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“I quattro moschettieri” e la favola francese

23/08/2011 11:58 20 commenti
Jo Wilfried Tsonga classe 1985, n.11 del mondo
Jo Wilfried Tsonga classe 1985, n.11 del mondo

Calcisticamente parlando l’Italia ha dato non pochi dispiaceri ai cugini francesi negli ultimi anni. Se spostiamo la lente d’ingrandimento sul tennis, però, notiamo che i nostri azzurri non fanno nemmeno il solletico alla truppa dei fuoriclasse transalpini.

Già in tenera età Gasquet, Monfils e Tsonga (nati nell’arco di 14 mesi) promettevano assai bene, tanto da illudere i francesi nell’aver trovato dei futuri numeri 1 o vincitori di Slam. Al giorno d’oggi questi tre giovanotti si ritrovano nei primi 15 del mondo e ad essi si è aggiunto Simon (nato a fine ’84) dotato di un talento decisamente inferiore ai primi tre, compensato da una mentalità eccellente.

Per la formazione e la provenienza di questo quartetto, la stampa internazionale ha battezzato questi ragazzi come “i quattro moschettieri”.

Un’abbondanza simile è invidiata da tutte le potenze tennistiche del mondo (Spagna esclusa), solo che manca qualcosa per entrare nella storia (ricorderete i famosi “Australiani” degli anni ’60 o lo strapotere americano di Sampras e Agassi).

La Francia piace ma non vince. Parliamo del 2011.

I “Blues” possono permettersi di avere ben 4 atleti stabili nei primi 15 al mondo. Di questi, il solo Simon ha vinto due tornei del circuito maggiore (Sydney e Amburgo) e il resto latita. Tsonga ha perso due finali (Rotterdam e Queen’s) e non vince un torneo dal 2009, Monfils ha perso la finale di Washington e Gasquet non va oltre alla semifinale. Il rischio che corrono tutti e 4 è quello di essere degli eterni piazzati. Di Simon è il best ranking migliore: numero 6.

Veniamo quindi al dunque perchè questi non sono proprio degli sprovveduti.

Monfils è quello fisicamente messo meglio. Elasticità maggiore anche a Djokovic ma testa assai ballerina. In questa stagione è stato capace di raggiungere un buon quarto di finale al Roland Garros ma ha delle sconfitte imbarazzanti nei tornei maggiori: Gil a Montecarlo, Monaco a Madrid e Stepanek a Washington. Risultati non certo degni di uno che aspira ad entrare nei primi 5 del mondo.

Simon, invece, è un tennista tutto testa e sofferenza che si è costruito anno dopo anno fino ad arrivare numero 6. Quest’anno si può vantare di aver battuto Soderling, Fish, Monfils, Ferrer e Almagro. E’ stato molto sfortunato ad avere un difficile infortunio nel momento migliore della sua carriera ma sembra essersi ripreso per rientrare stabilmente nei top 10.

Adesso viene il turno di quelli più talentuosi.

Gasquet è la croce e delizia della Francia. Aspettative giganti su di lui nei primi anni di professionismo. Un andamento molto buono fino al 2007 (chiude nei primi 8) per poi perdersi nei tre anni successivi letteralmente gettati al vento. Adesso è guidato da Piatti e Grosjean e sembra essersi ripreso un po’, ma manca il guizzo giusto: eccetto la magnifica prestazione con Federer al Foro Italico, con Djokovic, Murray e Nadal perde la bussola. Sta giocando decisamente meglio ma è ancora lontano per diventare definitivamente il campione che tutti aspettavano.

Tsonga è il classico tennista da exploit. Se becca la settimana giusta è devastante (chiedere maggiori informazioni a Federer). Fisicamente è quasi ingestibile poiché è al top solo 10 settimane all’anno e le restanti le passa tra fisioterapisti e infermerie, ma quando sta in forma è spettacolare. Ha toccato il punto più alto del suo tennis nei quarti a Wimbledon contro Federer, ed è uno dei tennisti in odore Masters Cup che scarta meno punti da qui alla fine dell’anno: solo 270 con uno Slam e due Master 1000 da giocare.


Adesso snoccioliamo qualche numero riferito ai risultati dei quattro moschettieri nei 3 Slam e 7 Master giocati fino ad oggi. (risultati riferiti a match giocati contro top 20 esclusi gli scontri diretti tra loro 4):

-SLAM: Monfils (1w / 1s) -Tsonga (2w /2s) – Simon (1w/3s) – Gasquet (0w / 3s)

Per un totale di 4 vittorie e 9 sconfitte.

-MASTER 1000: Monfils (1w /3s) – Tsonga (2w / 3s) – Simon (4w / 4s) – Gasquet (4w / 6s)

Per un totale di 11 vittorie e 16 sconfitte.

Il bilancio in entrambi i casi è sempre al passivo e ciò dovrebbe bastare a capire che i francesi sanno battere avversari di primo livello, ma non riescono a farlo con continuità. L’unico a familiarizzare con la parola continuità è Simon che ha battuto nello scorso Master a Cincinnati Melzer, Tipsarevic e Ferrer. Ma non è certo quello che può spodestare uno dei primi 4 dalla classifica.

A questo punto sembra assai scontata la risposta ad una semplicissima domanda: “Perché gli spagnoli vincono di più?”. Semplice, la mentalità è diversa. Basterebbe vedere il carattere con cui affrontano i match Nadal e Ferrer per rendersi conto della lampante differenza. I primi 4 tennisti spagnoli (Rafa, Ferrer, Almagro e Verdasco) hanno vinto 8 titoli triplicando i 2 del solo Simon.

I 4 moschettieri potranno essere divertenti per molti appassionati e fastidiosi per qualche top player, ma se non cambiano marcia cercando di vincere e convincere quando il gioco si fa duro rischiano di rimanere un bel romanzo che non rimarrà troppo a lungo nelle memorie (a differenza di quello di Alexandre Dumas).


Alla prossima

Andrea Martina (Andrea24h)


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Roberto Commentucci (Guest) 24-08-2011 22:30

Scritto da adriano
@ Roberto Commentucci (#562858)
La Francia ha un modello , la Spagna un altro , la repubblica ceca il suo , e quale sarebbe il modello italiano ?
Lei ormai è nella stanza dei bottoni e quindi dovrebbe conoscerlo
E’convinto che i campi veloci risolveranno il problema italico ?
E’ convinto che esista un modello italiano al femminile ?
cordialmente adriano

Caro Adriano, l’Italia non è la Francia, e non è la Spagna (purtroppo). Qua ciascuno si crede un genio e vuole fare di testa sua. E’ difficile imporre una visione univoca e una metodologia univoca.

I campi veloci da soli non risolvono, certamente no, ma aiutano a diversificare le esperienze e a rendere i giocatori in prospettiva più completi.

Credo che un modello italiano al femminile lo avevamo (abbiamo prodotto parecchie tenniste di tecnica classica e repertorio completo) e non ce ne eravamo accorti, anche perché i grossi risultati sono venuti tardi. E così quel modello lo abbiamo sacrificato al modernismo bimane e omologato delle ultime generazioni, e solo i più illuminati tra i tecnici hanno ripreso ad insegnare alle bambine voleè, back e variazioni.

C’è tanto da lavorare, per tutti. Il mondo va veloce, e la concorrenza è ogni giorno più agguerrita.

Ah, e non mi sopravvaluti: non sono nella stanza dei bottoni. 😉

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adriano (Guest) 24-08-2011 18:18

@ Roberto Commentucci (#562858)

La Francia ha un modello , la Spagna un altro , la repubblica ceca il suo , e quale sarebbe il modello italiano ?

Lei ormai è nella stanza dei bottoni e quindi dovrebbe conoscerlo
E’convinto che i campi veloci risolveranno il problema italico ?
E’ convinto che esista un modello italiano al femminile ?
cordialmente adriano

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Roberto Commentucci (Guest) 23-08-2011 17:35

Scritto da adriano
@ Roberto Commentucci (#562730)
Comentucci mi pare di capire che Lei concorda con il direttore di Tennis Italiano che qualche mese fa ha pubblicato un articolo dal titolo
” con il metodo Brughera tutti possono entrare nei primi 50 del mondo ”
Io invece mi schiero con la scuola francese UNICA VERA SCUOLA DI TENNIS NEL MONDO. A proposito di punti importanti e di ansia quello che Lei dice è vero se conosco un solo modello non ho posso sbagliarmi ma questo lo sa anche il mio avversario e dopo due volte ……….
A parte il discorso doping sul quale concordo , la Francia per molti anni ha dimostrato di che il suo progetto vale anche al femminile mentre la spagna ha trovato due giocatrici straordinarie e poco movimento complessivo
saluti

No, Adriano, io non credo che tutti seguendo il metodo Bruguera possano entrare nei primi 50 del mondo.

Cercavo solo di spiegare per quale motivo, a mio avviso, gli spagnoli di vertice vengono percepiti come più “vincenti” rispetto ai francesi di vertice.

E anch’io apprezzo molto il sistema capillare ed efficiente costruito dalla Federazione francese.
Temo però che un modello del genere possa funzionare solo in Francia, e con le teste dei francesi.

Credo poi che quando andiamo a guardare ai modelli esteri, dobbiamo avere la lucidità necessaria per capire ciò che funzionerebbe da noi e ciò che non funzionerebbe.
I modelli teorici, anche i più perfetti, vanno calati nelle realtà concrete con pragmatismo e buon senso, o nascono dei mostri. Come si dice: “think global, act local”.

Ma a mio avviso è fondamentale continuare a studiarli, i modelli, o i confronti non riusciamo nemmeno a farli.

Nello specifico, credo che se andiamo a parlare di scuola nazionale, non possiamo trascurare quella ceka, sebbene essa si appoggi poco a strutture federali, ma si basi su alcune realtà e club di grandissima tradizione e qualità (Praga, Prostejov).

Per il resto concordo. In quest’epoca di globalizzazione, dove tutti vanno dappertutto, e tutti imparano da tutti, parlare di scuole nazionali ha sempre meno senso: Francia e Repubblica Ceka sono le uniche due eccezioni rimaste.

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adriano (Guest) 23-08-2011 17:14

@ Roberto Commentucci (#562730)

Comentucci mi pare di capire che Lei concorda con il direttore di Tennis Italiano che qualche mese fa ha pubblicato un articolo dal titolo
” con il metodo Brughera tutti possono entrare nei primi 50 del mondo ”
Io invece mi schiero con la scuola francese UNICA VERA SCUOLA DI TENNIS NEL MONDO. A proposito di punti importanti e di ansia quello che Lei dice è vero se conosco un solo modello non ho posso sbagliarmi ma questo lo sa anche il mio avversario e dopo due volte ……….
A parte il discorso doping sul quale concordo , la Francia per molti anni ha dimostrato di che il suo progetto vale anche al femminile mentre la spagna ha trovato due giocatrici straordinarie e poco movimento complessivo
saluti

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Talaaa 23-08-2011 16:54

Non sarà un paragone azzeccatissimo, ma i quattro moschettieri francesi mi ricordano le nostre tre azzurrine come andamento di classifica!

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Koko (Guest) 23-08-2011 16:04

Faccio notare che Nadal è al vertice di un movimento tennistico molto forte da decenni ma che in genere in tempi recenti n. 1 sono spesso stati degli unicum: Federer senza movimento in Svizzera, Djokovic con poca tradizione al top in Serbia, una Danese nel femminile in parte anche Murray con la Scozia da sempre fanalino di coda. Il concetto di avere tantin 1 appartenenti ad una scuola tennistica è forviante:il n 1 campionissimo è sempre e solo se stesso un unico non riducibile ad una scuola tennistica o ad uno stampino. Nadal è si di scuola Spagnola ma è un fenomeno raro non perchè Spagnolo ma perchè è Nadal!Ferrer che sembra un portento in fondo cosa ha vinto di grosso a livello m 1000 o slam? Nulla o quasi! La scuola crea una base di top 20 ATP ma il fenomeno autentico non è riconducibile strettamente ad una scuola.Basta vedere gli USA che sono sempre una gran nazione tennistica ma anno perso il fenomeno autentico da un bel po e ancora non lo rimpiazzano.

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Ricordo (Guest) 23-08-2011 15:54

Un bel articolo con una mancanza da dove deriva ” i 4 Moschettieri ”

Essi erano i componenti della famosa nazionale di tennis francese:

Lacoste
Cochet
Borotra
Brugnon

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Andrea24h 23-08-2011 15:37

@ braccino72 (#562800)

Diciamo che di Simon prevale molto di più la sua testa e la solidità che del talento.
Per quanto riguarda Tsonga basta vedere il match di Wimbledon contro Federer per rendersi conto del gran bagaglio del francese.
Il suo problema è che becca un match così ogni tanto ma quando è in palla infiamma il pubblico come in pochi ci riescono.

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braccino72 23-08-2011 14:46

Personalmente sono in disaccordo.
Simon dotato di poco talento?! Soprattutto meno di Monfils? Ma anche di Tsonga? Al massimo dotato di poco (meno) fisico. Monfils è un attendista esagerato con un fisico bestiale, Tosnga aggressivo e dotato di esplosività e rapidità micidiali ma la manina talentuosa non la vedo spesso.. L’unico che delizia e Gasquet, che però ha tanti altri punti di debolezza che conpensano (in negativo purtroppo). Quanto a Simon, che comunque mi sembra non sia proprio un manovale del tennis, come può non essere considerato talentuoso: a volte fa delle giocate geniali, degne del migliore Kasparov (noto scacchista), con un ghigno da volpe che lo rende pure simpatico: se non è talento questo!

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Cla 23-08-2011 14:07

E’ sempre un piacere leggere Roberto Commentucci, il cui cognome non rende bene l’idea della qualita’ dei suoi commenti.
Gli spagnoli hanno un esercito di giocatori, quasi tutti con caratteristiche identiche, che, detto chiaramente, non accendono mai la fantasia dei tifosi, perchè, mi si passai il termine, sono ‘brutti’ da vedere.
Se un marziano, appassionato di tennis nel suo pianeta, arrivasse sulla terra e vedesse per caso una partita tra uno spagnolo qualsiasi (Nadal compreso) contro un francese qualsiasi e dopo 2 games gli si chiedesse “chi e’ piu’ forte?”, sono certo che direbbe … il francese; come sono certo che alla fine vincerebbe lo spagnolo con un punteggio tipo 1-6/7-5/6-4.
Lo spagnolo mette il pilota automatico, il francese ha una sola possibilita’ prendere a pallatte l’avversario, se non ci riesce e viene portato sul terreno preferito dallo spagnolo, finisce per essere cucinato lentamente.
Questo sul rosso, ma ormai anche su superifici piu’ veloci.
Infine capitolo doping. Lungi dal voler affermare che gli spagnoli si dopano, perche’ non esistono prove e sarebbe profondamente scorretto dirlo, peró mi permetto di sottolineare un paio di cose.
Il doping non e’ solo steroidi, Epo e cose che ti fanno gonfiare i muscoli, sono dopanti anche alcune sostanze che agiscono sulla mente, rendendola fortissima e lucida anche dopo 5 ore di gioco sotto il sole dell’Andalucia.
In Spagna un certo dottor Fuentes dichiaró che aveva un sacco di clienti tra ciclicsti, calciatori e tennisti, spagnoli e non.
In Italia per dichiarazioni meno precise, si fece un’inchiesta e vari processi, in Spagna niente, nessuno osó investigare. Magari Fuentes e’ solo un megalomane e un’indagine fatta bene lo avrebbe dimostrato. E avrebbe soprattutto dissolto ogni velato sospetto verso alcuni giocatori che dopo 5 ore di gioco a 40 gradi, sono ancora lucidi e battono regolarmente giocatori apparentemente piu’ dotati tennisticamente.

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roditi (Guest) 23-08-2011 12:08

Avercene di questi problemi…….
Tra noi e loro e’ come la differenza tra la tour Eiffel e la lanterna del porto di Genova….
E comunque in coppa davis a Cordoba contro la Spagna devono ancora perdere…..
Insomma quattro signori giocatori con Llodra dietro incommensurabile in doppio

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Roberto Commentucci (Guest) 23-08-2011 11:42

Scritto da Giuseppe
@ Roberto Commentucci (#562730)
Sono d’accordissimo, ma, anche se puo’ sembrare stupido, io sono convinto che i secoli di dominazione araba in Spagna abbiano lasciato qualcosa nel loro carattere. Soprattutto a livello di tenacia (il non mollare fino alla fine che li distingue dai nostri).

secondo me più che i secoli di dominazione araba è stato il fatto che la spagna è uno stato nazionale dalla fine del ‘400 e poi è stata un grande impero.
gli spagnoli hanno molto più senso dello stato e più educazione civica di noialtri.
e questo aiuta, specie a livello di mentalità.

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Giuseppe 23-08-2011 11:22

@ Roberto Commentucci (#562730)

Sono d’accordissimo, ma, anche se puo’ sembrare stupido, io sono convinto che i secoli di dominazione araba in Spagna abbiano lasciato qualcosa nel loro carattere. Soprattutto a livello di tenacia (il non mollare fino alla fine che li distingue dai nostri).

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obser (Guest) 23-08-2011 11:12

Scritto da Roberto Commentucci
articolo con una discreta documentazione statistica. Non concordo sul presunto maggior carattere degli spagnoli. Le ragioni del superiore successo del tennis spagnolo sono altre, più profonde e sottili.

Esatto!

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Roberto Commentucci (Guest) 23-08-2011 10:26

Scritto da Giuseppe
@ Roberto Commentucci (#562694)
Io invece concordo con il maggior carattere degli spagnoli. Quando si parla in generale si ha un’idea degli spagnoli con un carattere simile a quello italiano, ma in realtà le radici culturali sono diversissime. E proprio nel tennis, che è uno sport individuale, si vede bene (parlando in generale) che uno spagnolo ha un carattere decisamente più forte di molti altri giocatori (sempre parlando in generale naturalmente). E visto che nel tennis per vincere ci vuole anche forza mentale, il risultato è che ci sono molti spagnoli nei Top 100.

Sicuramente molti spagnoli hanno una notevole personalità in campo e sono molto meno viziati dei nostri giocatori. Non hanno la cultura dell’alibi facile, ad esempio.
Però secondo me il loro essere “vincenti” non dipende tanto da una caratteristica di popolo, ma dal modo in cui vengono impostati tatticamente.
Il tennista spagnolo viene specializzato nel seguire pochi schemi, che però sono tremendamente efficaci, se supportati da condizione atletica e convinzione. Insomma, lo spagnolo impara anzitutto a fare benissimo alcune cose relativamente semplici.

Il francese invece ha un’impostazione più classica, più completa, che mira a curare nei minimi dettagli tutti i colpi. Il giocatore francese in media ha un bagaglio tecnico molto più ampio, sa fare molte più cose.

Questa differenza di aproccio ha conseguenze rilevanti quando si vanno a giocare i “big points”: quando si serve per chiudere un set, quando si deve giocare una palla break, e così via.

Quando l’ansia sale, il giocatore spagnolo è di norma avvantaggiato: egli sa che deve seguire lo schema, di cui ha piena fiducia, e sicuramente metterà in difficoltà l’avversario. Se poi l’altro gli fa il vincente clamoroso, beh, bravo lui, niente recriminazioni e pensiamo alla prossima palla.

Il giocatore francese invece ha un problema in più: deve scegliere dcidendo in fretta, e con l’ansia addossso, qual’è la soluzione migliore, all’interno di un ventaglio di opzioni molto più ampio: come lo gioco questo punto? vado a rete? faccio la palla corta? tiro un rovescio lungolinea? eccetera. E alla fine commettono più errori, sia di scelta tattica, sia di esecuzione.

Il risultato è che nei punti importanti gli spagnoli tendono ad essere più solidi e a regalare meno, perché giocano un tennis meno brillante ma più “percentuale”.

Infine, il tennis spagnolo, checché se ne dica, ha un problema di reputazione, legato al fatto che in quel paese la normativa antidoping è molto più permissiva che nel resto d’europa e del mondo. E infatti non a caso lo sport spagnolo da vari anni fa man bassa in moltissime discipline.
Ciò, unitamente alla strepitosa preparazione atletica (che è poi la colonna portante del loro tennis, basato sulla cosiddetta “difesa aggressiva”), può forse spiegare – in parte – perché vincono così tanto.

Ma ripeto, come mentalità vincente a mio avviso i francesi non sono da meno degli spagnoli: la loro Federazione è di gran lunga la migliore del mondo e il loro movimento è ricchissimo di qualità, a tutti i livelli: organizzativo, mediatico, tecnico, nel marketing, impiantistico.

Tanto di cappello alla Francia.

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danailo (Guest) 23-08-2011 10:23

per non parlare anche di tutti quelli che hanno dopo questi… 😳

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Giuseppe 23-08-2011 09:56

@ Roberto Commentucci (#562694)

Io invece concordo con il maggior carattere degli spagnoli. Quando si parla in generale si ha un’idea degli spagnoli con un carattere simile a quello italiano, ma in realtà le radici culturali sono diversissime. E proprio nel tennis, che è uno sport individuale, si vede bene (parlando in generale) che uno spagnolo ha un carattere decisamente più forte di molti altri giocatori (sempre parlando in generale naturalmente). E visto che nel tennis per vincere ci vuole anche forza mentale, il risultato è che ci sono molti spagnoli nei Top 100.

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SoFarAway 23-08-2011 09:13

però mi sembra eccessivo definire imbarazzanti sconfitte con Monaco e Stepanek: sono sconfitte che nell’arco di una stagione ci possono stare (Murray ha perso da Young, Bogomolov e Anderson)

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Roberto Commentucci (Guest) 23-08-2011 08:13

articolo con una discreta documentazione statistica. Non concordo sul presunto maggior carattere degli spagnoli. Le ragioni del superiore successo del tennis spagnolo sono altre, più profonde e sottili.

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Stefano82 (Guest) 23-08-2011 08:01

Articolo interessante….

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