenza tra allenare un tennista uomo e donna, molte giocatrici me l’hanno confermato. I giocatori uomini vogliono sentirsi come i “boss”, quindi vogliono che tu stia dietro di loro, vogliono sentire che prendono decisioni, prendono il controllo, prendono tutto”, ha detto Mouratoglou. “Le donne vogliono che tu stia davanti, molte di loro si sentono più sicure. Sento che cercano sicurezza e il loro modo di sentirsi sicure è avere un allenatore accanto che prende decisioni per loro, non che non lo possano fare, ma le fa sentire sicure”.
“Se provi ad allenare un uomo come faresti con una donna, lui lo detesterebbe e non funzionerebbe, e viceversa, penso che ci siano delle eccezioni, ovviamente, ma credo che alla maggior parte delle giocatrici piaccia quando l’allenatore prende molte decisioni”.
Mouratoglou ha tuttavia sottolineato un’idea sbagliata ma assai comune sulle differenze tra le giocatrici del tour WTA e quelli del circuito ATP. “Ho sentito che si dicono un sacco di cose sbagliate, tipo ‘Le donne sono molto più emotive degli uomini’. Su questo non sono d’accordo, penso che gli uomini siano emotivi quanto le donne. La differenza è che gli uomini non lo mostrano perché vogliono sembrare forti, hanno un ego enorme e pensono che non sia da uomini mostrare le proprie emozioni, quindi le nascondono, ma posso dirvi che hanno paura allo stesso modo prima delle partite. Non piangono perché si vergognerebbero di piangere, ma hanno voglia di piangere, una donna non si vergognerebbe di piangere”.
“Quindi le tenniste non sono più emotive, condividono molto di più le loro emozioni con te, il che in un certo senso semplifica la vita ai coach perché sai esattamente come si sentono. I ragazzi, molte volte, non vogliono mostrare le proprie emozioni perché si sentono deboli nel farlo.”
Un pensiero interessante, che apre uno spaccato sulla vita del tour e le principali differenze caratteriali tra tennisti e tenniste.
Mario Cecchi
TAG: Patrick Mouratoglou
Bah c’è donna e donna e uomo ed uomo. C’è la donna autoritaria, decisionista e mascolina e c’è Musetti più mansueto nel seguire il suo pastore originario! Fare un discorso general generico non vedo come possa essere di aiuto per i coach.
@ mattia saracino (#4367475)
Anche tu volgare
@ Nuovo (#4367470)
Infatti per ritrovare un minimo di società decente e onesta occorrerebbe tornare al pre ’68, spiace
Mouratoglu ha solo detto un’ovvietà, ricalcando poi quella che è la differenza tra uomo e donna.
Ma è chiaro che dire la verità nel 2025 è impossibile, visto che ormai nemmeno si capisce più cosa o chi è un uomo o donna.
(vedere il commento “siamone nel duemilavendigingue g’è brogresso e libberdà”)
È solo un fighetto
Pienamente d’accordo, su entrambi i capoversi.
Moratoglou è un uomo d’altri tempi, e se vi sembra un complimento vuol dire che mi sono espresso male.
Sì, ma parlava della differenza tra Daniela Hantuchova e una Sabalenka.
E’ una bella lotta al vertice, ma credo che costui vinca per distacco il titolo di antipatico del circuito.
Dice una sequenza di luoghi comuni da far rabbrividire il senso comune della logica, vada ad allenare in Afghanistan potrebbe trovare l’ambiente adatto alle sue illuminate teorie.
Secondo me il verbo allenare vicino a Mouratoglou è un po’ come mettere la marmellata vicino alla pasta, c’è a chi piace ma non è cucina.
Per me parla a casaccio, è verissimo che è differente allenare due diversi sessi ma per motivi diversi, questi che lui elenca mi sembrano delle banalità e stereotipi da circo mediatico dove il signore è esperto.
È vero.
Io non me la vedo Serena Williams che si fa condurre per manina così come Tsitsipas “boss” neppure viste le difficoltà a staccarsi dalla famiglia.
Generalizzare spesso è fuorviante:ci sono giocatori/trici dominanti,che ben sanno ciò che vogliono Sinner con Piatti l’ha dimostrato e pure le recenti affermazioni di Vagnozzi,altri che cercano invece una guida vuoi per l’età (Rune,Alcaraz) altri per il carattere (Tsitsipas, Rublev) e idem per le donne. E non trascuriamo il rapporto tra “la” coach ed il o la giocatrice che può cambiare i parametri.
Discorso complesso e molto interessante.
Battuta di pessimo gusto nel 2025
Il tennista ha solo il ciclo negativo, la tennista ce l’ha sempre