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Intervista ad Alessio Di Mauro: “Nel tennis ti ritrovi a volte in crisi senza spiegazioni razionali”

21/06/2010 11:23 3 commenti
Alessio Di Mauro finalista nell'ATP di Buenos Aires 2007
Alessio Di Mauro finalista nell'ATP di Buenos Aires 2007

L’edizione di quest’anno vivrà probabilmente sul duopolio Bolelli-Volandri, ma chissà che qualche altro italiano non riesca ad indossare i panni di mina vagante del torneo. Uno dei principali accreditati è Alessio Di Mauro, 33 anni da Siracusa e una vita fatta di sacrifici, lui che non ha mezzi tecnici eccezionali rispetto ai suoi colleghi ma in quanto a grinta e determinazione non è secondo a nessuno. Il siciliano sta vivendo un buon periodo di forma e tenterà, se non di raggiungere il suo best ranking (numero 68 al mondo nel Febbraio 2007) almeno di avvicinarsi ai primi cento: nel 2010 ha ottenuto i quarti di finale nel Challenger di Lugano ed è giunto al secondo turno del torneo ATP di Belgrado dopo essere partito dalle qualificazioni. Le premesse per Reggio Emilia dunque sono buone…

Primo turno opposto a Junqueira: un sorteggio tutt’altro che agevole. Quali sono le tue sensazioni?

Positive, ma so che sarà molto difficile. Nei cinque precedenti ha vinto lui quattro volte, diciamo che lo considero un po’ la mia bestia nera: è mancino come me e faccio fatica a trovargli il rovescio durante lo scambio, quindi dovrò inventarmi qualcosa di diverso per uscire dal suo schema preferito. Anche l’eventuale proseguo del torneo sarebbe difficile, ma andiamo avanti giorno per giorno.

Manchi a Reggio Emilia da tre anni. Il tuo miglior risultato è stato un quarto di finale nella prima edizione: credi di poterti migliorare quest’anno?

Ci spero, ovvio. Tuttavia non mi pongo mai obiettivi legati al singolo torneo: giocando praticamente tutte le settimane può capitare che da una parte arrivi fino in fondo e sette giorni dopo perdi al primo turno. Comunque quest’anno sono in fiducia e a questi livelli non parto mai battuto.

Hai superato il momento di crisi dello scorso anno: che cosa è cambiato rispetto ad allora?

Nel tennis ti ritrovi a volte in crisi senza spiegazioni razionali. Nel 2009 stavo giocando benissimo, proprio in questo periodo dell’anno vinsi il Challenger di Milano ma dopo quel successo si è rotto qualcosa: ho iniziato a faticare a trovare le motivazioni e le settimane successive ho perso completamente le sensazioni vincenti. Per ritrovarmi mi è servito parecchio tempo. Adesso, rispetto ad allora, le cose vanno decisamente meglio.

Due momenti topici della tua carriera: il match sul centrale del Foro Italico contro Andrè Agassi e la finale al torneo ATP di Buenos Aires. A quale tra questi due ricordi non rinunceresti mai?

Sicuramente la partita con Agassi. Anche se era un primo turno ed ho perso tutti mi ricordano per quell’incontro. Le sensazioni prima, durante e dopo quel match sono state incredibili. Ricordo che ho avuto tre palle per andare in vantaggio 5/3 nel primo set, poi il campione al di là della rete è venuto fuori. Quello che mi stupì fu la sua gentilezza all’entrata del Centrale, addirittura per prepararsi ad affrontarmi si allenò due giorni con giocatori mancini, segno che nonostante fosse di un altro livello curava i particolari in maniera maniacale. Leggere le cose che sono emerse nella sua autobiografia dopo tanti anni mi ha disorientato …

Hai già pensato alla tua vita dopo il professionismo?

Assieme al mio coach storico Fabio Rizzo ho acquistato un circolo a Catania, che dovrebbe diventare la mia futura accademia una volta abbandonato il circuito. Altre strade non ne vedo, il tennis per me è tutta la vita …


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3 commenti

tony71 (Guest) 21-06-2010 19:18

😉 grande un esempio per i nostri mezzi giocatori,di mauro foreverrrrrrrrrrr 😉

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Andreas Seppi 21-06-2010 13:06

grandissimo alessio!

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Enzo (Guest) 21-06-2010 11:45

Grande Alessio
In bocca al lupo per tutto.

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