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Caso Wada: La replica di Venus Williams

14/09/2016 14:21 45 commenti
Venus Williams nella foto
Venus Williams nella foto

Venus Williams ha replicato dopo i documenti privati sottratti alla Wada dagli Hacker russi.

“Sono davvero molto delusa di scoprire che i miei dati clinici siano stati trafugati e resi pubblici senza il mio consenso. Ho sempre seguito le regole stabilite dal Tennis Anti-Doping Program per la richiesta e la concessione dell’esenzione ovviamente a scopo terapeutico. Questa esenzione richiede un rigido processo di approvazione”.

“Il documento di esenzione reso pubblico dagli hacker è stato revisionato da un’equipe di medici anonima e indipendente e approvata per legittime motivazioni mediche. Io sono una delle più grandi sostenitrici del mantenimento di un alto livello di integrità nelle competizioni sportive e sono stata sempre scrupolosa nel seguire le linee guida emanate dalla WADA.”


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45 commenti. Lasciane uno!

Ale85 (Guest) 15-09-2016 16:29

@ re&fa (#1694488)

Guarda sulla Kvitova ci posso anche credere… è spesso malata e quando sta male fisicamente non supera neanche il primo turno. Credo che almeno su di lei il doping terapeutico ci sta, anche solo per farla stare in piedi. Le sorelline Williams, no, soprattutto Serena che fa finali slam a non finire… in ogni caso casi davvero imbarazzanti!!!

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federicanic (Guest) 15-09-2016 16:15

Nel nuovo elenco pubblicato dagli hacker russi figurano anche i nomi di Petra Kvitova e Bethanie Mattek-Sands.

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GI2 (Guest) 15-09-2016 13:08

Stiamo parlando di sostanze che contengono steroidi e oppioidi e qualcuno asserisce che è giusto l’uso di tali farmaci, tanto vale affermare viva il doping.

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re&fa (Guest) 15-09-2016 13:06

Gli hacker di ‘Fancy Bears’ hanno reso pubbliche le informazioni mediche riservate di altri 25 atleti in seguito all’attacco informatico al database della Wada. Dopo la prima parte dedicata esclusivamente agli atleti olimpici statunitensi, stavolta, nel mirino dei pirati informatici russi, il cui obiettivo dichiarato è quello di “raccontare al mondo il doping nello sport d’elite”, sono finiti atleti di otto Paesi: Usa (10 atleti), Gran Bretagna (5), Danimarca (1), Russia (1), Polonia (1), Repubblica Ceca (1), Romania (1) e Germania (5).

Fra i nomi di spicco, quelli dei due big del ciclismo britannico Bradley Wiggins e Chris Froome. Del plurimedagliato Wiggins, medaglia d’oro quattro anni fa a Londra nella prova a cronometro e vincitore del Tour de France nel 2012, vengono pubblicati 6 certificati di esenzione per uso terapeutico ottenuti tra il giugno 2008 e l’aprile 2013 per le sostanze salbutamolo, formoterolo, budesonide e triamcinolone acetonide. I primi tre certificati garantiscono l’esenzione per un anno. Nelle esenzioni di Wiggins si sottolinea che l’atleta è allergico al polline.

Per quanto riguarda Froome, tre volte vincitore del Tour de France e bronzo a cronometro alle Olimpiadi di Rio, i due certificati pubblicati sono entrambi per un corticosteroide, il prednisolone, assunto per cinque giorni nel maggio 2013 e per una settimana nel 2014.

Nel mirino degli hacker russi restano soprattutto gli americani. Dopo le rivelazioni sulle tenniste Serena e Venus Williams e sulla star della ginnastica Simone Biles, fra i nuovi dati pubblicati figurano quelli relativi a Michelle Carter, oro nel getto del peso a Rio, che ha ottenuto l’esenzione anche per l’uso di glucorticoidi (ormoni steroidei), e alla tennista Bethanie Mattek-Sands, oro nel doppio misto agli ultimi Giochi.

Fra gli atleti degli altri Paesi spiccano i nomi del tedesco Robert Harting, oro nel disco a Londra, della tennista ceca Petra Kvitova, due volte vincitrice di Wimbledon, e della nuotatrice danese Pernille Blume, oro nei 50 stile libero femminili a Rio.

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bao.bab (Guest) 15-09-2016 10:47

Scritto da Buon Rob

Scritto da radar

Scritto da Buon Rob
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo.

Quando subentra la chimica è doping.
L’allenamento non ha nulla a che fare con la chimica, per cui, anche portato all’eccesso, è naturale.
Gli aiuti sintetici non hanno nulla a che fare con l’allenamento e sono solo un imbroglio e un vantaggio sleale sugli avversari.

Perdonami, ma questo è un ragionamento infantile.
Pensa alle diete: hanno rivoluzionato l’efficienza negli sport.
Tilli sostiene che i successi degli sprinter giamaicani siano dovuti anche alla dieta “naturale” di quel popolo, che in gran parte si basa su carni bianche, per via delle risorse del territorio. Ed è una frase assai meno banale di come potrebbe sembrare.
Ad ogni modo tutte le diete sono basate sulla chimica.
A sentire te, chiunque faccia una dieta specifica, dovrebbe essere squalificato per doping, visto che migliora il proprio fisico grazie ad espedienti chimici quali ferro, potassio, etc…
Ed è palesemente assurdo.
Altrimenti che facciamo, consideriamo “chimica” solo quella contenuta in un involucro di cui tu decidi la sinteticità o meno?
Combattere il doping lo capisco e lo approvo, combattere la scienza e la chimica è caccia alle streghe.
Comunque qualcuno spieghi a koko che l’Armstrong pre-malattia fu giovanissimo campione del mondo, altro che “sprinter da gruppetto”.

A proposito di Banane di Giamaica, Congo e Nepal e di affermazioni iperboliche non razziste: La Giamaica e’ un importante produttore ed esportatore di Banane appunto. Ne Congo (neppure la Rep. Dem.del Congo) ne il Nepal lo sono.

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bao.bab (Guest) 15-09-2016 10:26

Scritto da Buon Rob

Scritto da radar

Scritto da Buon Rob
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo.

Quando subentra la chimica è doping.
L’allenamento non ha nulla a che fare con la chimica, per cui, anche portato all’eccesso, è naturale.
Gli aiuti sintetici non hanno nulla a che fare con l’allenamento e sono solo un imbroglio e un vantaggio sleale sugli avversari.

Perdonami, ma questo è un ragionamento infantile.
Pensa alle diete: hanno rivoluzionato l’efficienza negli sport.
Tilli sostiene che i successi degli sprinter giamaicani siano dovuti anche alla dieta “naturale” di quel popolo, che in gran parte si basa su carni bianche, per via delle risorse del territorio. Ed è una frase assai meno banale di come potrebbe sembrare.
Ad ogni modo tutte le diete sono basate sulla chimica.
A sentire te, chiunque faccia una dieta specifica, dovrebbe essere squalificato per doping, visto che migliora il proprio fisico grazie ad espedienti chimici quali ferro, potassio, etc…
Ed è palesemente assurdo.
Altrimenti che facciamo, consideriamo “chimica” solo quella contenuta in un involucro di cui tu decidi la sinteticità o meno?
Combattere il doping lo capisco e lo approvo, combattere la scienza e la chimica è caccia alle streghe.
Comunque qualcuno spieghi a koko che l’Armstrong pre-malattia fu giovanissimo campione del mondo, altro che “sprinter da gruppetto”.

Premessa: le normative correnti definiscono in maniera chiara cosa sia un alimento, un integratore, un farmaco ed un prodotto “chimico”. Le aziende che ne producono sono sottoposte a controlli differenti a seconda di cio’ che producono e rispondono a normative specifiche prodotte da enti specifici i.e. EFSA, EMA, ECHA.
Accomunare la carne di pollo all’assuzione di antinfiammatori steroidei prima della finale di uno slam o di oppiacei per 6 mesi e’ un po’ semplicistico.
L’assunzione di un farmaco altera difatto la naturale fisiologia di un individuo: Gli Antinffiamatori ad esempio non fanno sentire la fatica, alcuni mix di sostanze formalemnte non dopanti (creatinina, Melatonina etc.) stimola la produzione endocrina di ormoni come il GH.
Gia’ nel 2000 il Chairman WADA mise all’attenzione l’elevatissimo numero di atleti che assunsero farmaci durante l’olimpiade di Sidney (“It’s surprising how much of them are taking medicines,” WADA chairman Dick Pound said. “You look at it and say, ‘How can all the finest athletes on the face of the earth be so sick?”‘
The medical waivers were nearly double the 383 recorded at the Atlanta Games four years ago.).
Smettiamola di girarci intorno e’ il sistema stesso che per funzionare cosi’ richiede l’uso massiccio di farmaci per essere sempre piu’ performante.

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Buon Rob (Guest) 15-09-2016 06:59

Scritto da radar

Scritto da Buon Rob
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo.

Quando subentra la chimica è doping.
L’allenamento non ha nulla a che fare con la chimica, per cui, anche portato all’eccesso, è naturale.
Gli aiuti sintetici non hanno nulla a che fare con l’allenamento e sono solo un imbroglio e un vantaggio sleale sugli avversari.

Perdonami, ma questo è un ragionamento infantile.
Pensa alle diete: hanno rivoluzionato l’efficienza negli sport.
Tilli sostiene che i successi degli sprinter giamaicani siano dovuti anche alla dieta “naturale” di quel popolo, che in gran parte si basa su carni bianche, per via delle risorse del territorio. Ed è una frase assai meno banale di come potrebbe sembrare.
Ad ogni modo tutte le diete sono basate sulla chimica.
A sentire te, chiunque faccia una dieta specifica, dovrebbe essere squalificato per doping, visto che migliora il proprio fisico grazie ad espedienti chimici quali ferro, potassio, etc…
Ed è palesemente assurdo.
Altrimenti che facciamo, consideriamo “chimica” solo quella contenuta in un involucro di cui tu decidi la sinteticità o meno?
Combattere il doping lo capisco e lo approvo, combattere la scienza e la chimica è caccia alle streghe.
Comunque qualcuno spieghi a koko che l’Armstrong pre-malattia fu giovanissimo campione del mondo, altro che “sprinter da gruppetto”.

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pastaldente 15-09-2016 01:40

smettiamola di giustificare, se uno è malato non gareggia e non vince slam. è una vergogna!!!

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radar 15-09-2016 00:01

Scritto da Buon Rob

Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo.

Quando subentra la chimica è doping.
L’allenamento non ha nulla a che fare con la chimica, per cui, anche portato all’eccesso, è naturale.
Gli aiuti sintetici non hanno nulla a che fare con l’allenamento e sono solo un imbroglio e un vantaggio sleale sugli avversari.

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Luca Martin (Guest) 14-09-2016 23:22

Molti post sono interessanti, è un piacere leggere tanti pareri.
Ma il post di koko l’ ho apprezzato particolarmente.

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l Occhio di Sauron 14-09-2016 22:45

@ Buon Rob (#1694282)

Ho letto il tuo ragionamento con attenzione e se ti posso dire la mia mi sembra che i buoi siano già scappati dal recinto e non sa come ripigliarli.

Se un farmaco che aiuta quel malato fa di quel malato un supereroe che batte i sani, anche se non fa male al malato per me non va bene.

Stiamo parlando di sport dove devono competere uomini o ricerca scientifica di dr.jekill che competono per creare mostri?

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bao.bab (Guest) 14-09-2016 20:41

Scritto da gbuttit

Scritto da bao.bab

Scritto da AKGUL
@ daria’s smile (#1694197)
Perchè non aveva l’autorizzazione della WADA… e non l’avrebbe mai avuta visto che il Meldonium è tutto tranne che un medicinale e “mi sentivo spesso male” oppure “ho casi di diabete in famiglia” oggettivamente non sono serie condizioni mediche che le avrebbero permesso un’esenzione.

Se leggi il form noteresti che l’autorizzazione non la da’ la WADA ma il Senior Executive Directors dell’ITF Dr Stuart Miller ( Development and Integrity)

Cambia poco perchè comunque deve comunicarle alla wada (che non a caso aveva tutto nei suoi archivi) che potrebbe obiettare se trovasse le prescrizioni “strane”…
Ma come hanno creato un “piccolo caso” chiedendo la squalifica di tutta la squadra russa (compresi atleti mai trovati positivi) cosa che secondo me a loro non compete dovendo occuparsi dei singoli casi di doping non della politica del doping e poi invece accettano a scatola chiusa le autorizzazioni dell ITF? Ma dai, non ci crede nessuno…

Nello scandalo doping con la Russia la WADA ha verificato per suo conto il comportamento dell’agenzia russa antidoping non in compliance con il codice antidoping. E’ stato accertato anche che il laboratorio accreditato di mosca e quello satellite di sochi hanno coperto gli atleti russi.

Non conosco nello specifico i rapporti vtra WADA e federazioni sportive internazionali: presumo da quel poco che ho letto che sia responsabilità Delle federazioni avere un programma antidoping in compliance con il codice WADA. Credo sia qualcosa di simile all’accreditamento dei farmaci in cui FDA o EMA verificano con audit periodiche il rispetto Delle norme sulla produzione dei farmaci da parte Delle singole aziende. Pretendere che la WADA possa gestire i TUE di ogni atleta per ogni federazione sportiva internazionale mi sembra improbabile.

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federica (Guest) 14-09-2016 20:06

@ akgul num.1 (#1694259)

Se è per questo,quando è risultata positiva (gennaio 2016), la Sharapova non aveva neppure la prescrizione medica per assumere il meldonio…dal 2013, infatti, la Sharapova ha assunto il meldonio senza comunicarlo a nessuno, nemmeno al suo nuovo staff medico. Pare che solo il padre e il manager sapessero..almeno, questo è quanto dichiarato dalla Sharapova in tribunale.

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Koko (Guest) 14-09-2016 19:43

Mi soffermerei sul concetto di cura a fronte di una disgrazia di salute per un atleta. Questo meccanismo se ci si riflette bene rappresenta come l’iconografia classica immagina la nascita del super-eroe. Non è che l’uomo ragno fosse felice di farsi pungere da un ragno radiattivo. In quel momento era una disgrazia grossa e magari rischiava di morire. Superata quella crisi con tanta forza d’animo si è ritrovato con qualcosa in più rispetto agli altri. Procuratosi delle ragnatele resistenti l’uomo normale a quel punto gli fa un baffo! La crisi non solo è stata superata ma ha dato un grande frutto tale da esser qualcosa di più rispetto ai comuni mortali non passati per quel brutto periodo. Vi rientra anche il concetto di redenzione:ero meno di tutti gli altri (Armstrong era un buono sprinter in gruppo ristretto e nulla più) ed adesso il calimero è un bellissimo cigno. Se l’uomo ragno usasse i superpoteri per fare il criminale sarebbe per i più moralmente censurabile anche se poverino ha sofferto e stava male prima di diventare super.

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lallo (Guest) 14-09-2016 18:33

Ripeto: non c’è trippa per gatti. Son esenzioni controllate che non possono classificarsi come doping. Potrebbero alpiù servire per mascherare doping serio, ma andrebbe dimostrato e non vi è certezza. Certo, se un PRO facesse uso di un medicinale, sopratutto nelle occasioni di tornei importanti, varrebbe la pena di chiedere spiegazioni a ITF e WADA. Ma non ho idea se ciò sia rilevabile dai dati hackerati.

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Buon Rob (Guest) 14-09-2016 18:27

Scritto da Miiiiiiii

Scritto da Buon Rob
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo.

Scusa, puoi spiegare meglio questa frase? Non mi è del tutto chiara.

Non si può fare sport professionistico oggi senza assumere farmaci perché lo sport professionistico, non essendo naturale, ammala il corpo.
Allo stesso modo, invece, si assumono medicinali per avere vantaggi fisici (es. broncodilatatori) ma a causa di scoperte scientifiche sulla biologia umana, che a mio parere (non “mio”, che sarebbe inutile, ma della stragrande maggioranza degli scienziati) è equiparabile a “una migliore tecnica di allenamento”.
Tutt’altro conto, invece, è “peggiorare e rovinare” il proprio corpo per avere un vantaggio illegale: penso agli ormoni della DDR anni ’80, agli steroidi, alle sacche di sangue in voga negli anni ’00, etc…
Più banalmente, un broncodilatatore è un broncodilatatore, Riccò rischiava di rimetterci la vita e molti calciatori degli anni ’60, o atleti DDR degli ’80, ce l’hanno rimessa.

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Buon Rob (Guest) 14-09-2016 18:21

Scritto da gbuttit

Scritto da Buon Rob
Io rimango sempre sorpreso quando leggo frasi tipo “se sono sportivi, non dovrebbero prendere medicine”.
Fermo restando che molti citano questa frase, e poi magari sono i primi che diedero del complottista a Zeman (la cui carriera fu innegabilmente compromessa dall’aver chiesto meno farmaci nel suo sport), la realtà è che fare sport nel modo in cui è inteso modernamente non è affatto naturale, e perciò è possibile farlo solo con aiuti scientifici.
E con questo ovviamente non intendo doping, ma scienza. La stessa scienza che ha fatto in modo che una volta si smettesse di giocare a tennis prima dei trent’anni e che ora ha allungato di dieci anni la durata degli atleti e che, anzi, ha spostato in avanti di cinque anni buoni il momento in cui un tennista può competere ai massimi livelli.
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo. E il motivo è da ricercarsi non tanto in una “frode sportiva” (che comunque in alcuni casi c’è, non nascondiamocelo), quanto nel divieto, presente in tutti gli ordinamenti giuridici più avanzati, di disporre “in modo pericoloso” del proprio corpo, esplicitato nell’ordinamento italiano -ad esempio- dall’art.5 c.c..

In teoria tutto giusto, in pratica la tua distinzione fra doping e non doping non funziona…
Per esempio gli asmatici prendono il ventolin (o prodotti simili) che migliora le prestazioni, almeno in alcune discipline sportive…
A parte il caso ovviamente scorretto di chi non ha l’asma e tramite certificati medici compiacenti può prendere il ventolin in quanto giustificato dalla sua falsa malattia, anche limitandoci ai veri malati la situazione resta di difficile lettura…
impediamo agli asmatici di fare attività sportiva ad alto livello? Ovviamente non sarebbe giusto… ma in realtà non é neanche giusto che competano utilizzando in prodotto che li avvantaggia rispetto agli altri (anche se nel loro caso sicuramente per giustificatissimi motivi…)
E questo esempio può valere per tante altre patologie… quindi già il problema si pone per chi é onesto, figuriamoci poi per chi bara…
Mi sto convincendo che l’unica cosa giusta sarebbe liberalizzare il doping, almeno per tutti i medicinali che curano patologie mediche e vietare solo un qualcosa che non possa mai curare una malattia (ad esempio l’epo non mi risulta che serva a curare nulla…)

Tantissimi anni fa, quando giocavo, fui costretto a curami un’allergia con antistaminici. Ero uno straccio. Dopo tot tempo un medico mi disse che, inconsapevolmente, avevo assunto farmaci dopanti. Ci ridemmo sopra.
Quella fu un’eccezione, molti lo fanno consapevolmente, e ciò è chiaro a tutti.
Sulla liberalizzazione del doping non ho un’idea precisa: la distinzione che fai la comprendo e mi pare tutto fuorchè stupida, e infatti la condivido, ma non sono affatto convinto che “tutto debba essere permesso”.
Sull’EPO non so che dirti, ci vorrebbe un medico. Io non ne ho la competenza. Ma già la famosa camera ipobarica o come si chiamava, su cui anche qua sopra si spesero laghi di inchiostro, a me è sempre sembrata più “allenamento” che non “doping”.
Il fatto che uno ne usufruisse e duecento no, mi è sempre parso come un “gli americani si allenano con strutture all’avanguardia e diete studiate da Nobel, i congolesi e i nepalesi con due alberi e un banano”, detto in senso assolutamente iperbolico e non certo razzistico.
Altrimenti è doping anche quello.
Senza contare tutti i medicinali presi trent’anni fa che ora sarebbero considerati doping, ma sull’argomento si scritto moltissimo inchiostro (ahimè, inutilmente, a leggere i commenti ancor oggi sull’argomento) ai tempi della squalifica della Sharapova.
Ciò di cui sono certo, è che nessuno può fare spot senza prendere medicinali: non per disonestà, ma proprio perchè lo sport professionistico non è naturale e “rende ammalati” molto di più che non farlo (la cosa più naturale probabilmente è farlo, ma non professionalmente).
Poi vabbè, piccola chiosa, c’è chi nega che vengano scritte opinioni che hanno il valore di quelle sulle “scie kimike!!!” persino a commento di questo articolo, come il commento 15, ma io credo che certa gente voglia solo farsi notare ( infatti dopo due-tre post i paventati commenti stupidi, lì negati, sono arrivati).
Tipo quell’altro utente che l’anno scorso diceva che era giusto criticare una tennista perché non giocava dopo la morte della sorella per elaborare il lutto, e ora fa l’opinion maker ogni giorno in tutti gli articoli.
E questo non è “polemizzare”, ma rispondere a tono a chi lo merita (non a caso sto AMANDO Mentana per come si comporta su Facebook).
Ti chiedo scusa gbuttit per le ultime righe, che non c’entravano nulla col tuo -interessantissimo- post, ma quando leggo i “gombloddari” proprio non riesco a fingere che non esistano.

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gbuttit 14-09-2016 18:09

Scritto da bao.bab

Scritto da AKGUL
@ daria’s smile (#1694197)
Perchè non aveva l’autorizzazione della WADA… e non l’avrebbe mai avuta visto che il Meldonium è tutto tranne che un medicinale e “mi sentivo spesso male” oppure “ho casi di diabete in famiglia” oggettivamente non sono serie condizioni mediche che le avrebbero permesso un’esenzione.

Se leggi il form noteresti che l’autorizzazione non la da’ la WADA ma il Senior Executive Directors dell’ITF Dr Stuart Miller ( Development and Integrity)

Cambia poco perchè comunque deve comunicarle alla wada (che non a caso aveva tutto nei suoi archivi) che potrebbe obiettare se trovasse le prescrizioni “strane”…
Ma come hanno creato un “piccolo caso” chiedendo la squalifica di tutta la squadra russa (compresi atleti mai trovati positivi) cosa che secondo me a loro non compete dovendo occuparsi dei singoli casi di doping non della politica del doping e poi invece accettano a scatola chiusa le autorizzazioni dell ITF? Ma dai, non ci crede nessuno…

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Koko (Guest) 14-09-2016 18:08

@ Virgili Federer 6-1 6-0 (#1694167)

Il ragionamento zoppica: anche Armstrong (dopato per eccellenza) sosteneva di doversi riprendere dopo aver sconfitto il cancro! Addirittura i telecronisti lo esaltavano per questo senza fare il ragionamento ovvio che erano tattiche “chianniefottistiche” palesi! Le cure erano quelle che avevano mascherato il diventare illecitamente un superman!

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akgul num.1 14-09-2016 18:05

Scritto da Luca

Scritto da AKGUL
@ daria’s smile (#1694197)
Perchè non aveva l’autorizzazione della WADA… e non l’avrebbe mai avuta visto che il Meldonium è tutto tranne che un medicinale e “mi sentivo spesso male” oppure “ho casi di diabete in famiglia” oggettivamente non sono serie condizioni mediche che le avrebbero permesso un’esenzione.

easattemente come “mi sono spaventata,credevo fossero entrati ladri in casa” non sono serie condizioni che dovrebbero evitare di farsi fare un prelievo per un controllo antidoping
o no?

e chi te ha detto che dopo l’arrivo della polizia non abbia fatto il test???
altre illazioni senza fondamento caro Luca…

26
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Il Biscottone Spagnolo (Guest) 14-09-2016 18:02

Scritto da GI
Digitando il nome dei tre farmaci scopro:
PREDNISOLONE: antinfiammatorio ad uso reumatologico, classe steroidi.
IDROMORFONE: analgesico del sistema nervoso, classe oppioide. Pericoloso con uso di alcool.
OSSICODONE: simile alla morfina, classe oppioide.
Ma un atleta non dovrebbe entrare in campo in perfette condizioni fisiche…. a già c’est l’argent que fait la guerre.
Dato gli eventi e ripensando alle immagini di Serena nel doppio contro ERRANI-VINCI a Wimbledoon 2014 non mi stupirei ……

ecco spiegato https://www.youtube.com/watch?v=fJplGI1MIVQ

25
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akgul num.1 14-09-2016 17:55

@ bao.bab (#1694251)

chiunque sia… Sharapova non l’aveva!

24
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bao.bab (Guest) 14-09-2016 17:33

Scritto da AKGUL
@ daria’s smile (#1694197)
Perchè non aveva l’autorizzazione della WADA… e non l’avrebbe mai avuta visto che il Meldonium è tutto tranne che un medicinale e “mi sentivo spesso male” oppure “ho casi di diabete in famiglia” oggettivamente non sono serie condizioni mediche che le avrebbero permesso un’esenzione.

Se leggi il form noteresti che l’autorizzazione non la da’ la WADA ma il Senior Executive Directors dell’ITF Dr Stuart Miller ( Development and Integrity)

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Luca (Guest) 14-09-2016 17:32

Scritto da AKGUL
@ daria’s smile (#1694197)
Perchè non aveva l’autorizzazione della WADA… e non l’avrebbe mai avuta visto che il Meldonium è tutto tranne che un medicinale e “mi sentivo spesso male” oppure “ho casi di diabete in famiglia” oggettivamente non sono serie condizioni mediche che le avrebbero permesso un’esenzione.

easattemente come “mi sono spaventata,credevo fossero entrati ladri in casa” non sono serie condizioni che dovrebbero evitare di farsi fare un prelievo per un controllo antidoping
o no?

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GI (Guest) 14-09-2016 17:30

Digitando il nome dei tre farmaci scopro:
PREDNISOLONE: antinfiammatorio ad uso reumatologico, classe steroidi.
IDROMORFONE: analgesico del sistema nervoso, classe oppioide. Pericoloso con uso di alcool.
OSSICODONE: simile alla morfina, classe oppioide.

Ma un atleta non dovrebbe entrare in campo in perfette condizioni fisiche…. a già c’est l’argent que fait la guerre.

Dato gli eventi e ripensando alle immagini di Serena nel doppio contro ERRANI-VINCI a Wimbledoon 2014 non mi stupirei ……

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AKGUL (Guest) 14-09-2016 17:29

@ daria’s smile (#1694197)

Perchè non aveva l’autorizzazione della WADA… e non l’avrebbe mai avuta visto che il Meldonium è tutto tranne che un medicinale e “mi sentivo spesso male” oppure “ho casi di diabete in famiglia” oggettivamente non sono serie condizioni mediche che le avrebbero permesso un’esenzione.

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bao.bab (Guest) 14-09-2016 17:26

Scritto da Buon Rob
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo.

Entriamo nello specifico: in accordo ai certificati hackerati Serena Williams il giorno della finale RG 2015 e quello precedente e’ stata autorizzata ad assumere un antinfiammatorio in dosi doppie rispetto alla posologia suggerita per quel farmaco: a tuo avviso questo trattamento puo’ aver alterato artificiosamente la prestazione?
Interessante notare che il TUE sia stato approvato l’8 giugno ossia 3 giorni dopo l’inizio del trattamento. Mi sorprende che il modulo in questione non indichi il nome del dottore che avrebbe prescritto il trattamento.
L’impressione e’ che il sistema normativo che gestisce la questione di fatto sia funzionale ad un “doping sotto il controllo medico”.
Nel caso Sharapova in udienza vien fuori come nel tempo abbia assunto farmaci per l’asma (Veramyst un brocodilatatore), antinfiammatori (Biofenac, Voltaren), Melatonina (precursore del GH)….

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Luca (Guest) 14-09-2016 17:25

Scritto da Prince Conrad
Tua sorella Serena non dice nulla?

ha preso paura e si è richiusa nella panic room,il tempo di uscire e parlerà

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gbuttit 14-09-2016 17:19

Scritto da Buon Rob
Io rimango sempre sorpreso quando leggo frasi tipo “se sono sportivi, non dovrebbero prendere medicine”.
Fermo restando che molti citano questa frase, e poi magari sono i primi che diedero del complottista a Zeman (la cui carriera fu innegabilmente compromessa dall’aver chiesto meno farmaci nel suo sport), la realtà è che fare sport nel modo in cui è inteso modernamente non è affatto naturale, e perciò è possibile farlo solo con aiuti scientifici.
E con questo ovviamente non intendo doping, ma scienza. La stessa scienza che ha fatto in modo che una volta si smettesse di giocare a tennis prima dei trent’anni e che ora ha allungato di dieci anni la durata degli atleti e che, anzi, ha spostato in avanti di cinque anni buoni il momento in cui un tennista può competere ai massimi livelli.
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo. E il motivo è da ricercarsi non tanto in una “frode sportiva” (che comunque in alcuni casi c’è, non nascondiamocelo), quanto nel divieto, presente in tutti gli ordinamenti giuridici più avanzati, di disporre “in modo pericoloso” del proprio corpo, esplicitato nell’ordinamento italiano -ad esempio- dall’art.5 c.c..

In teoria tutto giusto, in pratica la tua distinzione fra doping e non doping non funziona…
Per esempio gli asmatici prendono il ventolin (o prodotti simili) che migliora le prestazioni, almeno in alcune discipline sportive…
A parte il caso ovviamente scorretto di chi non ha l’asma e tramite certificati medici compiacenti può prendere il ventolin in quanto giustificato dalla sua falsa malattia, anche limitandoci ai veri malati la situazione resta di difficile lettura…
impediamo agli asmatici di fare attività sportiva ad alto livello? Ovviamente non sarebbe giusto… ma in realtà non é neanche giusto che competano utilizzando in prodotto che li avvantaggia rispetto agli altri (anche se nel loro caso sicuramente per giustificatissimi motivi…)
E questo esempio può valere per tante altre patologie… quindi già il problema si pone per chi é onesto, figuriamoci poi per chi bara…
Mi sto convincendo che l’unica cosa giusta sarebbe liberalizzare il doping, almeno per tutti i medicinali che curano patologie mediche e vietare solo un qualcosa che non possa mai curare una malattia (ad esempio l’epo non mi risulta che serva a curare nulla…)

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Ale85 (Guest) 14-09-2016 16:46

E certo tua sorella prima della finale RG 2015, per due giorni ha preso le dosi più massicce del solito per curarsi? Certo certo. .. ma credeteci, pooro mondo. Se sei americano puoi fare tutto, poi magari quando si ritirano arriva la verità è qui siamo molto vicini…

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sadario 14-09-2016 16:44

Scritto da Buon Rob
Io rimango sempre sorpreso quando leggo frasi tipo “se sono sportivi, non dovrebbero prendere medicine”.
Fermo restando che molti citano questa frase, e poi magari sono i primi che diedero del complottista a Zeman (la cui carriera fu innegabilmente compromessa dall’aver chiesto meno farmaci nel suo sport), la realtà è che fare sport nel modo in cui è inteso modernamente non è affatto naturale, e perciò è possibile farlo solo con aiuti scientifici.
E con questo ovviamente non intendo doping, ma scienza. La stessa scienza che ha fatto in modo che una volta si smettesse di giocare a tennis prima dei trent’anni e che ora ha allungato di dieci anni la durata degli atleti e che, anzi, ha spostato in avanti di cinque anni buoni il momento in cui un tennista può competere ai massimi livelli.
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo. E il motivo è da ricercarsi non tanto in una “frode sportiva” (che comunque in alcuni casi c’è, non nascondiamocelo), quanto nel divieto, presente in tutti gli ordinamenti giuridici più avanzati, di disporre “in modo pericoloso” del proprio corpo, esplicitato nell’ordinamento italiano -ad esempio- dall’art.5 c.c..

Per una volta concordo con quanto scrive Buon Rob (ovviamente tolta la solita frase polemica contro ingnoti utenti con cui comincia, ma lui nn può proprio farne a meno di polemizzare con qualcuno…)

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FognaFabio (Guest) 14-09-2016 16:42

Quando parlano con sti’ termini cosi’ articolati non capisco mai nnt :mrgreen:

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daria’s smile (Guest) 14-09-2016 16:39

Ma soprattutto: perché nessuno ci ha mai fatto sapere prima che un atleta con la prescrizione medica può prendere prodotti dopanti? Dovevamo aspettare gli hacker russi per saperlo? Allora ci hanno sempre presi per il … naso!

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inoloppez (Guest) 14-09-2016 16:30

Scusate ma hanno dato 2 anni alla Sharapova per un farmaco preso il 16 gennaio 2016 e dopante solo dal 1 gennaio 2016, ma di cosa stiamo parlando!!!
Ci hanno fatto intendere che la squalifica era perché l’ignoranza non è ammessa (dormita del clan di Maria) ma in sostanza la durata della squalifica era intesa (?) per i 10 anni precedenti in cui lei aveva preso il farmaco.
E se verremo a sapere in futuro che i farmaci presi dalle sorelle William potranno diventare dopanti cosa faremo? penseremo che tutto quello vinto sia di ridiscutere.
C’è una sola soluzione che l’atleta che prenda un farmaco per suoi motivi personali venga sempre dichiarato pubblicamente, altrimenti che non faccia lo sportivo e non mi si dica che la privacy deve essere salvaguardata perchè i benefici che godono le persone che fanno sport sono molto superiori ai farmaci che dovrebbero prendere per migliorare le prestazioni.
Questa dovrebbe essere la prima regola per combattere il doping.

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daria’s smile (Guest) 14-09-2016 16:27

Scusate, ma anche la Sharapova prendeva un farmaco dietro prescrizione medica: perché a lei l’hanno squalificata per doping, e a queste altre niente ?

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Virgili Federer 6-1 6-0 (Guest) 14-09-2016 15:54

Cmq c’è da riflettere. Se un farmaco è oggettivamente dopante e cioè consente artificiosi vantaggi in termini prestazionali, il fatto che risulti utile a curare una certa patologia può effettivamente schermare la responsabilità soggettiva del tennista interessato, il quale, si presume, non intende ottenere un vantaggio, ma semplicemente superare un problema di salute; resta ferma però l’efficacia dopante e quindi il fatto che quello stesso tennista otterrà comunque un vantaggio oggettivo nei confronti del proprio avversario, il quale dovrà gareggiare con un qualcuno che ha assunto una sostanza che lo rende, a seconda dei casi, più veloce, più resistente, più potente ecc. ecc. Ecco, io non vorrei essere nei panni dell’avversario.

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Miiiiiiii (Guest) 14-09-2016 15:42

Scritto da Buon Rob

La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo.

Scusa, puoi spiegare meglio questa frase? Non mi è del tutto chiara.

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pessimo (Guest) 14-09-2016 15:36

@ Buon Rob (#1694057)

Le cose stanno proprio come hai scritto tu.
Mi permetto di aggiungere che gli atleti in generale, e molti più di quanti ne possiamo immaginare, usano liberamente sostanze che possono migliorare le prestazioni, perché queste non sono conosciute e/o presenti negli elenchi delle sostanze ritenute dopanti.
Ma QUASI TUTTI ormai prendono “qualcosa”.

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Marco (Guest) 14-09-2016 15:33

Scritto da Buon Rob
Io rimango sempre sorpreso quando leggo frasi tipo “se sono sportivi, non dovrebbero prendere medicine”.
Fermo restando che molti citano questa frase, e poi magari sono i primi che diedero del complottista a Zeman (la cui carriera fu innegabilmente compromessa dall’aver chiesto meno farmaci nel suo sport), la realtà è che fare sport nel modo in cui è inteso modernamente non è affatto naturale, e perciò è possibile farlo solo con aiuti scientifici.
E con questo ovviamente non intendo doping, ma scienza. La stessa scienza che ha fatto in modo che una volta si smettesse di giocare a tennis prima dei trent’anni e che ora ha allungato di dieci anni la durata degli atleti e che, anzi, ha spostato in avanti di cinque anni buoni il momento in cui un tennista può competere ai massimi livelli.
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo. E il motivo è da ricercarsi non tanto in una “frode sportiva” (che comunque in alcuni casi c’è, non nascondiamocelo), quanto nel divieto, presente in tutti gli ordinamenti giuridici più avanzati, di disporre “in modo pericoloso” del proprio corpo, esplicitato nell’ordinamento italiano -ad esempio- dall’art.5 c.c..

prima di tutto il discorso, sarebbe meglio far chiarezza sul preciso significato della parola “medicinale”..

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laver (Guest) 14-09-2016 15:28

G

Scritto da Buon Rob
Io rimango sempre sorpreso quando leggo frasi tipo “se sono sportivi, non dovrebbero prendere medicine”.
Fermo restando che molti citano questa frase, e poi magari sono i primi che diedero del complottista a Zeman (la cui carriera fu innegabilmente compromessa dall’aver chiesto meno farmaci nel suo sport), la realtà è che fare sport nel modo in cui è inteso modernamente non è affatto naturale, e perciò è possibile farlo solo con aiuti scientifici.
E con questo ovviamente non intendo doping, ma scienza. La stessa scienza che ha fatto in modo che una volta si smettesse di giocare a tennis prima dei trent’anni e che ora ha allungato di dieci anni la durata degli atleti e che, anzi, ha spostato in avanti di cinque anni buoni il momento in cui un tennista può competere ai massimi livelli.
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo. E il motivo è da ricercarsi non tanto in una “frode sportiva” (che comunque in alcuni casi c’è, non nascondiamocelo), quanto nel divieto, presente in tutti gli ordinamenti giuridici più avanzati, di disporre “in modo pericoloso” del proprio corpo, esplicitato nell’ordinamento italiano -ad esempio- dall’art.5 c.c..

Grazie di questo intervento sottoscrivo in pieno

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AKGUL (Guest) 14-09-2016 15:14

@ Prince Conrad (#1694043)

ora è troppo impegnata con la sua collezione autunno 2016 per perdere tempo a replicare ai buchi nell’acqua degli hacker russi… brava Serena!

come di questi tempi l’anno scorso non perse tempo a smentire la notizia della sua gravidanza…

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matita (Guest) 14-09-2016 15:12

ahahhaahahaha

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Buon Rob (Guest) 14-09-2016 14:44

Io rimango sempre sorpreso quando leggo frasi tipo “se sono sportivi, non dovrebbero prendere medicine”.
Fermo restando che molti citano questa frase, e poi magari sono i primi che diedero del complottista a Zeman (la cui carriera fu innegabilmente compromessa dall’aver chiesto meno farmaci nel suo sport), la realtà è che fare sport nel modo in cui è inteso modernamente non è affatto naturale, e perciò è possibile farlo solo con aiuti scientifici.
E con questo ovviamente non intendo doping, ma scienza. La stessa scienza che ha fatto in modo che una volta si smettesse di giocare a tennis prima dei trent’anni e che ora ha allungato di dieci anni la durata degli atleti e che, anzi, ha spostato in avanti di cinque anni buoni il momento in cui un tennista può competere ai massimi livelli.
Che uno sportivo, qualsiasi sia il suo sport, prenda “medicinali per aiutare la propria prestazione sportiva” mi sembra ovvio. Lo stesso allenamento altrimenti dovrebbe essere considerato doping, visto che è trattamento non naturale sul proprio corpo.
La differenza tra doping e non doping sta nel fatto se il medicinale altera o non altera la prestazione incidendo in modo artificioso sul risultato e pericoloso sul corpo. E il motivo è da ricercarsi non tanto in una “frode sportiva” (che comunque in alcuni casi c’è, non nascondiamocelo), quanto nel divieto, presente in tutti gli ordinamenti giuridici più avanzati, di disporre “in modo pericoloso” del proprio corpo, esplicitato nell’ordinamento italiano -ad esempio- dall’art.5 c.c..

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AKGUL (Guest) 14-09-2016 14:36

GRANDE VENUS!!!

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Prince Conrad (Guest) 14-09-2016 14:35

Tua sorella Serena non dice nulla?

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