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Verena Meliss: “Sorridi e il mondo sorride con te”. La ventenne tennista italiana si presenta ai lettori di livetennis

29/10/2017 12:19 8 commenti
Verena Meliss classe 1997 e n.1108 WTA
Verena Meliss classe 1997 e n.1108 WTA

“Ridi fanciulla che inciampi sul tuo lungo vestito/ridi, sdraiata sull’erba, mentre gli angeli ballano sul Danubio” – Pablo do Nascimento

San Candido (San Ciana in ladino) è un incantevole paesino di 3000 anime, situato nell’Alta Pusteria. Caratteristica di questo paesino, che fa parte del parco naturale delle Tre Cime, è di essere compreso nel bacino idrografico del fiume Danubio, al di là dello spartiacque alpino, ospitando le sorgenti del fiume Drava, uno dei maggiori affluenti del fiume blu che ispirò Strauss figlio per il più famoso dei valzer.

In questo luogo quasi magico, ricco di storia, è nata e cresciuta Verena Meliss, (con due s tiene a precisare) la tennista italiana che incontriamo oggi.

Allora Verena, presentati ai lettori di livetennis:

Ho iniziato a giocare a tennis a 5 anni. Il mio papà, che ha anche scelto il nome Verena, è maestro di tennis e quando ero piccola i miei genitori gestivano il bar al circolo tennistico di Caldaro, nel paese dove abito. Quindi sono praticamente cresciuta al circolo e il tennis è stato per me un amore a prima vista. Mi piaceva talmente tanto che la sera mi mettevo a giocare contro il muro della cucina. Questa abitudine a mia mamma piaceva meno…ma io non ne avevo mai abbastanza! A 13/14 anni però ho attraversato una fase durante la quale non volevo saperne più, forse perché avevo giocato troppo da piccola. E’ un errore che si fa spesso. A 15 anni allora mio padre mi ha portato al Tennis Club Rungg, a 10 minuti da casa mia, con la speranza che cambiando aria mi tornasse voglia di giocare. E così è stato! Il Rungg è ancora adesso il mio circolo, per cui gioco la serie B, e i miei allenatori sono Manuel e Valerio Gasbarri. Finora il 2017 per problemi fisici non è stato una stagione in cui sono riuscita a prendere continuità nel mio gioco, ma qualche torneo su cui puntare mi resta ancora.



Tuo padre è maestro di tennis. In generale credi che per una tennista questo sia un vantaggio oppure il rischio è che ci si senta sempre sotto esame, dal genitore e poi dal maestro?

Secondo me per ognuno è diverso, dipende molto da che rapporto si ha con il padre. Da piccola per me è stato sicuramente un vantaggio perché è stato grazie a lui che ho iniziato e trovato la passione in questo sport. Magari crescendo può anche diventare uno svantaggio soprattutto se in casa si parla soltanto di tennis. Ma ripeto, credo che sia molto soggettivo.



Come descriveresti il tuo gioco e quali sono i tuoi colpi migliori e da migliorare?

Sono un attaccante da fondo campo ma sto cercando di migliorare molto la fase difensiva. Mi piace muovere la palla con il diritto, infatti è il mio colpo migliore, mentre sul rovescio ci sto lavorando tanto.



E com’è, invece, il tuo carattere, in campo e fuori dal campo?

Sono una ragazza abbastanza tranquilla sia dentro che fuori dal campo, difficilmente mi lascio turbare da comportamenti delle avversarie o da ostilità.



In una intervista di qualche anno fa, che ho ritrovato sul web, sei descritta come la tennista “dalla lunga treccia bionda”. La porti ancora e quanto conta per te l’immagine?

Si la treccia bionda la porto sempre, ancora adesso: credo che l’immagine conti per ogni ragazza della mia età.



Tu sei giovanissima ma hai dovuto affrontare già alcune difficoltà, legate ad infortuni: la rottura dei legamenti della caviglia e una brutta ernia cervicale. Puoi descriverci questi periodi e come hai fatto a reagire psicologicamente?

Si purtroppo ho già avuto diversi infortuni fisici che mi hanno sempre tolto continuità di gioco, ho combattuto per anni con i legamenti. L’ultimo è stato un problema davvero importante. A 18 anni ho avuto un ernia cervicale che per 6 mesi mi ha creato fastidio al braccio. Ero molto vicina a decidere di smettere. Ma ho avuto la forza e la volontà di non mollare e di curarmi per bene. In questo periodo ho avuto anche delle persone al mio fianco che, nonostante tutto, hanno continuato a credere in me, mi sono state di grandissimo aiuto.



Nelle scorse settimane una ginnasta, Vanessa Ferrari, proprio mentre lottava per l’oro ai Mondiali si è rotta il tendine d’Achille. Ecco, che messaggio vuoi mandare a questa ragazza?

Ogni infortunio fa male, ma con la forza e la volontà giusta si diventa più forti di prima.
Ma soprattutto le auguro di avere intorno a sé delle persone che continuino a credere in lei anche nei momenti difficili.



Nel 2015 hai vinto l’Open di Trento, battendo in finale Deborah Chiesa e conquistando l’accesso alle pre-qualifiche del Foro Italico. Ora Deborah Chiesa punta alla top 200 del ranking mondiale. Ognuno ha la sua maturazione però questo dato è confortante per te non trovi?

Si è un bel ricordo quel torneo. Hai detto bene: ognuno ha la sua maturazione e il suo passato. Quindi è importante che ci si dia del tempo, perché alcuni magari ne hanno più bisogno di altri. Per me questo dato può solo essere una motivazione in più a far bene e a lavorare duramente.Voglio dare il mio massimo ogni giorno per vedere dove posso arrivare.



Che cos’era per te il tennis a 12 anni e che cosa rappresenta ora?

Il tennis è sempre stata la mia vita. Anche se ora ho una visione del tennis migliore, più completa di allora.



Quanto ti piace giocare all’estero? Ho letto che ti trovavi molto bene in Turchia:

Mi piace giocare all’estero, viaggio e sto in giro volentieri, mi piace visitare luoghi diversi…ma tornare a casa è sempre bello. Si in Turchia mi sono sempre trovata bene da tutti i punti di vista.



Veniamo alla preparazione di un incontro. Ti studi un’avversaria? Vai a vederla giocare nel turno precedente di un torneo, la cerchi su youtube?

No, non sono una che si studia l’avversaria prima di un incontro. Sono più concentrata su quello che devo fare io per cercare di metterlo in pratica.



Molti tennisti hanno un rapporto di amore odio con la racchetta che, non a caso, i più nervosi talvolta rompono durante un match. Tu come tratti il tuo strumento di lavoro: lo curi minuziosamente, sei alla continua ricerca della giusta tensione delle corde?

La racchetta la tratto bene, raramente la sbatto. Invece con le corde sono più sensibile. Purtroppo nei 15mila spesso gli incordatori non sono all’altezza e le macchine non tirano bene. Quindi la tensione cambia anche in base alla macchina e alle condizioni di gioco.



Hai delle manie, delle superstizioni durante il match, tipo ribattere con la pallina che ti ha dato il punto?

La mia unica superstizione è per i completini, mi piace mettere sempre lo stesso quando vinco. Addirittura ce n’era uno con il quale non ho mai vinto e l’ho buttatovia. Ahahaha!



“Il tennis è lo sport in cui si parla da soli. Nessun atleta parla da solo come i tennisti. Nella foga di un incontro, i tennisti sembrano dei pazzi per la strada, che farneticano, imprecano e dibattono accesamente con il proprio alter -ego.” Come commenti questo pensiero di Agassi?

Dico che ha ragione! Il tennis è uno sport così solitario, ti vietano anche di parlare con l’allenatore, ci sei solo tu sul campo, faccia a faccia con l’avversario. Questo porta inevitabilmente ai discorsi che i tennisti fanno con loro stessi, anche io spesso li faccio, me ne rendo conto ma non posso farci nulla, è automatico!



Cosa ami del tennis?

La cosa che mi piace del tennis forse è proprio che è uno sport individuale, devi fare i conti con te stesso. Sei tu padrone di tutto. E il fatto che finché non si è giocato l’ultimo punto è tutto possibile lo fa diventare ancora più avvincente.



Come reagisci ad una sconfitta? Ti chiudi in te stessa, cerchi di distrarti?

Il post sconfitta è una fase che ultimamente sto cercando di migliorare molto. Credo che sia molto importante come un giocatore reagisce quando perde. Anche perché nel tennis non si può sempre vincere. In passato ho gestito spesso male il post sconfitta, per ore non volevo parlare del match, mi chiudevo in me stessa. Ora dopo una sconfitta faccio stretching, parlo con l’allenatore della partita e cerco di capire in cosa dobbiamo migliore.



Come ti trovi in doppio e che tipo di differenze riscontri per il tuo gioco?

Mi è sempre piaciuto giocare il doppio, ho vinto i campionati italiani under 16 in questa specialità. Riuscivo ad esprimermi spesso meglio che in singolo. Credo che in doppio la cosa più importante è avere un buon feeling con la compagna e divertirsi. Ultimamente non lo gioco più, perché fisicamente non sono pronta ad affrontare singolo e doppio nello stesso giorno.



Stiamo affrontando nelle ultime interviste il tema dei costi del circuito. Michelle Zmau ci ha detto che occorre arrivare almeno in semifinale in un 15000K per poter pareggiare le spese; Mallaurie Noel ora gioca pevalentemente in Francia per risparmiare sulle trasferte. Tu come superi le difficoltà e cosa pensi che bisognerebbe fare?

Devo dare ragione a Michelle, purtroppo è così. Le spese di noi tennisti sono alte e i montepremi troppo bassi. Io devo ringraziare molto la mia famiglia, il mio circolo e i miei sponsor. Senza di loro non mi sarebbe possibile girare così tanto e soprattutto avere a volte il coach che mi segue, una presenza fondamentale Ma anche i campionati a squadre nei diversi paesi sono un aiuto. Io credo che, visto che i tornei girano intorno a noi giocatori, sarebbe giusto che si guardasse meno al business e più a tutelare i nostri guadagni.



Come sono andati i tuoi studi? Leggevo sul web che l’anno scorso hai sostenuto gli esami di maturità:

Si l’anno scorso ho dato l’esame di maturità. Ora mi sono data 2/3 anni per provare a giocare solo a tennis…tempo di studiare c’è ne anche dopo.



Al momento l’Italia ha tre tenniste tra le prime 100 di cui due, Vinci e Schiavone, potrebbero lasciare a fine anno. Cosa ne pensi?

Si è vero che l’Italia nel tennis femminile non si trova nel momento migliore. Ma credo che dalle retrovie molte giovani di valore stiano arrivando. Dobbiamo avere fiducia.



La numero 1 del mondo varia in continuazione: Halep, Plyskova, Muguruza, ancora Halep. Chi la meriterebbe a parer tuo?

Secondo me la Halep: l’ammiro tantissimo per la sua continuità di gioco.



Meglio vincere uno o più Slam o essere n. 1 al mondo come la Wozniacki senza però aver provato questa emozione?

Certo che tutti vorrebbero vivere l’emozione di uno Slam, almeno una volta. Però essere la n.1 al mondo non è niente male.



Come vedi il rapporto tra giovani e religione?

Credo che ogni giovane deve essere libero di scegliere la sua religione oppure dimensione spirituale, senza condizionamenti familiari o culturali.



Che rapporto hai con i social?

Per la nostra generazione è quasi impossibile non essere presenti sui social. Comunque cerco di dedicarci il minor tempo possibile e di tenere le energie per altro.



Tu sei nata a San Candido. Che rapporto hai con la tua terra?

Sono nata a San Candido perché mia mamma è cresciuta li. È un posto molto bello e tranquillo. Mi piace tornare alle mie origini soprattutto per stare con i miei parenti e per rilassarmi.



Cosa ti piace fare nel tempo libero?

Mi rilasso molto guardando film romantici. Il tempo libero mi piace trascorrerlo con la mia famiglia e i miei amici, poi andare al cinema e fare shopping.



Qual è il tuo più grande sogno tennistico?

Oltre a giocare gli Slam, per me il sogno più grande è di giocare e magari vincere a Key Biscayne!



E i 3 desideri da realizzare nella vita?

Credo che la cosa più importante sia la salute. Un grande desiderio è anche di avere, un giorno, una famiglia felice e in armonia. E, ovviamente, di raggiungere i miei obiettivi nel tennis.



E’ ad Hammamet ora Verena, dove giocherà in queste settimane. Le tre cime di Lavaredo sono lontane, così come le suggestive atmosfere danubiane. Ma il paesaggio mutato, ispira comunque Verena che, guardando il mare, scrive su Instagram “sorridi e il mondo sorride con te”.


Antonio De Filippo


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8 commenti

radar 30-10-2017 01:07

Intervista chiara e lineare: Verena appare molto intelligente e sveglia.

Unico appunto: studiale le avversarie, se puoi, serve, ed è indispensabile, per diventare una giocatrice migliore e completa 😉

p.s. le foto sono splendide!

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Ernesto Macchi (Guest) 30-10-2017 00:20

Bel nome Verena

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+1: kaishaku
Grande (Guest) 29-10-2017 18:18

Sinceramente non conoscevo questa tennista, ma mi ha colpito l’intervista. Sicuramente l’aspetta un grande avvenire.

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gido 29-10-2017 17:29

Gran bella persona in tutti i sensi!
Ti aspettiamo a livelli più alti! Forza Verena … un sorriso e una mazzata alle avversarie (con la racchetta e sul campo ovviamente)

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Lupen (Guest) 29-10-2017 15:08

N. 1 per distacco !!!!

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Angelos99 29-10-2017 14:25

@ perugino doc (#1980404)

Si sono lasciati

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Peppo81 (Guest) 29-10-2017 14:06

Bel sorriso Verena, complimenti ed è molto bello il Danubio!

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perugino doc (Guest) 29-10-2017 12:29

hai capito donatino 😆

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