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Nick Kyrgios: adesso fa paura…

14/01/2018 23:42 3 commenti
Nick Kyrgios classe 1995
Nick Kyrgios classe 1995

Quale miglior modo di inaugurare un lungo anno tennistico se non con una vittoria in patria per battezzare una campagna australiana che si spera, si possa giocare da assoluto protagonista? Nick Kyrgios ha cominciato al meglio il 2018 alzando al cielo il trofeo dell’ATP250 di Brisbane, deliziando i tanti supporters aussie sugli spalti e cominciando a spaventare gli avversari: e se adesso Kyrgios facesse sul serio?

È tremendamente vero l’adagio popolare che recita “una rondine non fa primavera” e che ben altri saranno i banchi di prova cui sottoporsi per Kyrgios, ma l’inizio è assolutamente positivo…e confortante. Il quarto torneo del circuito maggiore vinto a soli 22 anni dopo un digiuno lungo più di un anno: l’ultimo successo era arrivato infatti nell’ottobre del 2016 a Tokyo (è pur vero che nel 2017, anno del digiuno, ha raggiunto due finali prestigiose nel Masters1000 di Cincinnati e all’ATP500 di Pechino) ma al di là dei trofei messi in bacheca, il Kyrgios che esce da Brisbane sembra essere…diverso.

Concentrato sul suo tennis, equilibrato in campo, addirittura oserei dire tranquillo: il servizio è la bomba di sempre, i fondamentali fanno sempre i buchi in campo, se Kyrgios mantiene questa serenità mentale e mette da parte gli atteggiamenti da ribelle abbiamo di fronte un potenziale campione, e questa volta non è una semplice previsione/frase fatta.
Dobbiamo essere realisti: chiedere a un tennista viscerale e impulsivo come l’australiano di cambiare totalmente registro e diventare un santo in campo, è sinceramente fuori luogo e irrealistico. Gli atteggiamenti al limite ci saranno sempre ma dare una prova di maturazione e capire che il tennis è un impegno da prendere sul serio senza troppe imprecazioni, uscite infelici e lanci di racchette sparse qua e là è qualcosa che il mondo del tennis deve augurarsi.
È innegabile che si tratti di un momento particolare per il tennis attuale. Federer sembra eterno ma l’età ci dice che non lo è, Nadal ha due ginocchia di cristallo, Djokovic semina dubbi sulle sue motivazioni e sulla sua condizione fisica, Murray è out per almeno 6 mesi per l’operazione all’anca mentre Wawrinka e Nishikori sono attesi al varco del rientro post infortunio: un tennista come Kyrgios, se smette di essere un bad boy della racchetta, può diventare una bellissima realtà, cui appassionarsi e da tifare spudoratamente, mentre i colleghi più “giovani” sono ancora in fase di rodaggio.

Il primo test importante è imminente: gli Australian Open ci diranno se Kyrgios sarà in grado di reggere la pressione di un intero continente, scrollandosi di dosso i panni del tennista che vanifica il suo talento e cominciando ad “amare” un po’ di più quello a cui si dedica a suon di vittorie, senza vederlo solo come un lavoro.


Alessandro Orecchio


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3 commenti

gido 15-01-2018 08:07

Scritto da Case
Piccolo inutile appunto.. Questo insistere nel dare dello spacca-racchette a Kyrgios dalla gente.. Credo che Zverev ne abbia spaccate molte di più. Ok stop, finita qua.

diciamo che non ha solo spaccato le racchette….

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codro (Guest) 15-01-2018 03:01

Anche a brisbane, cmq,non sono mancati i suoi deprecabile show….vedi il primo set contro Dolgopolov!

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Case (Guest) 14-01-2018 23:51

Piccolo inutile appunto.. Questo insistere nel dare dello spacca-racchette a Kyrgios dalla gente.. Credo che Zverev ne abbia spaccate molte di più. Ok stop, finita qua.

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