Sinner ai quarti: “Dentro di me c’è una tempesta, ma non bisogna mostrarlo”. L’azzurro rivela i cambiamenti tattici e la gestione emotiva: “Il tennis è molto mentale” (Sintesi video partita)
02/06/2025 22:50 
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Jannik Sinner - Foto Patrick Boren
Jannik Sinner ha raggiunto i quarti di finale del Roland Garros 2025 e nelle dichiarazioni post-partita ha svelato alcuni dettagli interessanti sui cambiamenti tattici apportati prima del torneo e sulla sua evoluzione nella gestione emotiva. L’azzurro si è mostrato particolarmente aperto nel raccontare il lavoro dietro le quinte e la maturazione mentale che lo ha portato a essere uno dei migliori al mondo.
Interrogato sui miglioramenti tecnici, Sinner ha rivelato: “Sì, abbiamo cambiato la posizione in risposta prima del torneo: a volte non trovavo il ritmo giusto, soprattutto sulla prima, mentre sulla seconda preferivo stare più lontano. Cerchiamo sempre di migliorare qualcosa, provando cose diverse.” Una dichiarazione che dimostra l’attenzione maniacale ai dettagli che caratterizza il suo approccio al tennis, sempre alla ricerca della perfezione tecnica e tattica.
Il momento più interessante dell’intervista è arrivato quando Alizé Cornet ha posto una domanda diretta sulla sua gestione emotiva: “Mi sembri sempre in controllo delle tue emozioni, è così o nascondi bene le tue frustrazioni?” La risposta di Sinner ha offerto uno spaccato raro e autentico della sua personalità: “No, non è assolutamente così” ha risposto ridendo. “Dentro di me c’è una tempesta, ma il tennis è molto mentale, cerchi sempre di non mostrare nulla ai tuoi avversari.”
Questa rivelazione offre una prospettiva completamente nuova su Sinner, spesso percepito come un giocatore glaciale e imperturbabile. La metafora della “tempesta interiore” racconta di un atleta che vive intensamente ogni momento del match, ma che ha imparato a incanalare queste energie in modo costruttivo. “Io osservo sempre i miei avversari e cerco di capire come si sentono” ha aggiunto, rivelando un aspetto tattico spesso sottovalutato: la capacità di leggere lo stato emotivo dell’avversario per trarne vantaggio.
L’evoluzione di Sinner in questo aspetto è stata graduale e consapevole: “All’inizio della mia carriera, quando ero più giovane, mostravo quello che succedeva dentro di me.” Una confessione che dimostra quanto lavoro ci sia stato dietro la costruzione di questa corazza emotiva, fondamentale per competere ai massimi livelli del tennis mondiale.
Il contrasto tra la “tempesta” interiore e l’apparente calma esteriore rappresenta uno degli aspetti più affascinanti della personalità di Sinner. È la dimostrazione di come il tennis di altissimo livello sia prima di tutto una battaglia mentale, dove la capacità di gestire le proprie emozioni può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Sinner ha concluso l’intervista a bordo campo con il suo consueto garbo: “L’atmosfera come sempre è stata piacevole, vi ringrazio come sempre ragazzi e ci vediamo al prossimo turno.” Parole semplici che nascondono la determinazione di un campione che ha ancora molto da dire in questo Roland Garros.
24 ore dopo le magie di Musetti, ecco la granitica solidità di Jannik Sinner in un’altra serata nel segno del tennis azzurro. Una prestazione maiuscola contro Andrey Rublev che ha portato l’altoatesino ai quarti di finale, dove affronterà Alexander Bublik.
“È bello far parte di questo pezzo di storia” ha spiegato Jannik ai cronisti nella mixed zone del Roland Garros. “L’Italia si merita giocatori forti e non dobbiamo più nasconderci. Sono contento per Lorenzo, si merita tutto. Ha trovato stabilità dentro e fuori dal campo ed è un giocatore fortissimo, mi piace molto il suo gioco, ha un tennis diverso dal mio e forse anche più bello da vedere.”
Il match contro Rublev è iniziato in salita per Sinner, con il russo che sotto gli occhi del mentore Marat Safin ha avuto subito a disposizione due palle break. Jannik le ha annullate con veemenza volando in un attimo sul 5-0, preludio alla prova di forza che dopo 2 ore esatte gli ha assicurato un posto nei quarti di finale, il sesto consecutivo, il terzo a Parigi, l’undicesimo a livello Slam.
“Oggi ci siamo preparati molto bene tatticamente” ha spiegato. “Sapevo cosa aspettarmi, ha servito molto bene e c’era anche un po’ di vento. Posso essere contento della prestazione.”
Nei quarti di finale Sinner troverà il kazako Alexander Bublik, al primo quarto di finale Slam in carriera: “Sarà una sfida completamente diversa, stiamo parlando di due giocatori dalle caratteristiche completamente differenti ma questo è il bello di questo sport… ogni sfida ti presenta una situazione diversa. Ogni partita ha la sua storia, lui sta servendo bene, sta giocando bene da fondo e per battere Draper in questo periodo, in questo stato di forma, vuol dire che ha fatto tutto molto bene.”
È quasi mezzanotte quando Sinner saluta i cronisti e si avvia verso il suo hotel parigino. Si chiude una giornata speciale, e non solo per la vittoria: da 52 settimane l’azzurro è in vetta al ranking. “Sono contento, ma non tanto per il fatto di essere rimasto numero uno per un anno ma per il fatto che in questo periodo non sono cambiato. Il mio obiettivo deve rimanere quello di cercare di migliorarmi, sempre. È bello guardarsi indietro e vedere i miglioramenti. Il mio gioco sulla terra, ad esempio, è cambiato molto rispetto allo scorso anno, ho fatto finale in un mille a Roma e ora sono di nuovo nei quarti del Roland Garros. Sto giocando un buon tennis e sento di essere migliore in molte cose.”
Queste dichiarazioni offrono uno spaccato prezioso della mentalità di un giocatore che sta ridefinendo gli standard del tennis italiano e mondiale, dimostrando che dietro l’apparente freddezza si nasconde una passione ardente e una determinazione che lo stanno portando verso i vertici del tennis mondiale.
Dal nostro inviato a Parigi, Enrico Milani
TAG: Jannik Sinner, Roland Garros, Roland Garros 2025
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Grandissimo
Non a caso Sinner ha lavorato tantissimo con un team di preparazione mentale utilizzato dalla gran parte dei piloti di formula uno. Il livello di concentrazione che mette anche in questi dettagli è uno dei tasselli che lo ha portato dove è adesso, senza dubbio.
Forza Jannik.
Jannik eroe dello Sturm und Drang, Tempesta e Impeto. Sembra Klaus Kinski, in realtà è il giovane Werther 🙂
Si infatti.
Diciamo che per essere un sito di tennis italiano, spesso vengono lasciati “pascolare” dei provocatori spagnoleggianti che sembrano persino odiare tutti i nostri tennisti.
Non credo che su un forum spagnolo facciamo altrettanto se qualcuno esagera nel tifo contro.
Poi ci sono individui che in ogni critica tirano sempre dentro il pubblico italiano come se loro fossero di non so quale virtuoso paese…
A proposito di dritti a me piaceva quello di Paolino Cane’ restando a casa Italia
Per i mei gusti nel tennis oggi non c’è niente di tanto bello quanto uno di quei drittoni di Jannik colpiti a braccio libero.
(In effetti, sempre per i miei personalissimi gusti, anche il dritto di Jasmine è uno dei colpi più belli del circuito WTA )
più semplicemente partono già battuti in partenza
interessante il prossimo match tra 2 personaggi agli antipodi.
Davvero!
Appunto la mia impressione è stata quella di un “controllo” nel 2° e 3° set senza voler sprecare troppe energie per “forzare” il gioco, quasi cercasse di mettersi “in palla” per il prox match.
In questa strategia il Divino ha preso tantissimo da Djokovic.
bella questa frase di ammirazione per la qualità del gioco di musetti..
“Saranno anni molto molto difficili e non solo per me,ma per tutti” cit….
Dovete riconoscere che ho sempre dato estrema importanza ai fattori emotivi del tennis, mentali, come li chiama Sinner. Che si scatenano tempeste interiori è tipico degli sport basati su tempuscoli di reazione, automobilismo, motociclismo, tiro ed altro. Se ci fate caso, Sinner ha cambiato anche il suo mondo di camminare, prima si dondolava. Quanti sono i tennisti capaci di vivere in questo modo? Pochissimi, per questo molti giovani promettenti spariscono in fretta. Alcaraz? Da quel che dicono, non sembra un ragazzo disposto a vivere come Jannik. enzo
Trovo molto interessante come stia sviluppandosi il tennis rosso, tanto di Sinner quanto di Musetti, ma in particolare di Sinner. Ogni campione tende a creare un suo stile di gioco negli anni, guidato dalla fame di vittorie. Sinner ci sta mostrando un tennis rosso che è solo in parte figlio di ciò che lo ha preceduto, molto di più è conseguenza di certe percezioni di gioco che Sinner sfrutta da tempo sul duro.
Insomma, terrei molto in considerazione le parole da poco dette da Tiafoe, Sinner mi sembra un ottimo interprete.
Chi dice, o scrive, che il tennis di Sinner non è bello o entusiasmente, mi lascia perplesso, come mi ha sempre lasciato perplesso chi non ha apprezzato esteticamente il tennis di Nole, che pure era (è) ancora diversissimo. Poi è chiaro, sui gusti non si litiga.
Credo si riferisca all’altro articolo, quello di Mazzoni. Effettivamente il terzo set e stato tutt’altro che spettacolare, ma l’importante era portarla a casa senza sprecare energie. E poi per dare spettacolo bisogna essere in due!! Oddio, l’assolo di Sinner nel primo set e’ stato magnifico…
Non renderti così …. Ce ne sono già fin troppi.
Rublev, Medvedev, Tsisipas, Rune, Ruud, Shelton, De Minaur, Tiafoe, Djokovic, Sverev quando si accingono ad affrontare il Sinner assumono una postura ingobbita, con un occhi tetri e fissi tipo carpa affumicata.
Sembrano quei capponi il giorno prima del Ringraziamento, che aspettano solo di essere matati, spennati, spalmati di miele di acero, infarciti e messi a cuore a fuoco lento….sanno di non avere speranza e si accingono a ricevere l’inevitabile scoppolone 😳
La WADAvialcu ha generato un mostro praticamente imbattibile
Che s’inc…..no tutti i pagliacci che hanno pensato di atterrarlo
E mo so c….. vostri!!!!!!
@ Rennis (#4402728)
Dove leggi che concede fin troppo poco allo spettacolo?
Titolo e contenuto dell’articolo semplicemente scazzato ,come di un certo fastidio ,di tutt’altro tenore sono gli articoli fatti con lo spagnolo ,e poi quel “concede fin troppo poco allo spettacolo” che cosa significa ,che doveva fare ,vestirsi da trapezista e fare le capriole in volo.Siamo stati circa 50 anni senza avere un fuoriclasse del genere e ora quasi quasi cercate anche il pelo nell’uovo dello spettacolo .
Vai Campione!!!
Con un maestro come Fognini era inevitabile imparare il trucco della “poker face”.
Vero???