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40 anni di grande tennis a Santa Croce sull’Arno (di Marco Mazzoni)

12/05/2018 14:28 3 commenti
Le finaliste della passata edizione
Le finaliste della passata edizione

(Presentazione ufficiale del Torneo Internazionale U18 “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini)

40 anni. Un compleanno aspettato, festeggiato, …a volte persino temuto. Si entra negli “anta”, spartiacque tra giovinezza e maturità. Ma in fondo, cosa è l’età? Solo un numero che segna lo scorrere del nostro tempo. Nessuna malinconia, no. Quest’anno festeggiamo un 40esimo compleanno speciale, quello del Torneo Internazionale “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini. Un evento entrato nella sua maturità, ma che vive di un entusiasmo contagioso. Proprio quello che ha sempre animato Mauro Sabatini, indimenticabile figura del tennis toscano ed internazionale. Grazie alla sua visione ed ai suoi sforzi, è riuscito a creare e portare avanti il sogno di far sbarcare sui campi del TC Santa Croce sull’Arno i migliori talenti giovanili del panorama internazionale. Nel piccolo grande club toscano si respira tennis giovanile di altissimo livello dal 1979. L’eredità e la passione di Sabatini sono ancora il punto di forza del torneo Under 18, con i Direttori Francesco Maffei e Simone Martini che anno dopo anno lavorano per migliorare l’evento, molto atteso e seguito da pubblico ed addetti ai lavori.

Sui campi in terra battuta di Santa Croce sull’Arno hanno giocato alcune delle leggende del nostro sport, ben 13 futuri n.1 del mondo e moltissimi talenti, alcuni diventati campioni, altri no. Ma la bellezza di assistere ad un torneo giovanile è proprio questa, farsi coinvolgere dal fascino della scoperta. “Facile” entrare sul centrale del Foro Italico ed applaudire la potenza di Nadal o la velocità di esecuzione di Federer, campioni ammirati tante volte in televisione. Quando arrivi al TC Santa Croce per l’Internazionale Under 18 è ogni volta un’esperienza nuova e diversa. Ti trovi davanti ragazzi e ragazze spesso del tutto sconosciuti, e ti soffermi con curiosità ad ammirarne talento e splendide imperfezioni. Gesti sicuri e precisi, sostenuti da fisici acerbi; altri colpi ancora da affinare ma che possono diventare da lì a breve punti di forza straordinari. Dominic Thiem quando vinse nel 2010 aveva un buon rovescio ad una mano, ma non ancora quell’arma micidiale con cui oggi sfida Nadal e tutti i migliori, sognando Roland Garros.

Il sogno. Ecco l’altra meraviglia dei tornei giovanili. Lavorare e competere sognando i tornei più prestigiosi. Un sogno che può diventare realtà solo con un percorso fatto di esperienze formative. Competere nei tornei giovanili di alto livello, come è l’Under 18 di Santa Croce sull’Arno, è tornato ad essere un passaggio fondamentale per la crescita verso il grande tennis. Per qualche tempo infatti molti ragazzi di talento venivano catapultati fin da giovanissimi nei tornei Pro, a farsi le ossa con i grandi. Un approccio “duro”, forse eccessivo, ma che a volte pagava. Da qualche anno lo sport della racchetta è cambiato, diventando disciplina sempre più tosta, difficile, competitiva. Non basta più il talento tecnico, la maestria ed il tocco di palla. Il tennis è diventato sport sempre più sbilanciato sul piano atletico e per competere nel mondo professionistico è necessaria una crescita più graduale; è necessario maturare e completarsi sul lato tecnico, tattico ed agonistico. È indispensabile dare tempo a ragazzi e ragazze di formarsi sul lato atletico e mentale, per reggere una competizione globale, a suo modo feroce e spietata. Per questo la strada dei tornei Under 18 è tornata ad essere essenziale. Serve del tempo per ottenere risultati tra i grandi, è indispensabile “costruire il tennista”, un mattoncino dopo l’altro. Mattoncini fatti da partite e tornei, vittorie e sconfitte nel mondo junior di alto livello, dove la competizione è già molto alta.

A Santa Croce sono pronti ad accogliere decine di talenti provenienti da tutto il mondo, decisi a scrivere in campo altre pagine di un viaggio che dura da 40 anni. Nelle varie decadi abbiamo scoperto ragazzi straordinari e storie altrettanto interessanti, tecniche ed umane. Sarebbe impossibile ripercorrerle tutte, ma ne ricordiamo alcune. Personaggi che hanno lasciato un segno indelebile, a Santa Croce sull’Arno e nella storia del tennis. Bonetti, Ercoli e Zampieri furono i primi vincitori azzurri agli albori del torneo, ma una finale da ricordare assolutamente è quella del 1983. Non tanto per il match in sé, ma perché fu la prima finalissima tra giovani svedesi: Svensson sconfisse Carlsson. Fu l’inizio dell’ondata di “vichinghi” che avrebbe pacificamente invaso il mondo del tennis per oltre un decennio. Qualche numero? In alcune settimane tra 1984 e 1988 si contavano 5 svedesi tra i primi 10 della classifica ATP, 10 dei primi 20 e almeno 20 dei primi cento. A livello junior i numeri erano altrettanto impressionanti. La Coppa Davis divenne in quegli anni una sfida tra la Svezia ed il resto del mondo, con la finale del 1984 (vinta da Wilander, Sundstrom, Edberg e Jarryd contro McEnroe e Connors) che certificò il clamoroso sorpasso della scuola e movimento svedese su quello USA. Nel 1988 la Svezia realizzò un clamoroso “Grande Slam” con le vittorie di Wilander ed Edberg nei 4 majors. Tutto partì da Borg e della “borgmania”, che spinse migliaia di ragazzi svedesi a scegliere il tennis e viaggiare in giro per il mondo fin da giovanissimi in gruppi affiatati. Gli anni ’80 portarono all’Under 18 di Santa Croce due vincitrici top tra le ragazze: l’ungherese Andrea Temesvari e soprattutto Gabriela Sabatini nel 1984, una delle tenniste più amate di sempre in Italia per la sua classe e solare bellezza. Gli ’80s si chiusero con la finale persa da Davide Sanguinetti vs. il bulgaro Velev. Davide mostrò sprazzi di quel tennis molto particolare e sempre in anticipo che, dopo una bella esperienza nei college statunitensi, lo portò fino ai quarti a Wimbledon, vincere tornei ATP e disputare splendide partite anche in Coppa Davis.

Gli anni ’90 sono stati quelli della definitiva consacrazione del torneo. Ogni edizione regalò al pubblico qualcosa di speciale, mettendo in vetrina tanti futuri campioni. Nel 1992 il titolo maschile se lo aggiudicò il russo Evgenij Kafelnikov, uno dei talenti più puri mai passati sui campi del club. Un tennis leggero il suo, fatto di anticipi, geometria e cambi di ritmo micidiali, che lo porterà a battere Boris Becker a Milano nel 1995 e vincere due tornei dello Slam. E che dire dell’edizione femminile 1993, quando una Martina Hingis appena tredicenne sedusse tutti, perdendo in finale contro la maggior potenza della Randriantefy, ma mostrando un talento pazzesco, che l’avrebbe issata giovanissima a dominare il nostro sport. Dopo due anni arrivò in riva all’Arno il ciclone Anna Kournikova, bellissima e spregiudicata. Soffrì non poco in semifinale e finale, ma alzò la coppa della 17esima edizione del torneo, lasciando in tutti un ricordo indelebile. Tra i maschi, notevole il tennis mostrato dai finalisti 1997, con il belga Xavier Malisse che ebbe la meglio sul peruviano Luis Horna. Che talento Malisse, giocatore “maledetto”, capace di dare del tu alla palla e cambiare improvvisamente schemi e ritmi di gioco, con una mano di quelle che passano ogni tanto nel mondo della racchetta. Un talento purtroppo che è rimasto inespresso, per limiti fisici e comportamentali; ma che forse avrebbe potuto esplodere e portarlo a ben altra carriera se mai il suo cuore non avesse fatto le bizze nella semifinale di Wimbledon 2002. Di fronte all’argentino Nalbandian, Xavier soffrì un attacco di tachicardia, perdendo un match che stava dominando sul piano tecnico. Un talento puro, come quelli di Marcelo Rios o Guga Kuerten, altri giovani passati da Santa Croce poco prima.

Grandi emozioni anche nella prima decade del nuovo secolo, con giovani diventati campionissimi (e n.1 al mondo) come Andy Murray, Vika Azarenka e Caroline Wozniacki. Ma la partita che nessuno a Santa Croce può dimenticare resta la finale maschile 2007 tra Matteo Trevisan e Diego Lopez. L’ultima finale tutta azzurra, un match durissimo, ricco di colpi di scena e spettacolo, che regalò a Matteo il sogno di alzare la coppa nel circolo di casa. Un successo che lo lanciò verso la conquista della prima posizione del ranking junior ITF. Si è dovuto aspettare il 2015 ed Andrea Pellegrino per ritrovare un nuovo successo azzurro. Un torneo splendido per il pugliese, non perse nemmeno un set e dominò in semifinale anche il greco Tsitsipas, uno dei talenti più interessanti della attuale NextGen ATP insieme a Coric, Chung e Rublev, tutti passati dal “Memorial Sabatini”. Come Catherine “CiCi” Bellis, statunitense di grande prospettiva che raggiunse la finale a Santa Croce nel 2014, sconfitta dalla russa Kasatkina, altra ragazza in grande ascesa.

Il 40° Torneo Internazionale “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini promette un’altra edizione da non perdere. L’Entry List è intrigante, sulla terra battuta del club toscano potremo ammirare alcuni dei migliori giovani al mondo. Siete pronti a scoprire i talenti di domani?

Marco Mazzoni


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3 commenti

Io (Guest) 13-05-2018 14:46

Lopez di origini paraguaiane ma italiano, con padre o madre, adesso non ricordo con precisione , italiani

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ago (Guest) 13-05-2018 08:03

Un grosso applauso a chi si spende per continuare questo evento!

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Sottile 12-05-2018 17:32

Diego Lopez mi sembra spagnolo più che italiano….
Sia lui che Trevisan comunque non hanno mantenuto le attese….

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