Australian Open 2018 ATP, Copertina, WTA

Australian Open Day9: shock Nadal! Con Edmund la Gran Bretagna “dimentica” Murray mentre il Belgio fa festa con Elise Mertens (Video)

23/01/2018 15:51 8 commenti
Marin Cilic classe 1988
Marin Cilic classe 1988

Nella notte italiana è arrivata la prima grande sorpresa di questa Day9 degli Australian Open 2018: probabilmente provato e con l’energia in riserva per i turni precedenti o più semplicemente sorpreso dall’ottimo livello messo in campo dall’avversario, il bulgaro Grigor Dimitrov, semifinalista l’anno scorso e favorito numero 3 del seeding, è stato battuto in 4 set dall’inglese Kyle Edmund, un classe ’95 poco celebrato ma costante nella sua crescita e autore qui a Melbourne di un “signor” torneo.

Mentre si aspettavano i vari Kyrgios, Zverev, Rublev, il biondo Kyle ha piazzato la zampata giusta, prendendosi la prima semifinale della carriera, con i sopracitati colleghi che, proprio a livello Slam, fanno ancora fatica e sognano un simile traguardo.
Sorprendente è stato anche l’esito del primo quarto di finale femminile: la 23enne ucraina Svitolina è stata sconfitta, senza se e senza ma, dalla 22enne belga Mertens. La giocatrice di Lovaina veniva da un inizio di stagione vincente, con la doppietta a Hobart in singolare e in doppio, confermando in generale una progressione continua che l’ha oramai portata alle porte della top30 (era numero 37 del ranking WTA prima degli Aus Open e farà un balzo notevole con questo risultato). Eppure impressiona la facilità con cui la numero 4 del seeding è stata spazzata via: per Elise conquistare a questo punto la finale appare impresa non impossibile visto il tennis messo in campo. Intanto un Paese intero trova una nuova beniamina dopo i fasti di Henin e Clijsters.

Rafa Nadal sembrava lanciato verso l’ennesima finale Slam contro la sua nemesi sportiva Roger Federer: avversari alla portata con Marin Cilic, da affrontare nei quarti e battuto in passato a ripetizione, che non sembrava fare eccezione. Eppure fin da subito è stato chiaro che il discorso stavolta sarebbe stato diverso: il croato è sceso in campo con una solidità pazzesca, ha raddrizzato più volte situazioni scomode e non ha mai mollato. Cosa che invece è stato costretto a fare al principio del set decisivo il tennista spagnolo: dolore muscolare alla gamba destra per il maiorchino che gli ha impedito di continuare il match contro il croato e gli Australian Open che ancora una volta si rivelano torneo…indigesto. Momento chiave pareva essere il tie break del terzo set vinto da Rafa ma proprio lì, si è invece spenta la luce. Il quarto è stata una rapida formalità e dopo diverse chiamate al fisioterapista, sotto 0 – 2 nel quinto Nadal ha alzato bandiera bianca. Spiace quando si abbandona il campo per infortunio: non possiamo però non celebrare Marin Cilic che adesso in semifinale contro Edmund avrà un’occasione più che ghiotta.

Ci ha provato allora Carla Suarez Navarro a tirare su il morale della Spagna (tennistica) intera: contro la danese Wozniacki ha subito all’inizio in modo tremendo (beccandosi un rosco come direbbero proprio in Spagna), è stata brava a rimettere in piedi il match vincendo il secondo al tie break prima di cedere nettamente il terzo per 6/2. La danese adesso contro la Mertens può provare a rompere la sua maledizione Slam: in ogni caso sarà un match spettacolo.


Alessandro Orecchio


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8 commenti

GIALAPPA SBANDY REMIX 24-01-2018 03:43

Reintegro il discorso. Una nazione come l’Inghilterra, anni fa aveva Jeremy Bates unico giocatore nei 100, e nemmeno competitivo, era dietro ampiamente le prime 50 posizioni. Dietro, forse un top 200, se non ricordo male, poi tutti giocatori da future.
Ricordo le riviste di tennis inglesi che aveva mio cugino ( mamma di Londra ) con addirittura dei bei servizi riguardo i giocatori britannici ! Giocatori che se arrivavano nei quarti nei challenger su erba era un miracolo. Eppure non li snobbavano !
Come in effetti facciamo noi con Fognini e Seppi. Gli spagnoli direbbero : ma cosa cavolo scriveranno su una rivista sportiva, di giocatori italiani che non vincono uno Slam nemmeno per miracolo ?
Ma per noi sono il nostro orgoglio, quindi se una volta battono Nadal, siamo più che contenti.
Oggi, se Murray è fuori dai giochi, trovano Edmund.
Gli australiani, se perdono per strada Tomic, trovano Kyrgios … che di australiano hanno poco come origini …
Nel caso degli inglesi, comunque, si tratta di scorciatoie.
Vero inglese tennisticamente era Henman.
Murray è stato costruito in Spagna. L’ho visto giocare le quali qui a Barletta, ed i future spagnoli di Vic e Lleida, quando Murray era ancora fuori dai 200. A Barletta era oltre il posto n.400.
Era sotto la guida del guru colombiano trapiantato in Spagna Pato Alvarez. Accademia Casal – Sanchez come base. Viveva a Barcellona ( un giorno l’ho incontrato pure casualmente in una catena di fast food … mi sembra il Kentucky Fried Chicken ), mi ha riconosciuto e mi ha salutato. A Barletta, 17enn, Pato Alvarez mi ha detto : guarda Gabri : fagli una foto perchè ti presento il futuro n.1 del mondo.
( tradotto : il futuro n.1 al mondo è diventato il n.1 al mondo, in Italia gioca ancora i futures e non per colpa sua … infortuni o gestione del giocatore scorretta ).
Quindi non è che adesso la scuola inglese ha sfornato due giocatori competitivi come Murray ed Edmund, si appoggia all’estero, come concetto e scuola tennistica.
Sempre quando non naturalizza i giocatori come il canadese Greg Ruseski naturalizzato inglese a carriera in corso.
Nishikori giapponese ! Si, però costruito negli states dove vive. Idem Taro Daniel, mi sembra di padre spagnolo e madre giapponese o una cosa del genere. Vissuto e cresciuto tennisticamente in Spagna. Di scuola giapponese ha poco.
Però intanto due dei tre top 100 giapponesi, di cui un top 10, non avranno niente di giapponese tennisticamente parlando, ma portano risultati per il Giappone.
E forse anche Sugita, Nishioka sono cresciuti all’estero, dovrei documentarmi.
Credo che anche Chung sia stato formato non in Corea, dovrei informarmi meglio.
Baghdatis top 10 cipriota ! Adesso sanno giocare anche a Cipro e le scuole tennis hanno prodotto un top 10 ?
No : prodotto tennistico francese. E’ cipriota, ma cresciuto in Francia da team francesi.

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GIALAPPA SBANDY REMIX 24-01-2018 03:23

Scritto da gisva

Scritto da GIALAPPA SBANDY REMIX

Scritto da Piripi
Se prendessimo qualche maestro belga? Una nazione grande come un paio di nostre regioni ha sfornato fior di (soprattutto) campionesse e anche campioni, ed ora la Mertens

Nel tennis, e spesso anche in altri sport, non conta la dimensione di una nazione ( sia a livello di numero di abitati alias popolazione, che a livello di potenza economica / tecnologica ).
Contano le metodologie di lavoro. Una Svezia che aveva un buon modo di lavorare che creava nello stesso periodo stelle assolute di livello mondiale ( 4 top 10 nella stessa settimana, 3 numeri uno nello spazio di 15 anni : Borg, Wilander ed Edberg ), oggi non ha più un solo giocatore nei primi 100. Perchè è saltata la scuola tennistica che c’era in quei tempi.
Gli svedesi sono molto meno degli italiani.
Non è che tutt’a un tratto nascono tre o quattro fenomeni tutti nello stesso posto : è invece vero che in quel periodo i team riescono a trovare dei talenti, a non disperderli, costruendone degli atleti di qualità vincenti.
In Italia potremmo avere 10-100 giocatori del livello di Nadal o Federer, se però da loro non sai tirare fuori nemmeno un top 10, il problema è proprio in chi deve modellare il materiale.
E come se Giotto o Raffaello, al posto di dipingere il cielo azzurro con nuvolette bianche ed i prati verdi, dipingessero il cielo grigio, ed i prati in mezzo alla nebbia.
Non c’è nulla da fare : da noi negli ultimi 40 anni, il metodo di lavoro dei vari team non ha avuto il metodo corretto per far si che avessimo dei top 10. Bisogna solo aspettare, che qualcuno si inventi qualcosa, o carpisca il segreto dagli altri, e si cambi questo sistema di lavoro.
Io ho analizzato i best ranking degli spagnoli … ebbene … in pochi si fermano tra la n.50 e la n.100 come migliore posizione in carriera. Sono quasi tutti sotto la n.50, come best ranking.
Vuol dire molto. Sanno che il livello tra il n.40 ed il n.100 è praticamente uguale, quindi vanno a prendere punti per entrare nei 50. Difficilmente gettano al vento punti che fanno la differenza. Entrare nei primi 100, in Italia è considerato un punto d’arrivo, in Spagna un punto di partenza. Oltre al fatto che la Federazione da soldi ai giocatori per iniziare l’attività professionistica, che poi restituiranno come iniziano a guadagnare, e devono restituire anche per quelli che non ce la fanno. Cioè : se la Federazione da 100 a 3 giocatori, ed 1 sfonda, mentre gli altri 2 falliscono, poi quello che sfonda deve restituire 100. Gli altri due cambiano mestiere.
Se rimane tra le posizioni n.50 e 100, è chiaro che rischia di portare a casa poco, se deve poi restituire alla federezione gli aiuti ricevuti, no ? Quindi : si va nei primi 50.
E’ benissimo verificabile.
Andate sul sito ATP ufficiale. Fate uscire le classifiche. Andate a caso in una data riguardo una classifica recente o meno recente. Prendete qualsiasi giocatore spagnolo, cliccate e ne uscirà la scheda. Trovare uno nei primi 100, che non ha un best ranking in carrire da primi 50, è rarissimo. Se provate con 30 tennisti spagnoli, arrivate più o meno a 2 con best ranking dietro i primi 50, gli altri tutti sopra.

Ma proveresti a dirmi quali sono i tennisti azzurri che avrebbero potuto essere top10 e non lo sono stati perché mal gestiti????
Il problema dell’Italia è che i talenti fisici o non li abbiamo o fanno altri sport o non vengono selezionati correttamente da bambini, Io sono per la seconda ipotesi…

In Spagna secondo te giocano solo a tennis ? Nel calcio, nel ciclismo etc., non vincono mai niente ?
Se fosse come dici tu, Nadal dovrebbe fare come suo zio Miguel Angel Nadal : giocare nel Barcellona, no ?
In Svizzera giocano tutti a tennis, e nessuno va a sciare ?
In Austria ( Muster, Thiem ) idem ?
Non è li la chiave del problema.
Su 60 milioni di esseri umani viventi in Italia non ci sono i talenti fisici ? Non ci credo.
La chiave del problema è nella sbagliata concezione della gestione del tennista, non è una coincidenza se molti nostri tennisti professionisti raggiungono il best ranking dopo i 30 anni ( Sanguinetti, Pozzi, Galvani, Lorenzi etc. etc. ).
Non conosci i talenti che avevamo dispersi ? Cioè che non hanno raggiunto i top 10.
Se ci mettiamo anche i vari Volandri, Fognini, Gaudenzi, Camporese e Seppi ( non sono andati nei top 10 e non hanno vinto tornei del Grande Slam o ATP 1000 ) che comunque sono i migliori che ci si sono avvicinati, già il discorso tiene.
Poi però dobbiamo aggiungerci quelli che ci sono andati lontano, o lontanissimo. Luzzi, Pistolesi, Nargiso … i Quinzi, Sciortino, Volante, De Vecchis, Virgili, Cinà, Ansaldo, Varriale, Trevisan, e di sicuro dimentico qualcuno che è andato nel dimenticatoio. Quindi dobbiamo moltiplicare questo numero per 2 se non per 3.
Tutti che potenzialmente, inseriti in un altro contesto, potevano diventare top 10. Non ne avevano le qualità ?
E il team, a cosa serve ? Un gruppo di lavoro, uno staff tecnico serve a tirarle fuori da dove ci sono, o a costruirle dal quasi nulla.
Non ditemi che un Rainer Schuettler ( top 10 e finalista agli Australian Open ), un Lapentti o un Gilles Simon non ci sia tra quell’elenco di tennisti italiani. Non ci credo.
Gilles Simon … di Nizza … territorialmente italiano come Joseph Marie Garibaldi ! ( in arte in italiano Giuseppe Garibaldi ).
Pensa tu : un talento da top 10, invece di nascere in Italia, nase 20 km più in la, ed invece di qua nasce uno che non ha talento per diventare top 10 come Fognini. O non quadra, o è sf…a ! ( Sfortuna ).

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gisva 24-01-2018 00:18

Scritto da GIALAPPA SBANDY REMIX

Scritto da Piripi
Se prendessimo qualche maestro belga? Una nazione grande come un paio di nostre regioni ha sfornato fior di (soprattutto) campionesse e anche campioni, ed ora la Mertens

Nel tennis, e spesso anche in altri sport, non conta la dimensione di una nazione ( sia a livello di numero di abitati alias popolazione, che a livello di potenza economica / tecnologica ).
Contano le metodologie di lavoro. Una Svezia che aveva un buon modo di lavorare che creava nello stesso periodo stelle assolute di livello mondiale ( 4 top 10 nella stessa settimana, 3 numeri uno nello spazio di 15 anni : Borg, Wilander ed Edberg ), oggi non ha più un solo giocatore nei primi 100. Perchè è saltata la scuola tennistica che c’era in quei tempi.
Gli svedesi sono molto meno degli italiani.
Non è che tutt’a un tratto nascono tre o quattro fenomeni tutti nello stesso posto : è invece vero che in quel periodo i team riescono a trovare dei talenti, a non disperderli, costruendone degli atleti di qualità vincenti.
In Italia potremmo avere 10-100 giocatori del livello di Nadal o Federer, se però da loro non sai tirare fuori nemmeno un top 10, il problema è proprio in chi deve modellare il materiale.
E come se Giotto o Raffaello, al posto di dipingere il cielo azzurro con nuvolette bianche ed i prati verdi, dipingessero il cielo grigio, ed i prati in mezzo alla nebbia.
Non c’è nulla da fare : da noi negli ultimi 40 anni, il metodo di lavoro dei vari team non ha avuto il metodo corretto per far si che avessimo dei top 10. Bisogna solo aspettare, che qualcuno si inventi qualcosa, o carpisca il segreto dagli altri, e si cambi questo sistema di lavoro.
Io ho analizzato i best ranking degli spagnoli … ebbene … in pochi si fermano tra la n.50 e la n.100 come migliore posizione in carriera. Sono quasi tutti sotto la n.50, come best ranking.
Vuol dire molto. Sanno che il livello tra il n.40 ed il n.100 è praticamente uguale, quindi vanno a prendere punti per entrare nei 50. Difficilmente gettano al vento punti che fanno la differenza. Entrare nei primi 100, in Italia è considerato un punto d’arrivo, in Spagna un punto di partenza. Oltre al fatto che la Federazione da soldi ai giocatori per iniziare l’attività professionistica, che poi restituiranno come iniziano a guadagnare, e devono restituire anche per quelli che non ce la fanno. Cioè : se la Federazione da 100 a 3 giocatori, ed 1 sfonda, mentre gli altri 2 falliscono, poi quello che sfonda deve restituire 100. Gli altri due cambiano mestiere.
Se rimane tra le posizioni n.50 e 100, è chiaro che rischia di portare a casa poco, se deve poi restituire alla federezione gli aiuti ricevuti, no ? Quindi : si va nei primi 50.
E’ benissimo verificabile.
Andate sul sito ATP ufficiale. Fate uscire le classifiche. Andate a caso in una data riguardo una classifica recente o meno recente. Prendete qualsiasi giocatore spagnolo, cliccate e ne uscirà la scheda. Trovare uno nei primi 100, che non ha un best ranking in carrire da primi 50, è rarissimo. Se provate con 30 tennisti spagnoli, arrivate più o meno a 2 con best ranking dietro i primi 50, gli altri tutti sopra.

Ma proveresti a dirmi quali sono i tennisti azzurri che avrebbero potuto essere top10 e non lo sono stati perché mal gestiti????
Il problema dell’Italia è che i talenti fisici o non li abbiamo o fanno altri sport o non vengono selezionati correttamente da bambini, Io sono per la seconda ipotesi…

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GIALAPPA SBANDY REMIX 23-01-2018 18:39

Scritto da Piripi
Se prendessimo qualche maestro belga? Una nazione grande come un paio di nostre regioni ha sfornato fior di (soprattutto) campionesse e anche campioni, ed ora la Mertens

Nel tennis, e spesso anche in altri sport, non conta la dimensione di una nazione ( sia a livello di numero di abitati alias popolazione, che a livello di potenza economica / tecnologica ).
Contano le metodologie di lavoro. Una Svezia che aveva un buon modo di lavorare che creava nello stesso periodo stelle assolute di livello mondiale ( 4 top 10 nella stessa settimana, 3 numeri uno nello spazio di 15 anni : Borg, Wilander ed Edberg ), oggi non ha più un solo giocatore nei primi 100. Perchè è saltata la scuola tennistica che c’era in quei tempi.
Gli svedesi sono molto meno degli italiani.
Non è che tutt’a un tratto nascono tre o quattro fenomeni tutti nello stesso posto : è invece vero che in quel periodo i team riescono a trovare dei talenti, a non disperderli, costruendone degli atleti di qualità vincenti.
In Italia potremmo avere 10-100 giocatori del livello di Nadal o Federer, se però da loro non sai tirare fuori nemmeno un top 10, il problema è proprio in chi deve modellare il materiale.
E come se Giotto o Raffaello, al posto di dipingere il cielo azzurro con nuvolette bianche ed i prati verdi, dipingessero il cielo grigio, ed i prati in mezzo alla nebbia.
Non c’è nulla da fare : da noi negli ultimi 40 anni, il metodo di lavoro dei vari team non ha avuto il metodo corretto per far si che avessimo dei top 10. Bisogna solo aspettare, che qualcuno si inventi qualcosa, o carpisca il segreto dagli altri, e si cambi questo sistema di lavoro.
Io ho analizzato i best ranking degli spagnoli … ebbene … in pochi si fermano tra la n.50 e la n.100 come migliore posizione in carriera. Sono quasi tutti sotto la n.50, come best ranking.
Vuol dire molto. Sanno che il livello tra il n.40 ed il n.100 è praticamente uguale, quindi vanno a prendere punti per entrare nei 50. Difficilmente gettano al vento punti che fanno la differenza. Entrare nei primi 100, in Italia è considerato un punto d’arrivo, in Spagna un punto di partenza. Oltre al fatto che la Federazione da soldi ai giocatori per iniziare l’attività professionistica, che poi restituiranno come iniziano a guadagnare, e devono restituire anche per quelli che non ce la fanno. Cioè : se la Federazione da 100 a 3 giocatori, ed 1 sfonda, mentre gli altri 2 falliscono, poi quello che sfonda deve restituire 100. Gli altri due cambiano mestiere.
Se rimane tra le posizioni n.50 e 100, è chiaro che rischia di portare a casa poco, se deve poi restituire alla federezione gli aiuti ricevuti, no ? Quindi : si va nei primi 50.
E’ benissimo verificabile.
Andate sul sito ATP ufficiale. Fate uscire le classifiche. Andate a caso in una data riguardo una classifica recente o meno recente. Prendete qualsiasi giocatore spagnolo, cliccate e ne uscirà la scheda. Trovare uno nei primi 100, che non ha un best ranking in carrire da primi 50, è rarissimo. Se provate con 30 tennisti spagnoli, arrivate più o meno a 2 con best ranking dietro i primi 50, gli altri tutti sopra.

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Mgari (Guest) 23-01-2018 18:24

Si come in Svizzera quando presero coach neozelandesi

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GIALAPPA SBANDY REMIX 23-01-2018 18:23

Scritto da Bonfanm
Gran bel torneo .. per una volta sorprese sia in campo femminile che maschile. Aperto a ogni risultato. Vediamo domani .. dopo Djokovic e Rafa non sarà facile nemmeno per Federer .. potrebbe essere uno Slam che va a premiare volti assolutamente nuovi.

Vero, buono cambiare, però io mi ricordo i tempi in cui era passato il periodo dei tiranni che andavano sempre in finale, dove c’erano sorprese su sorprese. In certe edizioni di tornei del Grande Slam anni ’90 andavano nei quarti di finale solo 3 teste di serie, gli altri 5 erano fuori dal seeding. Poi è anche vero che spesso, tra quelli che non erano teste di serie, si nascondevano i nuovi protagonisti del circuito mondiale, che poi andavano a vincere i tornei a venire. Comunque finali con dentro Malivai Washington o Pioline o Pernfors, non erano certamente meglio di quelle tra Edberg e Becker, o tra Sampras ed Agassi.
Io prenderei sempre una finale tra Nadal e Federer, che tra Edmund e Federer, ad esempio.

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Piripi (Guest) 23-01-2018 16:39

Se prendessimo qualche maestro belga? Una nazione grande come un paio di nostre regioni ha sfornato fior di (soprattutto) campionesse e anche campioni, ed ora la Mertens

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Bonfanm 23-01-2018 16:06

Gran bel torneo .. per una volta sorprese sia in campo femminile che maschile. Aperto a ogni risultato. Vediamo domani .. dopo Djokovic e Rafa non sarà facile nemmeno per Federer .. potrebbe essere uno Slam che va a premiare volti assolutamente nuovi.

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