Intervista ad Edoardo Eremin: “Mi sento più consapevole. Ora me la voglio giocare”

28/05/2016 08:15 5 commenti
Edoardo Eremin - Foto Paola Ambrosetti
Edoardo Eremin - Foto Paola Ambrosetti

E’ l’ultimo italiano rimasto in gara al Challenger di Vicenza 2016 e questa intervista è stato concessa prima della vittoria nei quarti di finale contro lo statunitense Stefan Kozlov.

1) Al primo turno contro Monteiro hai firmato un piccolo capolavoro, qual è stata la chiave che ti ha portato a vincere?

1) Devo dire che ero molto carico prima di entrare in campo, poi però è cambiato tutto e quando mi sono trovato davanti Monteiro non sono riuscito a entrare subito in gara. Giocavo male, ero passivo e non trovavo le giuste soluzioni; la partita è stata giocata su due giornate (a causa del maltempo, ndr.), al termine della prima ho parlato con Umberto Rianna che mi ha suggerito di cambiare totalmente atteggiamento altrimenti non avrei mai vinto. Una volta tornato in campo ho iniziato a spingere di più, sono stato molto più coraggioso, ho vinto un bel tie break e lì è iniziata la mia partita. Nel terzo set ho avuto molte chances per brekkarlo, giocavo bene e comandavo io; ero sotto 0-2, poi ho fatto un bel passante con cui mi sono portato sul 2-2, da lì in poi mi sono esaltato e ho iniziato a giocare molto meglio. Era la quarta partita che andavo al tie break nel terzo set, quindi mi sono detto o perdo 7-5 o vinco. Sentivo che non avrei perso 7-6.

2) Agli ottavi invece hai eliminato Laaksonen che ti ha comunque creato parecchi grattacapi…

2) Ho sofferto molto il caldo, devo dire che il cambiamento di clima mi ha condizionato. Ho iniziato bene l’incontro, poi sono andato avanti set e break ma nel punto decisivo gli ho tirato un po in bocca. Lì mi sono innervosito, lui ha vinto il tie break ma nel terzo set ho ripreso a spingere. Ho servito bene e sono riuscito a portarla a casa.



3) A fine 2014 eri indeciso se continuare a giocare a livello professionistico e avevi addirittura un biglietto pronto per un college americano in Arkansas, poi hai deciso di continuare con la tua carriera: sei contento della tua scelta? Adesso immagino vivrai il tennis in maniera diversa…

3) Devo dire di si perché avevo già deciso di andare al college, avevo anche già fatto tutti gli esami che mi servivano per entrare. Per me era un periodo triste, vivevo una crisi di risultati e anche in famiglia le cose non andavano benissimo. Poi ho giocato bene nella finale di Serie A contro Cipolla e lì il mio maestro mi ha detto di continuare. Anche Palmieri mi ha sostenuto e così ho cambiato idea.



4) Secondo te la via dei college americani è una buona soluzione per i giovani tennisti? Dammi un pro e un contro.

4) Ti dico la verità: se tornassi indietro andrei al college, per me rimane un’ottima soluzione. Poi dipende tutto da come affronti l’esperienza. Ho degli amici che pensano solo a divertirsi e a far serata, ma se decidi di viverti la cosa con serietà diventa un’ottima strada. Ci sono molti esempi in questo senso (Querry o Isner tanto per citarne qualcuno) anche perché lì economicamente è tutto un altro mondo: avrei avuto tutto pagato, senza queste condizioni non avrebbe avuto senso tentare, ma alla fine ho cambiato idea e va bene così.



5) Come valuti la tua stagione fino a questo momento? Hai già una programmazione di massima?

5) A inizio anno non mi piacevo ma piano piano sono migliorato, nei Challenger ho anche battuto gente piuttosto forte. Quanto agli obiettivi non mi piace pensare in termini di dovere, diciamo che mi piacerebbe molto chiudere il 2016 fra i primi 200 al mondo. Devo solo trovare un po di continuità, se ce la faccio posso togliermi grandi soddisfazioni.



6) Ti esprimi meglio nei Futures o nei Challenger? La domanda potrebbe sembrare scontata ma non saresti il primo a riuscire a dare il massimo soprattutto se davanti hai gente di un certo calibro

6) Hai detto bene. Mi motiva molto giocare con gente più forte di me, anche l’anno scorso con Almagro giocai bene, quando incontro avversari che sulla carta sono più forti di me mi esalto. Vincere i Futures non è affatto semplice, c’è una sorta di giungla e hai meno stimoli. Nei Challenger cambia tutto, i giocatori sono di un altro livello e se ti concentri sei portato ad esprimerti meglio.



7) Su cosa stai lavorando e in cosa senti di dover ancora migliorare?

7) Chiaramente devo migliorare ancora su tutto altrimenti significherebbe che sono già arrivato al mio top. Adesso faccio molto lavoro a livello fisico, in campo ci vado tutti i giorni, anche poco ma tutti i giorni. Al di là di questo mi sto concentrando molto sul lavoro fuori dal campo stando attento a tante piccole cose che prima non consideravo. Sono dettagli che possono fare la differenza. Devo migliorare sulla tenuta mentale ma già adesso sento di esprimermi meglio, gioco bene e sono più costruttivo.



8) Che musica ascolti in genere prima della gara per caricarti? E’ una domanda che stiamo
facendo a tutti perché vogliamo costruire una Players Playlist del Challenger di Vicenza 2016.

8)In questa settimana ascolto sempre One Dance di Drake e Bailar di Deorro feat. Elvis Crespo. Sono le mie colonne sonore di questi giorni qui a Vicenza.


Massimo Calamuneri – Tennis Gate
Responsabile Ufficio Stampa Challenger di Vicenza 2016


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5 commenti

Nic92 (Guest) 28-05-2016 12:01

Scritto da AndryREAX
Il fatto che stia lavorando ancora MOLTO sul fisico mi spaventa, visto che è giá un bestione.

Non ha detto che vuole mettere su altra massa muscolare

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…………….. (Guest) 28-05-2016 11:48

Bravo edo! Migliorato molto

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AndryREAX 28-05-2016 11:29

Il fatto che stia lavorando ancora MOLTO sul fisico mi spaventa, visto che è giá un bestione.

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Gabriele da Firenze 28-05-2016 08:50

Anch’io ultimamente ascolto molto Drake (One dance è fantastica…)… :mrgreen:

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Paky 71 (Guest) 28-05-2016 08:47

Bravo Edo…tenacia e fai emergere le tue qualità …avanti tutta

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