
Becker critica Zverev: “Meglio non parlare dei problemi mentali dopo una sconfitta”


Boris Becker non ha mai nascosto la sua vicinanza ad Alexander Zverev, considerandolo quasi un “figlio adottivo” in ambito tennistico. Tuttavia, questa volta l’ex campione tedesco non ha risparmiato una critica pubblica nei confronti del numero tre del mondo, invitandolo alla prudenza dopo le dichiarazioni fatte a Wimbledon.
Zverev, eliminato sorprendentemente al primo turno dell’ultimo Slam londinese, aveva confessato in conferenza stampa di attraversare un momento personale molto difficile e di sentirsi “svuotato”. Un’apertura che ha suscitato reazioni contrastanti e che non è piaciuta a Becker, presente a un evento in Germania e intervistato da Tennis365.
“Se fossi stato il suo allenatore, gli avrei consigliato di non condividere quei pensieri sulla sua situazione mentale subito dopo una sconfitta al primo turno di uno Slam,” ha dichiarato Becker. “L’ideale sarebbe evitare di aprirsi al mondo in momenti così delicati.”
Nonostante la critica, Becker ha ribadito la sua fiducia nelle qualità di Zverev: “Forse quella confessione era proprio ciò di cui aveva bisogno. Sono comunque convinto che Sascha vincerà un torneo del Grande Slam e che un giorno possa raggiungere la vetta del ranking. Arrivare al numero uno è difficile, ma rimanerci è ancora più complicato.”
Marco Rossi
TAG: Alexander Zverev, Boris Becker
In linea generale la penso totalmente come Becker, queste questioni di salute ( mentale e non ) meglio risolverle fuori senza darle in pasto al pubblico e agli avversari.
Se poi Zverev aveva proprio bisogno di aprirsi e togliersi un peso ha fatto bene, ma ne dubito che così abbia risolto qualcosa
Becker dovrebbe tacere visti i problemi mentali che ha palesemente dimostrato di avere nella sua vita privata…
Fa un pot pourri ma c’entra poco con il mio post.
In primis non ho scritto che questa è una società repressiva, ma che nella pratica giudica e punisce (indirettamente )chi mostra delle debolezze, spesso solo alcune, altre le ritiene virtù.
Questo lo si vede nelle piccole realtà di tutti i giorni e nella pratica.
Inoltre, un conto sono tutti questi atteggiamenti infantili e de-responsabilizzanti messi in atto dalle famiglie e dal sistema scolastico, un conto invece sono casi che portano l’individuo ad essere considerato diverso dal branco, dalle micro società, a lavoro, nei piccoli ambienti o nei social dove vieni sbranato per le diversità considerate non accettabili, dove si fa body shaming a causa di “gambe grosse”.
Mostrare queste debolezze che portano individui già fragili ad essere isolati è la realtà di tutti i giorni, Zverev sta mostrando questo lato di debolezza ed io lo apprezzo.
Proprio i problemi psicologici in Italia marchiano negativamente, portano più stigma di evadere le tasse.
Non tutto deve essere visto come un vantaggio immediato e diretto, può anche non premiarlo nello sport ma fa sentire Zverev meno solo ed altri più fragili “compresi”.
Quando ho visto Sinner a Bergamo ho scritto “forse abbiamo trovato il campione che ci farà dimenticare Panatta e Pietrangeli.. perché vedevo in nuce tutto il potenziale tennistico ma quello che mi aveva colpito era la storia, il lasciare casa a 13 anni senza sapere bene neanche la lingua e trasferirsi a Bordighera..leggevo che da lì prendeva il treno da solo per andare a giocare dei tornei giovanili, leggevo le dichiarazioni di Piatti “sono qui per crearti problemi”, e vedendo la maturità, la compostezza con cui aveva festeggiato la vittoria su Marcora ho pensato “questo bambino, visto il fisico da quindicenne, quando cresce con questa testa non lo ferma più nessuno”…poi ho letto delle telefonate alla mamma, sempre dopo delle sconfitte, e quella che gli dice “va bene ma ora non ho tempo devo lavorare, tu hai il tuo lavoro e io il mio…”. Ecco, questo è un adulto, ed è sufficiente per dominare in un mondo di junior di 30 anni..ma davvero credete che i Diokovic e i Nadal abbiamo dominato per il loro talento tecnico? No, era la loro forza morale ancora più che mentale, lo stesso Federer, che crediamo essere stato baciato dal talento naturale e da ragazzo venne deriso da un allenatore che gli disse “ma dove vai con quella mano quadrata”, se lo è talmente legato al dito che si è allenato per ore da solo per farsi venire una mano migliore e direi che è migliorato.. Per cui sentire gli Zverev, i Tsitsipas i Rublev e compagnia, anche no ..
Ecco dire che viviamo in una società repressiva è veramente incredibile..da anni tutti mettono in piazza tutto in un costante piagnisteo pubblico, “signor giudice c’ho avuto la malattia” come diceva Sordi in giorno in pretura..la verità è che insieme al genitore (super-io) è scomparso l’adulto ed è rimasto solo il bambino che magari ha sessanta anni..viviamo in una cultura infantile e vittimistica e sentire continuamente qualcuno che sente il bisogno di dire ad urbi et orbi che la mamma non gli voleva bene è sconcertante perché magari è gente che dirige aziende con migliaia di dipendenti..sto male? Benissimo, ne parlo con le persone care, vado in terapia, prendo dei supporti farmacologici ma non faccio outing, in una triste “captatio benevolentiae” in mondovisione su quanto il mondo sia cinico e baro che poi i comici ci sguazzano sul “caso umano”…
@ no Sinner no Party (#4446367)
Il problema è che alcuni di loro sin da giovanissimi sono stati indicati come “sicuri vincitori Slam”, in particolare Zverev e Tsisipas, però poi quasi tutta la loro generazione si è “seduta sulla riva del fiume” ad aspettare il ritiro dei Big3, pensando che poi sarebbe toccato a loro vincere.
Ma i Big3 sono durati ben più del previsto, e mentre aspettavano non si sono accorti che da dietro stava arrivando una nuova generazione che non ha alcuna intenzione di aspettare il suo turno in coda, ma ha lavorato duro per migliorare e andarsi a prendere di forza le vittorie.
Non che Zverev e gli altri non si siano impegnati, ma non si può dire che abbiano fatto molti progressi tecnici o tattici negli ultimi anni.
E nello sport di alto livello, che sta fermo viene inevitabilmente superato.
Poi certo un po’ di sfiga l’hanno avuta, perché due fenomeni come Alcaraz e Sinner non nascono ogni giorno, e se questi due fossero appena un po’ meno forti probabilmente ora la generazione precedente qualcosa potrebbe vincere, ma è andata così, e onestamente non vedo come le cose possano cambiare.
Anzi probabilmente arriveranno altri giovani forti a complicare ancora di più le cose.
Sasha è un bravo ragazzo e mi fa tenerezza nel suo sogno di vincere uno Slam, ma è stato davvero “sfortunato” perché dopo la scomparsa dei Fab-4 (Nole c’è ancora ma ormai al suo 50%) si è scontrato con l’arrivo dei Big-2, ovvero due Gen-Z che hanno subito dimostrato un livello superiore a tutti i giocatori nati negli anni ’90.
Solo Thiem e Medvedev sono riusciti a vincere almeno 1 Slam in carriera ed il russo aveva anche dato la sensazione di poter replicare ma da quest’anno il suo livello di performance appare troppo basso.
@ Kenobi (#4446256)
In linea di massima sono d’accordo, tuttavia l’osservazione di Becker non è priva di senso, e non significa che Zverev non avrebbe dovuto parlare delle sue difficoltà.
Semplicemente ci sono momenti più o meno opportuni per farlo, e subito dopo una cocente delusione forse non si ha la lucidità necessaria per vedere con chiarezza le propria situazione.
Anche le sue dichiarazioni dopo la sconfitta agli AO con Jannik furono eccessive e autolesioniste, tanto che poi a mente lucida se le rimangiò in gran parte.
Ammettere le proprie difficoltà e di aver bisogno di aiuto è un’ottima cosa e non va stigmatizzata, anzi… però farlo sulla spinta emotiva del momento senza darsi il tempo di riflettere può portare a una spirale di negatività, e ovviamente fornisce anche un vantaggio per gli avversari.
Inoltre non vedo la necessità di esporsi costantemente su tutti gli aspetti della propria vita.
Si può chiedere aiuto ed essere disposti ad accettare consigli e sostegno da amici, famiglia e professionisti qualificati, senza doverlo per forza dichiarare in mondovisione, come se le loro vite non fossero già costantemente sotto i riflettori.
Così non fa che attirare ulteriori attenzioni e curiosità morbose che certamente non erano necessarie per la sua stabilità emotiva.
Becker se ne intende perché non è stato un modello di equilibrio… ne ha combinate di tutti i colori….
Credo che l’uscita di Zverev fosse indirizzata al padre, che ovviamente ha rimosso… in quel team c’è molto più lavoro per chi si occupa di testa più che di muscoli o racchette… beninteso per qualcuno/a veramnete brava/o…
È vero.
Ha fatto bene Zverev, è questa società che è tossica, non si può mostrare debolezze, cioè umanità, fingono tutti di essere dei robot e poi scoppiano , subentra la violenza, ansia e panico se non si dimostra di essere tali.
È una liberazione invece parlare delle debolezze mentali perché sono in tanti ad averle e questo può aiutare chi oggi soffre in silenzio.
Anche Becker se avesse affrontato da adulto i suoi problemi non si troverebbe in una situazione così miserabile.
Zverev in passato ha affrontato pubblicamente il Diabete, mostra il controllo glicemico e si fa l’insulina in diretta, questo ha aiutato milioni di ragazzini , ha dato speranza a chi vuole diventare un campione nello sport ed ha il Diabete.