
Federico Cinà: “La maturità? Più difficile degli Slam. Ora voglio NextGen e US Open”


Un piede in campo e l’altro sotto un banco di scuola. La doppia vita di Federico Cinà – altro talento del vivaio tennistico italiano salito alla ribalta lo scorso marzo dopo la vittoria al primo turno nel Master 1000 a Miami – si è chiusa oggi con una prova che lo ha messo di fronte a una tensione diversa dal solito, ma altrettanto forte: l’esame di maturità. Con un ottimo risultato anche in questo caso: “Sono felicissimo di aver finito e di averlo fatto con un 75 che per me è un bel voto”, racconta sorridente a margine della Mediolanum Padel Cup in corso al Country Time Club di Palermo, la seconda casa di Federico. E poi confessa: “Diciamo che forse ero più teso prima di fare questo esame rispetto alla partita di Miami. Sono contesti diversi, mi trovo meglio quando sono in campo”.
Archiviati scritti di informatica, tema di italiano e orali (Federico ha studiato in una scuola inglese a Palermo) ora Cinà può tornare a concentrarsi sul campo. L’obiettivo stagionale è ambizioso: qualificarsi per le NextGen Finals e conquistare un posto nel tabellone di uno Slam, già a partire dagli US Open. “Per entrare a New York ho gli ultimi quattro tornei per fare punti – spiega – poi si chiudono le liste. Giocherò questi Challenger di fila e vedremo a che punto sarò. In caso, proverò anche in Australia”.
In un momento storico esaltante per il tennis azzurro, trascinato da Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, Federico vive questa fase di crescita con serenità. “Si sente tanto parlare di loro e va bene così. Pressione? No, anzi, la loro notorietà mi consente di stare fuori dai riflettori e da un certo punto di vista è un vantaggio. Io faccio quello che devo fare, mi alleno tranquillo e i risultati arriveranno”, sottolinea. Proprio l’allenamento quotidiano è la chiave per colmare le lacune tecniche: “Il mio punto forte è il rovescio. Dritto e servizio sono i colpi su cui devo lavorare di più”, ammette. L’ultima battuta è sul padel, tra risate e sfottò: “Sì ogni tanto gioco, spesso con Francesco Palma, mio grande amico e direttore del circolo. Lo batto quasi sempre, però sta migliorando”, ride. “Non è vero – la risposta divertita di Palma – l’ultima volta hai perso”.
TAG: Federico Cinà, Italiani
Ha ragione, meglio giocare senza eccessiva pressione da aspettative patriottiche, facendo al meglio quello che serve per “maturare” anche nel tennis…è un ragazzo adorabile, certo, di indole tranquilla, cresciuto a tennis ma vedendone e utilizzando gli aspetti rassicuranti di una equilibrata presenza attiva paterna: e non mi sento certamente di dare consigli su quale percorso di vita privilegiare, ma intanto una base culturale serve comunque nella vita e aiuta anche in certi aspetti della carriera tennistica
per quanto riguarda gli usopen di quest’anno, mancano una cinquantina di punti, e dovrà farli in questo mese che non difende niente.
a noi non deve proprio niente, al massimo chi potrà essere orgoglioso di quello che farà (dirigente o tennista che sia) sarà la sua famiglia.
Si e poi anche il PHD e a tempo perso prova ad entrare in top 10.
Si e poi anche il PHD e a tempo perso prova ad entrare in top 10.
Bravo Federico. Mi piace di sto ragazzo l’ estrema razionalità negli step che compie. Sa di valere e si fissa degli obiettivi a breve e medio termine. Capacità tecniche e fisiche ne ha quindi basta avere un po’ di pazienza.
Poi se dovesse raggiungere più velocemente determinati risultati ben venga.
Sarebbe possibile conoscere i 4 tornei challengers a cui parteciperà???
Ci deve rendere orgogliosi facendo il dirigente di qualche azienda o provando a fare il professionista nello sport che ama?
Bravo! E adesso programma gli studi universitari. Una laurea è piú sicura del tennis. Oltretutto ti permetterà una carriera dirigenziale al termine dell’attività agonistica. Amuní, rendi orgogliosi noi palermitani. u zú vicè
Bravo ma ne ha di strada da fare e davvero tanta.. l’ho visto giocare due volte in tv e l’impressione è che giocava sempre al limite, Sinner alla sua età, al contrario, dava sempre l’impressione di avere margini di crescita enormi…
Bravo Pallino. Ambizioso al punto giusto