C'è Quinzi Copertina, Future

Gianluigi Quinzi al secondo turno a Merida

20/11/2013 08:30 101 commenti
Gianluigi Quinzi classe 1996, n.307 del mondo
Gianluigi Quinzi classe 1996, n.307 del mondo

Gianluigi Quinzi accede al secondo turno del torneo Future di Merida ($10,000, cemento).
L’azzurro ha sconfitto Eduardo Peralta Tello, classe 1989, n.794 ATP, con il risultato di 61 60.

Al secondo turno sfiderà Henrique Cunha, classe 1990, n.730 del mondo.

Dall’1 pari del primo set Gianluigi ha messo a segno un bel parziale di 11 game consecutivi, vincendo la partita per 61 60.

L’incontro si giocherà questa notte non prima delle ore 2 italiane.

MEX Livescore dettagliato – Merida – 1° Turno

ITF Mérida
Quinzi, Gianluigi
6
6
Peralta-Tello, Eduardo
1
0


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pino mazza (Guest) 21-11-2013 00:29

Scritto da Roberto Commentucci
Come al solito, quando si parla di attività juniores, si confondono obiettivi e strumenti di crescita.
Quinzi ha ancora 17 anni, ed è quindi un giocatore in fase di COSTRUZIONE.
In questa fase della carriera ci sono si obiettivi di classifica, ma gli obiettivi più importanti sono quelli relativi allo sviluppo tecnico, tattico, fisico e mentale del giocatore. Solo perseguendo questi obiettivi si aumenta il livello di gioco.
Pertanto, la programmazione non deve essere vista solo in funzione degli obiettivi di classifica, come avviene per i pro affermati, ma anzi deve essere soprattutto utilizzata come uno strumento di crescita.
Come ho già scritTo in passato, un giocatore in fase di crescita deve giocare un certo numero di match sopra livello, un certo numero con avversari di pari livello, e un ulteriore numero di match con avversari di livello inferiore. Match di difficoltà diversa servono a perseguire obiettivi diversi.
Quest’anno Gianluigi ha giocato soprattutto a livello challenger, quindi affrontando molte partite con avversari più forti. Nei challenger, da sfavorito, gioca a braccio sciolto, senza pressione, si abitua a ritmi più alti e capisce dove deve migliorare nel bagaglio tecnico.
Nei futures gioca essenzialmente per migliorare la classifica e per abituarsi alla lotta punto a punto con avversari all’incirca del suo livello. Nei prmi turni, con avversari scarsi, può sperimentare in partita soluzioni nuove o schemi provati in allenamento.
Nei tornei juniores, invece, nei grandi appuntamenti come gli Slam o l’Orange Bowl, la pressione su di lui è massima. E’ quasi sempre favorito, tutti i riflettori sono puntati su di lui, gioca contro i migliori coetanei, e quindi presumibilmente i suoi più grandi rivali di domani.
Vincere da junior aiuta quindi a fronteggiare la pressione del risultato, a gestire l’ansia di partire favoriti. E abitua ai grandi palcoscenici (come l’aver giocato sul campo 3 di Wimbledon, davanti a 3000 persone).
Anche per questo, ormai da anni quasi tutti i migliori giovani del mondo giocano junior, compreso Quinzi, e il circuito juniores ha acuisito molta più importanza che in passato.
Chi critica la programmazione, chi tira in ballo presunte pressioni della Federazione, etc., dice quindi cose inesatte.
Piccola precisazione: ovviamente la programazione intelligente non deve avere dogmi immutabili: ad esempio, io sono convinto che GQ quest’anno non andrà in Australia e che utilizzerà quelle settimane per allenarsi a dovere in vista della prossima stagione, evitando una trasferta lunga, faticosa e dispendiosa per ripetere un’esperienza che ha già fatto lo scorso anno. Discorso diverso, forse, sarà per Parigi e Wimbledon, dove potrebbe fare come Kyrgios quest’anno (e tutti ce lo auguriamo, perché vorrebbe dire essere nei 250 a fine maggio).

Quinzi da diverse settimane, da diversi mesi, dalla scorsa estate insomma è strafavorito nei tornei future ai quali partecipa, poiché è, e poteva esserlo anche nei future passati, tra le prime tre o quattro teste di serie, quindi è strafavorito. Cade quindi il discorso dei tornei junior. In questo caso i future surrogano efficacemente i tornei junior. La gestione della pressione, le ansie, sono poi problemi psicologici che non sappiamo se Quinzi ha oppure no, e se anche le avesse, la utilità della partecipazione ai tornei junior puo’ essere surrogata alla grande dall’utilità della partecipazione a tornei future. Sul discorso delle 3000 persone per un torneo junior, è una circostanza che si verifica esclusivamente nei tornei del GS, che deve continuare a giocare anche l’anno prossimo da junior unicamente per il prestigio che porta vincerli. Non vorrei poi che questa tripartizione degli impegni (ricordo di qualche utente che qualche tempo fa parlava addirittura di equa tripartizione, 33/33/33%), divenisse un dogma di fede, unicamente perché, come cercato di argomentare, non lo è. Nelle partite poi non si sperimenta alcunché, negli allenamenti si sperimenta, si provano nuove soluzioni, si fanno proprie e poi si utilizzano. Ad esempio l’attuale servizio di Quinzi è work in progress, ma non è che lo sta sperimentando in partita, ma sta applicando ciò che ha sperimentato in allenamento. In nessuna partita, in alcuno sport si sperimenta, si cerca di dare solo il massimo, per gli esperimenti ci sono gli allenamenti e gli allenatori, non gli avversari.

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