Interviste Livetennis Copertina, Generica, WTA

Martina Di Giuseppe: “Supererò i miei limiti e darò tutto…aspettando l’aurora boreale!”. La ventiseienne tennista romana racconta ai lettori di Livetennis la sua storia, i suoi sogni, le sue emozioni.

09/12/2017 17:46 8 commenti
Martina Di Giuseppe classe 1991 e n.309 WTA
Martina Di Giuseppe classe 1991 e n.309 WTA

“Noi dobbiamo questa magnifica montagna a certa eruzione vulcanica anteriore di parecchi secoli alla fondazione di Roma. In un tempo che ha preceduto ogni storia, essa emerse in mezzo alla vasta pianura che una volta si estendeva tra gli Appennini e il mare.” – Stendhal – La badessa di Castro

Così lo scrittore francese, amante dei paesaggi italiani, descrive il territorio dei Castelli Romani in un romanzo interamente ambientato ad Albano laziale. Un’affascinante atmosfera cinquecentesca, ben lontana dall’iconografia fatta di canzoni e film un po’ grevi che spesso si associano a questo incantevole territorio situato a Sud-Est di Roma, fa da cornice ad una tragica storia d’amore, in un’opera che sarà il preludio del capolavoro “La Certosa di Parma”. Proprio in questo suggestivo scenario, che vede i monti laziali scendere sinuosi verso i laghi, è nata ed ha impugnato la sua prima racchetta Martina Di Giuseppe, la simpatica tennista che incontriamo oggi.

Martina, come di consueto, iniziamo anche nel tuo caso con una piccola scheda di presentazione:

Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 6 anni a Santa Maria delle Mole, un piccolo paese vicino Pavona di Albano Laziale, dove sono nata. In famiglia nessuno giocava, io praticavo il nuoto e quando uscivo mi fermavo sempre alla recinzione del circolo del tennis per vedere i bambini che giocavano. Un giorno il maestro Aldo Valdrucci, vedendomi sempre lì attaccata alla rete, mi chiese se volevo provare. Mi è subito piaciuto e così, per i successivi due anni, nuotavo e giocavo a tennis. Ero bravina in entrambi gli sport e quando mi chiesero di scegliere uno dei due per fare attività agonistica, scelsi il tennis. Sono una giocatrice un po’ atipica a cui piace variare il ritmo: appena posso, e se riesco, vengo a prendere il punto a rete. I mie colpi migliori sono la smorzata e il dritto: da migliorare tutto il resto, soprattutto la seconda di servizio, vero e proprio tallone d’Achille. Ora mi alleno al Parioli con Vittorio Magnelli, Roberto Meneschincheri e Gianluca Pasquini.



Partiamo dalla stagione che si è conclusa. Hai ottenuto il tuo best ranking (315) ed hai vinto il tuo primo 25.000k in Svezia battendo la Dulgheru in semifinale. Lì hai giocato il tuo miglior tennis?

In realtà in Svezia fino alla semifinale non avevo giocato benissimo, ho sfruttato un tabellone un pochino favorevole senza esprimere un bel tennis. In semifinale e in finale ho giocato bene certo, ma la partita migliore dell’anno l’ho giocata a Pula contro la spagnola Saez Larra, ad aprile.



Bilancio positivo per il 2017 o ci sono dei rimpianti? Per esempio contro la Gamiz a Pula in semifinale…

No, non ho rimpianti per il 2017 anzi. C’è stato il periodo estivo in cui ho fatto 6 primi turni consecutivi, quindi sicuramente sono stata poco continua, ma verso la fine dell’anno ho giocato molto bene. In quella partita in particolare ho avuto due set points ma ho lottato, mi sono divertita tantissimo. Non posso recriminare nulla.



Quest’anno hai festeggiato il tuo decimo anno da professionista ed hai ancora 26 anni. Pensando a dieci anni fa ti aspettavi che la tua carriera andasse in questo modo?

Sicuramente avrei sperato in qualcosa di meglio. Ma sai, quando sei piccola pensi che sia un pochino più semplice, non hai la minima idea degli ostacoli che il tennis e la vita ti possono mettere di fronte.



Hai dovuto spesso far fronte ad infortuni, soprattutto alle ginocchia. Come stai ora e come hai fatto ad attraversare i periodi più difficili?

Alle ginocchia ho avuto problemi già in fase di crescita e poi una fastidiosa tendinite. Il problema più serio però l’ho avuto con la mandibola che col tennis non c’entra nulla, avevo una lussazione dei dischi. Non riuscivo più a mangiare. In un anno e mezzo avevo perso 12 chili. In quel periodo pensavo a tutto tranne che a giocare, non era più il tennis la mia priorità bensì cercare di guarire. Ringrazio ancora il professore che mi ha operata, è stato un periodo bruttissimo e lui con la sua straordinaria professionalità mi ha fatto tornare il sorriso in tutti i sensi. Ti accorgi di chi ti vuole bene nei periodi difficili: sono loro le persone che ti aiutano e ti spronano ad affrontare tutto con la giusta forza e determinazione.



Che tipo di giocatrice sei in campo, sul piano del comportamento, e come gestisci la tensione?

Come gestisco la tensione? Sono 20 anni che gioco a tennis e ancora non ci sono riuscita ahahahah! Forse è il mio più grande problema. Scherzi a parte, sono una ragazza tranquilla sia fuori che dentro al campo. Forse una delle poche persone che quando è in campo non si trasforma.



Che tipo di rapporto hai con i tuoi coach e su che cosa lavorerete nella prossima preparazione?

I miei maestri li conosco da tempo, con Vittorio e Bobo mi alleno “solo” da 6 anni ma sono 10 anni che gioco per il Parioli la coppa a squadre, siamo legati da un rapporto di profonda stima e fiducia. Con Gianluca sicuramente ho un rapporto ancora più speciale, lui per me non è solo il mio preparatore atletico ma uno zio, uno psicologo, un amico…insomma è un po’ il mio punto di riferimento. Quest’anno cercheremo di lavorare tanto sul servizio per essere più aggressiva in campo. Fisicamente ci concentreremo sulla reattività e sulla resistenza.



C’è stata un’avversaria che ti ha proprio fatto saltare i nervi? Puoi non dirci chi è ma raccontaci quello che è successo:

Guarda se me lo ricordassi te lo direi pure il nome perché io è raro che litigo in campo. Ma non lo ricordo per sua fortuna. Una ragazza russa in Turchia qualche anno fa mi fece saltare i nervi. Avrei dovuto capire che non era tanto normale già quando è arrivata con 12 minuti di ritardo rischiando il w.o. per una manciata di minuti, giocando nello stesso resort dove si dormiva. Poi ero avanti 6-1 1-0 ed ha iniziato ad urlarmi contro anche quando sbagliavo o facevo doppio fallo. Avrà lanciato la racchetta forse 20 volte. Quando ha detto poi: “You can not play ten drop shot in one game” è stato il massimo. Insomma alla fine ho perso 7/6 al terzo. Con tutto il resort che faceva il tifo per me. Le ho dato la mano solo perché sono una ragazza educata ma si meritava ben altro.



E’ possibile l’amicizia tra tenniste oppure sono solo rapporti di lavoro? E chi sono le tue migliori amiche?

Io le amicizie più belle le ho coltivate nel tennis quindi per me possono esistere eccome. Sicuramente mi dimentico qualcuna se faccio i nomi…mi ci farai litigare Allora: Remondina, Gatto, Gabba, Moroni, Savoretti, Spigarelli, Moratelli, Burnett… le mie stesse compagne di squadra del Parioli. Forse nel circuito WTA, dove gli interessi economici iniziano ad esseri sostanziosi, è più difficile avere rapporti di amicizia ma nel circuito ITF si può.



E’ in atto una transizione nel tennis italiano. Tu sei fiduciosa che qualcuna tra Paolini, Chiesa, Brescia, Trevisan, potrà entrare tra le prime 100 nel 2018?

Ti sei dimenticato Rosatello e Pieri! Sono sicura di sì, sono tutte ottime ragazze ed ottime giocatrici.



E tra le giovanissime chi ti piace?

Le ragazze junior le conosco meno, quindi non saprei farti qualche nome se non quello della Samsonova, anche se è una ’98, che secondo me ha un potenziale elevatissimo.



Ora che hai toccato il tuo best ranking e sei nella tua piena maturità psicofisica quali possono essere i tuoi limiti e gli obiettivi da raggiungere?

Il mio obiettivo è cercare di superare i miei limiti. E sapere di aver dato tutto quello che avevo, senza avere rimpianti.



Tra le giocatrici non italiane che hai incontrato o visto giocare negli ultimi tempi, da chi ti aspetti una scalata nel ranking?

Sicuramente dalla Danilovic. Credo di non aver mai visto una ragazza di 16 anni giocare così bene.



Roberta Vinci ha dichiarato si ritirerà nel 2018 nella tua Roma, ai prossimi Internazionali. Che effetto ti fa e che messaggio ti senti di mandarle?

È da quando sono piccolina che mi sento dire che gioco come la Vinci nonostante io abbia un centesimo del suo immenso talento. Posso solamente ringraziare lei e il Parioli per avermi dato l’opportunità e l’onore di conoscerla e di poterci giocare insieme alcuni doppi. Scusarmi per averle fatto perdere un doppio, probabilmente l’unico della sua straordinaria carriera e dirle che ci mancherà tantissimo. In un tennis ormai così tecnicamente omologato veder giocare lei era sempre un immenso piacere. Ancora oggi sono sempre un po’ in soggezione quando le devo parlare, ma visto che posso scriverlo ne approfitto: “Grazie Roby per le emozioni che ci hai regalato,un grandissimo in bocca al lupo qualsiasi cosa sceglierai di fare!”



Tu hai giocato le semifinali dei Campionati Italiani di Serie A. Molti pensano che gli incontri di club siano tecnicamente e agonisticamente di un livello inferiore rispetto ai tornei e che molte giocatrici non diano il massimo. Cosa ne pensi?

Io credo sia nella professionalità che nella correttezza di una giocatrice, qualità che portano a dare il massimo per la squadra per la quale si gioca. A noi le competizioni a squadre servono per finanziarci, ma non ho mai visto nessuna prendere i soldi senza dare il 100% in campo.



Claudia Franzé ci ha presentato uno studio economico da cui si evinceva che la maggior parte delle tenniste sono in perdita a meno che non arrivino almeno alla semifinale dei tornei. Chichi Scholl si fa ospitare da famiglie nelle trasferte. Tu come riesci a far fronte ai costi di alberghi, voli ecc.?

Io devo in primis ringraziare i miei genitori che finanziano la mia attività e rendono possibile tutto questo. Il tennis è uno sport che costa tanto, si sa: io cerco sempre di organizzarmi per tempo e magari viaggiare in compagnia di qualche altra ragazza, così da dividere le spese.



Come prepari un incontro? Vai a vedere la giocatrice che devi affrontare, guardi filmati su youtube oppure preferisci svagarti e non pensare al match?

Se non conosco la mia avversaria, cerco sempre di informarmi magari chiedendo a qualche mia amica se la conosce così da avere almeno un’idea su come affrontare la partita.



Leggendo le tue pagine social si ha la sensazione che tu sia una ragazza socievole, che tende a divertirsi molto nelle pause dei tornei ed a ridere e scherzare con le compagne di stanza. E’ così?

Ahahah! Sì, io più o meno vado d’accordo con tutte, mi piace socializzare ridere e scherzare insieme, almeno nei momenti di pausa. A parte quando guardo serie TV che è l’unico momento in cui evado dal mondo!



Sei fidanzata? E come si gestisce un rapporto a distanza?

Sono fidanzata da 5 anni, alla base di tutto deve esserci fiducia reciproca. Per il resto, se hai la fortuna di trovare una persona matura e che capisce la tua vita, hai fatto tombola. Io ho fatto pure ambo, terno, quaterna e cinquina.



Cosa ami e cosa detesti del tennis?

Amo viaggiare e amo giocare a tennis perché mi diverte tantissimo. La cosa che più odio ? “A mio avviso il tennis è uno degli sport mentalmente più duri, perché sei sempre solo. Sei molto solo in campo, non hai nessuno da criticare o a cui chiedere aiuto, sei tutto solo e se ti capita di avere una giornata storta, hai una giornata storta e la devi affrontare. Negli sport di squadra se hai una giornata storta, la tua squadra può comunque vincere, puoi lasciar perdere o sostenere il tuo compagno, lui fa goal e tutto va bene, la tua squadra vince e tu mantieni la fiducia vincente. Nel tennis sei solo. È questa la cosa più sfiancante.” (Ernests Gulbis) Ecco le parole che meglio descrivono ciò che più odio del tennis. Il fatto che se giochi male non puoi essere sostituito, ma devi restare in campo anche se ti stai vergognando terribilmente.



Ed a proposito di solitudine, come si gestisce quella fuori dal campo?

Serie TV e libri e passa la paura…



Roma è al centro delle notizie di cronaca, non sempre per merito delle sue bellezze artistiche. Corruzione, violenza, traffico, allagamenti: talvolta si percepisce un po’ di sfiducia anche tra i romani sulle sorti della città. Tu hai fiducia e su che cosa punteresti per ripartire?

Io sono dei castelli romani, tutti i giorni per andare ai Parioli faccio 45 km ad andare e 45 a tornare. Il traffico purtroppo è sfiancante nella mia città. Quello che dici è vero. Purtroppo ti basta andare a Termini dopo le 22 per vedere il degrado che c’è nella nostra città. Per non parlare delle ultime vicende di Ostia. Non lo so sinceramente su cosa occorra puntare. Secondo me il problema di fondo in Italia è che la corruzione è alla base di tutto e che chiunque vada al governo, anche se mosso dalle migliori intenzioni, viene inghiottito dal sistema. C’è qualcosa che è più grande di noi lì. Nonostante tutto siamo la città e il paese più bello del mondo, quindi mi auguro con tutto il cuore che piano piano si possano trovare le contromisure a tutto questo.



Hai scritto su FB: “chi va al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte”. Che rapporto hai con il meridione?

Per me il meridione e la gente del Sud hanno un qualcosa in più. Sono andata a giocare un open a Barletta e ti giuro che neanche in un ITF ci avrebbero accolte così. Per loro sei uno di famiglia, hanno un calore, un’umanità, una generosità che va oltre.



L’Italia del calcio non andrà ai mondiali: da sportiva come hai reagito a questa notizia?

Se da una parte mi dispiace tantissimo non poter vedere la Nazionale con i miei amici davanti alla TV con patatine, Coca Cola e trombette, dall’altra sono sicura che almeno altri sport ugualmente straordinari come il basket, la pallavolo e lo stesso tennis, magari potranno avere un risalto maggiore nel nostro paese. Si parla troppo spesso di calcio: per carità a me piace tantissimo ma sembra che esista solo quello in Italia. E soprattutto sembra che siamo un popolo unito solo quando gioca la Nazionale di calcio e non va bene. Dobbiamo esserlo sempre.



Molti atleti non riescono a smettere perché fanno fatica a costruirsi una vita diversa da quella agonistica. Tu hai ancora tanti anni di carriera, ma hai un progetto per il dopo? E pensi di rimanere in ambito tennistico?

Io sì, credo fermamente di rimanere nel mondo del tennis. Ho un diploma da geometra, ho provato anche a lavorare con papà (fa il geometra) per un paio di mesi, ma…. preferisco di gran lunga l’aria aperta, la pallina gialla e la tuta scusa papà! Mi piacerebbe seguire qualche ragazzo o ragazza nei tornei, ma se mettessi su famiglia non potrei viaggiare. Quindi vediamo un attimino come si evolverà la mia vita ma ho le idee abbastanza chiare.



Quali sono il tuo libro ed il tuo film preferiti?

Libro? Te ne dico 3 : “Il terzo gemello” di Ken Follett; “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie e “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicker. Come film scelgo “La vita è bella”, “Titanic” e “Il gladiatore”.



Federico Buffa ha scritto a proposito del tennis: È nettamente lo sport più difficile di tutti, perché è il più complesso a livello mentale […] non c’è un altro sport con un simile dispendio psichico. Il dover capire chi hai davanti, come una partita può cambiare in un istante. […] Il pendolo oscilla in modo molto più rapido rispetto a tutti gli altri sport. Tu cosa ne pensi?

Credo proprio che abbia ragione. Io ad esempio sono molto emotiva e riuscire a gestire le mie emozioni non è per niente semplice. Quando perdi partite col match point a favore, ti restano impresse per giorni .. quelle brutte sensazioni te le ritrovi a farti visita ad ogni successiva occasione e non è per niente semplice non pensarci come dicono in tanti. Ma il tennis è bello per questo, ti pone sempre nuove sfide da affrontare.



Ad una cena nel miglior ristorante di Roma puoi invitare una persona tra queste tre: Rafa Nadal, Serena Williams, Usain Bolt. Chi ti porti e perché?

Allora partendo dal presupposto che chi mi conosce sa che ad una cena fuori preferisco di gran lunga una passeggiata al mare….. Federer non lo posso portare ?



Il tuo desiderio più grande da realizzare nel tennis?

Nel tennis un desiderio ce l’ho ma per scaramanzia preferirei tenerlo per me. Giuro che se riuscissi a realizzarlo sarai il primo a saperlo però. (Non è così utopistico, ho sempre i piedi per terra)



Benissimo, allora ci conto! Ed i tuoi tre desideri da realizzare nella vita?

Vedere il Gran Canyon e l’aurora boreale, una bella famiglia felice, una casa al mare.


Proprio vicino casa di Martina, passa un treno, un piccolo treno locale, che congiunge alcuni paesi dei Castelli romani. Croce e delizia degli abitanti è il passaggio a livello della ferrovia: quando le barriere si abbassano l’attesa è a volte molto lunga. “Il nostro incubo” ci ha detto Martina. Ma verrà un giorno, ancora lontano, in cui quelle barriere saranno benevole e si alzeranno per sempre lasciando correre Martina verso nuovi sogni. Lontano si scorgerà una luce che comporrà forme e colori affascinanti, perché, come scrive Victor Hugo…”noi guardiamo sempre dalla parte dell’aurora”.


Antonio De Filippo


TAG: , ,

8 commenti

Marco (Guest) 12-12-2017 07:01

@ ilpallettaro (#1998007)

Se non riuscirà a sfondare, pazienza, ci avrà provato. In ogni caso si sta costruendo una professionalità e tra qualche anno potrà fare la maestra di tennis o lavorare nel settore che ama. Ti pare poco? Non si può ridurre tutto al guadagno immediato, altrimenti addio passioni.

8
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Tennisaddicted (Guest) 10-12-2017 10:11

Una domanda per Martina: stai lavorando per migliorare la velocità, specie dei piedi?

7
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
pibla (Guest) 10-12-2017 09:57

Ragazza meravigliosa, in bocca al lupo per tutto!!!

p.s. per tanti anni si è allenata con la Caregaro, sotto la guida di Elia, nell’intervista non la nomina mai, cattivi rapporti?

6
Replica | Quota | 1
Bisogna essere registrati per votare un commento!
+1: Ken_Rosewall
alessandro zijno (Guest) 10-12-2017 08:29

intervista che mi sono letto tutta d jn fiato da grande tifoso di Martina. piccolo aneddoto. stavo giocando un torneo di quarta. a pomezia. lei era venuta a salutare il suo amico marco che insegnava li, nel periodo in cui era ferma per la mandibola. si mise alla rete a guardare la mia partita ed io mi caricai a tal punto che per 20 minuti non ho mai fatto unforced. me lo ricorderò sempre. poi l ho vista tante vokte x puo crescere ancora un casino!

5
Replica | Quota | 1
Bisogna essere registrati per votare un commento!
+1: Ken_Rosewall
Harlan 09-12-2017 19:10

Scritto da Harlan
Splendida intervista per merito di entrambi! Martina è una delle ragazze di seconda fascia che seguo con più cuore. Bel tennis e tanta sfortuna nella sua carriera. Avere la conferma che sia anche una persona di spessore non può portarmi a sostenerla ancora di più.. (soprattutto nel suo tallone d’Achille .. il terzo set :-D!!).

Non può che portarmi .. (errore di scrittura).

4
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Harlan 09-12-2017 19:08

Splendida intervista per merito di entrambi! Martina è una delle ragazze di seconda fascia che seguo con più cuore. Bel tennis e tanta sfortuna nella sua carriera. Avere la conferma che sia anche una persona di spessore non può portarmi a sostenerla ancora di più.. (soprattutto nel suo tallone d’Achille .. il terzo set :-D!!).

3
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
Ken_Rosewall 09-12-2017 18:34

Daje Martí!

2
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!
ilpallettaro (Guest) 09-12-2017 18:18

ottima intervista.
quando una persona non riesce a mantenersi con il lavoro che fa ma ha bisogno di integrazioni dal nucleo famigliare, e questo non per un breve periodo ma da sempre, in realtà sta facendo un hobby a tempo pieno e non un lavoro.

1
Replica | Quota | 0
Bisogna essere registrati per votare un commento!