Parla il padre di Camila a Livetennis Copertina, Generica, WTA

Intervista esclusiva a Sergio Giorgi: il tennis di Camila ieri, oggi e domani

30/05/2014 08:37 159 commenti
Sergio Giorgi è il coach di Camila
Sergio Giorgi è il coach di Camila

Mercoledì 28, ore 19.30 circa. Al Roland Garros stanno per terminare gli ultimi match, con poca luce e l’immancabile pioggerella di questi giorni. La giornata in casa Italia è scivolata via veloce, ma c’è un appuntamento che mi aspetta, insieme all’amico e collega Alessandro Nizegorodcew: una chiacchierata con Sergio Giorgi, padre e coach di Camila.

Attendevo con enorme curiosità quest’incontro con Sergio, con cui avevo speso poche battute passeggiando per i vialetti di Roma e Parigi, e da cui avevo tratto sensazioni positive “a pelle”, cose che non si possono spiegare. Ci riceve con grande cordialità, e dedica del tempo a raccontare tante cose, in modo schietto. E’ stata un’esperienza molto interessante sul piano professionale ma anche umano. Sotto quella montagna di capelli ribelli ho trovato un uomo dallo sguardo fiero e profondo, ricco di viva umanità, distante anni luce dall’immagine che altri hanno tracciato di lui, probabilmente senza averlo davvero conosciuto. Non un soggetto burbero ed irascibile, ma uno che ha messo al centro della sua vita la famiglia e la crescita umana e sportiva della figlia, seguendo una visione tutta sua e ben precisa. Uno che non si nasconde dietro a un dito, e che riconosce gli errori di un carattere focoso. Ascoltarlo è stato interessante, divagando sull’oggi e sul futuro di Camila; ma anche sul passato, che non conoscevo nel dettaglio e che provo a raccontarvi per capire come si è arrivati alla Giorgi di oggi, sul piano sportivo ed umano. Consiglio di leggere senza pregiudizi il riassunto di questa chiacchierata, perché arrivi un’immagine non distorta di Sergio Giorgi e della sua visione del tennis e della crescita di Camila.

 

Sergio, raccontaci gli inizi di Camila. Ma ancor prima, la tua passione per il tennis dove è nata?

“A me piaceva moltissimo il tennis, da sempre, soprattutto quello dei mostri sacri come Agassi, Sampras. Il tennis femminile? No, lo trovavo (e lo trovo ancora) spesso molto noioso…”.

E’ per questo che tua figlia è stata da te plasmata con questo tennis ben poco “femminile”, estremamente aggressivo?

“Certo, Camila ha un tennis che non gioca nessuno, è unica, e per questo le tante persone che ho incontrato nella nostra strada hanno sempre criticato il suo stile di gioco ed il suo modo di stare in campo. Tra i tanti ricordo in Spagna Antonio Cascales, lo storico allenatore di Ferrero, mi diceva guardandola: “Questo non è tennis, è circo!?! Mai diventerà una top 100 così…”. E anche uno dei coach dell’accademia di Mouratoglu a Parigi: “Mai vincerà una partita al Roland Garros”. E così tanti sponsor, manager, accademie… nessuno ha creduto in noi. L’unico che invece ci ha incoraggiato è stato Bollettieri. Quando Camila aveva circa 9 anni, la facevo giocare con i piedi dentro al campo di paio di metri, tanto che finiva per colpire più spesso al volo che dopo il rimbalzo; addirittura anche in partita… ma tutti a dirmi di farla stare più indietro, che così non si faceva. La vide Nick e sentenziò: “Lasciatela lì, non la spostate indietro, sarà poi lei da sola ad indietreggiare, sentirà da sola quando è il momento”.

Camila ha iniziato col tennis sui 5 anni, molto piccola, mentre stava praticando ginnastica. Quando hai capito che in lei c’era qualcosa di speciale, che poteva arrivare in alto?

“Ti racconto l’inizio. Prestissimo ha praticato la ginnastica artistica, con una coppia di russi che aveva dei metodi durissimi (credo che abbiano addirittura chiuso quella scuola per le proteste dei genitori!). Nonostante avessero bambini di poco più di tre anni, pretendevano una disciplina inflessibile, tanto escludere dagli allenamenti quelli che sbagliavano e cadevano. Camila era brava, e non fu mai punita. Quando aveva 5 anni, il direttore della federazione a quel tempo era un russo; la vide e ci propose di andare a Milano per seguirla, perché intuì le sue qualità atletiche. Io ero d’accordo e avrei assecondato la sua bravura nella ginnastica, ma lei mi vedeva con i fratelli al tennis, e voleva provare in tutti i modi. Ricordo il giorno in cui la portai per la prima volta sul campo: eravamo a Macerata, in inverno, sui campi in terra rossa del CUS. Nevicava, con un freddo incredibile dentro ai palloni. Le ho mostrato il campo, e le ho detto “Questo è il tennis… Vuoi arrivare molto in alto, come in ginnastica? Sì, sei sicura? Ok… iniziamo subito gli esercizi”. Le feci fare delle cose a terra tipo push up, e con le mani indolenzite dal freddo continuava senza fermarsi, tirando fuori tutto il suo carattere. Le spiegai in seguito la lunga strada, le tante difficoltà per provare ad arrivare al top in uno sport come il tennis, e lei ha sempre insistito che era quello che voleva per davvero. Per settimane è andata avanti a correre, fare esercizi di velocità, di agilità, i movimenti più importanti e tutto senza racchetta e palline, senza il divertimento del gioco. Lei era sicurissima che era quello che voleva, ci metteva una forza e grinta pazzesca. Dopo qualche settimana abbiamo iniziato con la racchetta, a tirarle le prime palle, facendole vedere i primi movimenti, e da lì non ci siamo fermati più”.

Quindi l’eccezionale gioco di piedi, che personalmente mi impressiona assai di più dei suoi stessi colpi, viene dalla coordinazione e forza acquisita con la ginnastica prima e poi con gli altri allenamenti mirati in campo?

“Certo, e anche dalla boxe. Poco dopo il tennis ha iniziato anche con la boxe ed ha proseguito in parallelo per anni, durante i quali si è lavorato su reattività, velocità, ecc. In tante cose boxe e tennis sono molto simili, specialmente se vuoi giocare un tennis aggressivo. La portai anche in Francia alla federazione della boxe per vedere se poteva combattere, perché era fortissima; ma allora a 16 anni non si poteva, e non ha mai combattuto”.

Il tennis così estremo di Camila, totalmente aggressivo a comandare il gioco, è quindi una tua visione su cui ha lavorato fin dall’inizio?

“Non ho copiato nessuno. Oltre all’aspetto fisico, abbiamo lavorato da subito sulla tecnica. Per ore ed ore, per anni interi, affinando tutti i colpi per sviluppare ogni aspetto di un tennis così aggressivo. Via via che cresceva ci siamo concentrati su ogni particolare, nel cercare di colpire il dritto sempre più avanti, il rovescio con le palle veloci, ecc. Un lavoro focalizzato totalmente sulla tecnica, nel perfezionare ogni movimento e svilupparlo a velocità sempre maggiori e grande intensità”.

Avete attraversato molti momenti difficili nel percorso di crescita di Camila, anche sul piano personale (la morte della sorella Antonella, i tanti mesi passati con i problemi alla spalla che non si risolvevano, ndr), ce n’è stato qualcuno in cui hai davvero temuto di non farcela?

“Mai! Abbiamo passato dei periodi molto difficili, inclusa la tragedia familiare; e poi 14 mesi con una lesione severa alla spalla da cui non riuscivamo a venir fuori, ma lei non ha mollato. Si potrebbe pensare che sia stato un miracolo che sia rimasta top100, ma non è affatto un miracolo. E’ la dimostrazione della sua forza mentale, della sua personalità enorme e della sua ferrea determinazione. Negli ultimi cinque mesi ha scalato 55 posizioni, con 8-9 tornei giocati, con un po’ di continuità e salute, ecco la sua crescita”.

Se dovessi scegliere una cosa di cui sei davvero orgoglioso di lei? Anche come padre, non solo relativa al tennis?

“Tutto, non riesco a dirti una sola cosa! E’ una ragazza ed un’atleta formidabile, ma soprattutto una figlia stupenda. Per dirne una, tante volte esprimeva il desiderio di impegnarsi per aiutare le persone che stanno davvero male, e lo faremo. Sono un padre fortunato, non solo con Camila ma anche con gli altri figli. Abbiamo cercato di costruire una famiglia sana, con dei valori e con una prospettiva importante anche dopo il tennis, perché la vita dopo il tennis continua ed è diversa”.

Passiamo al suo tennis di oggi. Intanto la nuova collaborazione con il tecnico federale Daniele Silvestre, che ti affianca

“Si, Daniele lavora da tempo a Tirrenia, e ci sono state diverse occasioni di lavorare assieme al centro tecnico. Poi da Madrid sta girando con noi in torneo, a Roma e qua a Parigi. Parliamo molto sul tennis di Camila, stiamo lavorando con ottima sintonia su tutti gli aspetti del suo gioco, e ci stiamo trovando bene insieme”.

Negli ultimi match si sono visti tanti piccoli miglioramenti tecnico tattici nel gioco di Camila, a partire dal servizio, che grazie alla spalla finalmente a posto è diventato più costante; così come il dritto, più incisivo e più sicuro in difesa, con cui riesce a ribaltare lo scambio senza tirare una “pallata”

“Nel recente passato non era possibile avere continuità per colpa del grave problema alla spalla, non si poteva lavorare sul servizio e sul diritto. Risolto quel problema, sta trovando continuità e stiamo lavorando bene su questi aspetti. Ora è necessario giocare, provare in partita le novità e migliorare. E’ la prima volta in carriera che dopo i tantissimi problemi Camila sta trovando continuità, diciamo dal fine settimana di Fed Cup”.

Come è stato risolto il problema alla spalla? Non era stato curato bene?

“Solo Alfio Caronti ha capito cos’era e quindi sono intervenuti nel modo giusto. Alfio ci ha “salvato la vita…”. Avevamo interpellato ottimi dottori, ma dicevano che era solo borsite, tendinite, e non ne venivamo fuori. Invece Caronti ha trovato uno squilibrio che non le permetteva di stare bene, e con un intervento mirato l’ha sistemato, con un lavoro di 3-4 mesi. Il tutto si è risolto la settimana precedente alla Fed Cup”.

Oltre che a posto fisicamente, sembra che Camila stia maturando come persona, e gioca più serena. Affronta meglio la partita e la capisce di più?

“Sì è vero, è molto maturata negli ultimi tempi. E’ una ragazza molto ambiziosa, gioca esclusivamente per vincere, tanto che in campo quasi tutti i match dipendono da lei. E’ il suo gioco che determina se vince o perde. Ed essendo ora più matura, vince più di prima. Nelle situazioni più complicate ora riesce a mettere una palla in più invece di sbagliare, ma attenzione! Mai una palla interlocutoria tirata senza essere aggressiva. E’ sempre importante giocare palle che siano funzionali al suo tennis aggressivo, che servano a riprendere il comando dello scambio”.

Un tennis che per esser applicato ha bisogno di enorme personalità, eppure in tanti pensano che sia tu a comandarla e che lei non ne abbia…

“Lei ha una personalità fuori dal comune! E’ durissima e resiste a tutto, anche alle tante voci che sono circolate recentemente, ed al dolore. Nei mesi che stava male alla spalla ha continuato a giocare soffrendo, senza mai ritirarsi in una partita, e senza mai cercare scuse dopo una sconfitta. Pensate che contro la Diyas ha insistito per giocare nonostante avesse una febbre altissima. Alla fine decide sempre lei cosa vuole fare, per quanto io mi possa arrabbiare. Camila prima che una tennista è un’atleta, ha una personalità enorme e lotta sempre fino alla fine, e mi chiede di non raccontare mai dei suoi problemi. Timida? Non direi, è molto riservata. Non vuole che la gente sappia che cosa fa fuori dal campo. Quando non gioca è una ragazza normale, fa tutto quello che fanno le altre ragazze …per quanto si possa considerare “normale” la vita di una tennista. Le piace stare con la famiglia, fare cose semplici. E poi cerchiamo di pensare alla sua vita, non solo alla sua carriera. Tanto che quando finisce un torneo e ha giocato bene, provo a farle saltare il torneo successivo perché voglio che cresca come sportiva e come persona. Dobbiamo pensare alla sua crescita mentale e tecnica, programmare già adesso l’anno prossimo. Non vogliamo aver fretta oggi e giocare di continuo. E’ meglio crescere con i passi giusti ed arrivare pronti l’anno prossimo con tanto lavoro alle spalle, finalmente un lavoro continuo. L’obiettivo è che l’anno prossimo sia una giocatrice di livello in tutti i tornei, entrando già in tabellone a Sydney”.

Oltre ad essere una tennista di alto livello, propone un tennis che non lascia indifferenti

“I suoi colpi sono spettacolo, può farti il punto da ogni posizione. Sento che si parla tanto del concetto di attacco e difesa nel suo tennis. La gente deve capire il concetto di attacco e difesa. Quando è in campo, è lei che attacca e conduce. Ci si può difendere attaccando, un po’ come faceva il grande pugile Oscar De la Hoya: lui difendeva attaccando e dava spettacolo ogni volta che era sul ring. Un po’ come le squadre di calcio di Guardiola, che conducono sempre il gioco dalla difesa all’attacco. Logicamente devi esser speciale per poterti permettere questo: devi esser reattivo, veloce con le gambe, ci vogliono grandi qualità. E solo con fisico ed un carattere incredibile puoi sostenere un tennis così aggressivo. Lei si allena in modo pazzesco, è la prima ad arrivare e l’ultima ad andarsene, anzi… dobbiamo dirle “basta” perché non smetterebbe mai”.

Durante i match di tua figlia sono evidenti alcuni tuoi momenti di tensione. E’ una cosa che credi possa creare qualche problema a Camila, oppure ti conosce così bene che non ci fa più caso?

“Beh, ero nervoso anche quando lei ha cominciato, nel suo primo allenamento. Sono sempre stato così, e lei non ci fa caso, sa quello che deve fare in campo e non è condizionata. Non nego che dovrei controllarmi di più… è parte di me, e so che devo migliorare. Tutti si ricordano quel match con la Sharapova in cui ero inquadrato con le mani nei capelli, ma in realtà non capivano che ero disperato per il lancio di palla errato di Camila. Tirava la palla un metro a destra quel giorno, avevamo lavorato tanto e lo sbagliava, ecco la mia reazione in tribuna”.

Proprio il nuovo lancio di palla è la primissima cosa che ho notato nel primo match contro la Jovanovski a Parigi, molto migliorato rispetto all’anno scorso, più preciso e continuo

“E’ migliorata tanto col lavoro, ma siamo un vero work in progress, c’è crescere in tutto, dal servizio alla risposta… E con questo lavoro che stiamo portando avanti con continuità l’anno prossimo sarà tutt’altra giocatrice, molto più completa. Si lavora tanto in allenamento, ma poi le cose vanno provate ed affinate in torneo, ed è quello che stiamo facendo oggi, con la partita che la aiuta a crescere, e con la continuità si cresce sempre di più”.

Queste le parti salienti della lunga chiacchierata col papà della Giorgi. Il Roland Garros di Camila è finito ieri contro la Kuznetsova, ma altri importanti tasselli della sua crescita si sono visti eccome, in tanti aspetti della sua prestazione. Tasselli che se ben organizzati possono fare enorme differenza. L’abbiamo vista crescere sulla terra, la superficie che resterà sempre la più ostica per un tennis così offensivo come il suo. A giorni si sbarca sull’erba, e poi il cemento. Sarà un’estate caldissima in casa Giorgi…


Da Roland Garros, Marco Mazzoni


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159 commenti. Lasciane uno!

Cla 30-05-2014 15:16

Scritto da tommaso

Scritto da Cla
E’ vera la leggenda urbana secondo cui il padre chiama la figlia Cámila con accento sulla prima a ?

La chiama Cami o flaca

So che è poco rilevante, ma tempo fa vari utenti sostenevano che la pronuncia del nome della Giorgi fosse Cámila. Siccome nè in italiano nè in spagnolo nè in argentino la pronuncia è quella, mi domandavo da dove nascesse la notizia. Ho sentito anche dei giornalisti italiani chiamarla Cámila e alcuni dicevano che il padre stesso la chiamasse così.
Siccome mi sembra assurdo, mi è rimasta in mente la cosa, e visto che Marco Mazzoni ha intervistato il padre, volevo sapere come pronunciasse il nome della figlia. Chiaramente non la chiamava ‘flaca’ nell’intevista, visto che è un vezzeggiativo che usa con lei.

100
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Buon Rob (Guest) 30-05-2014 15:15

Intervista che mi è piaciuta un sacco. Così come mi piace la mentalità tennistica della Giorgi.
La verità è che la gente ha paura delle rivoluzioni, anche sportive.
Il paragone con Guardiola poi l’ho trovato particolarmente pertinente e azzeccato.

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tommaso (Guest) 30-05-2014 15:11

Scritto da l Occhio di Sauron

Scritto da tommaso
Bella intervista, utile come diceva un altro utente a chi magari non frequenta il sito di Camila e non ha mai letto un’intervista a Sergio o Cami al di fuori di quelle istituzionali dopo un match.
Intanto il fatto di lavorare con Silvestre è un bel passo avanti: dato per appurato che Camila non vuole staccarsi da Sergio come guida tecnica, un innesto “soft” del genere può essere una soluzione. E chissà mai che non ve ne siano altre in futuro, quando Cami salirà in classifica, guadagnerà di più, avrà degli sponsor e… sì, mettiamola sul vil denaro, potrà pagare qualcuno per lavorare con lei (bello dire “deve cambiare allenatore, Brad Gilbert sarebbe l’ideale”! Eh certo, viene ad allenare Camila gratis perché le sta simpatica, oppure fanno una colletta quelli che vogliono che Sergio si faccia da parte…)
Sulla “costruzione” di Camila: è inutile dire che deve giocare il rovescio in back, che deve giocare palle corte, che deve giocare colpi difensivi. Come Sara non gioca l’incrociato piatto così Camila non gioca l’incrociato in top. Come la Vinci non gioca il rovescio coperto così Camila non gioca il rovescio in back. E via dicendo… Non è un videogioco dove con l’esperienza “compri” le caratteristiche e alla fine hai un giocatore con tutti valori 99. L’importante è lavorare sui punti di forza e renderli sempre più efficaci. Sara non tirerà mai tre diritti piatti per sfondare il muro della Wozniacki, la Wozniacki non farà mai serve&volley e Camila non tirerà mai un toppone a 3 metri dal nastro. Amen, è così e bisogna farsene una ragione.
io credo che Sergio sia stato molto chiaro nel cercare di spiegare il lavoro che Camila sta svolgendo e cosa vuole diventare da grande. La Sharapova ha vinto Wimbledon a 17 anni? La Schiavo ha vinto il Roland Garros a 31. Non è che uno vale di meno e l’altro di più. Camila non avrà la continuità di altre nostre tenniste ma è l’unica che ha il gioco per poter, casomai dovesse arrivare un giorno in una semifinale o finale di un grande torneo, battere le migliori.

ecco questo ha capito le stesse cose che ho capito io.
sicuramente espresse in modo più delicato del mio.
Rileggete questo ragionamento che spiega anche il mio pensiero ben meglio di quanto sono evidentemente capace di fare io stesso.

Grazie. Brad Gilbert era un esempio. Ma anche Lozano o cinà, dovessero un giorno lasciare Sara e Roberta, avranno un certo stipendio, così come tutti i coach professionisti.

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tommaso (Guest) 30-05-2014 15:08

Scritto da Marco Mazzoni
Ci tengo a sottolineare una cosa: a parte l’introduzione personale, basata su sensazioni e sulla sorpresa nel conoscere questa persona (che ho trovato diversa da quello che in genere avevo letto di lui, e mi ha molto sorpreso), ho cercato di riportare quello che mi è stato riferito in modo molto molto molto neutro, senza un mio filtro (eccetto la intro, che è staccata dal resto), in modo che tutti possano farsi la propria opinione.
Luingi da me voler fare “l’imbonitore dei Giorgi”, ho una mia opinione sul suo gioco (che ho scritto qua più volte, anche ieri) e su cose che spero possano affrontare e migliorare. E anche su altri aspetti della loro gestione ho delle perplessità (come sulle intermperanze di Sergio a bordo campo… ho scritto un libro su tennis e mente con una psiconalista, e non sono così sicuro che lei sia totalmente insensibile). Però ripeto, spero di aver fatto un discreto servizio nel riportare la sua voce e la sua storia. A chi legge farsi una opinione.
Potevo fare altre domande, sulle polemiche venute e fuori e molto altro… ma ho preferito concentrarmi sulle cose che più mi interessavano: capire la sua storia, da dove viene la sua visione e quindi il suo gioco. Spero ci possano essere altre occasioni per parlare di altro.
Saluti

Non devi certo giustificazioni, ci mancherebbe! 😉

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tommaso (Guest) 30-05-2014 15:01

Scritto da Cla
E’ vera la leggenda urbana secondo cui il padre chiama la figlia Cámila con accento sulla prima a ?

La chiama Cami o flaca

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pazzodicamila (Guest) 30-05-2014 14:54

@ biglebowski (#1082587)

Magari si trattasse di una “toria piuttosto originale,anticonformista e molto romantica”. Sarebbe stupendo e conferirebbe a Camila ancora più originalità di quella che ha di suo. Ma credo sia questione di tempi, opterei più per “attesa carta giusta”. E da un lato me lo auguro!

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biglebowski (Guest) 30-05-2014 14:51

Scritto da Koko
Esiste un termine che molti utilizzano parlando di Djokovic: aggressione controllata! Il tennista forte è colui che aggredisce ma in maniera consapevole senza mai rischiare eccessivamente ad ogni colpo. Chiaramente anche Nole prende le righe e rischia colpi incredibili ma lo fa con consapevolezza tecnico-tattica e a ragion veduta. E’ questo che fa la differenza.

certo che gli argomenti scarseggiano se si tira fuori djokovic…..e te lo dico con stima, leggendoti sempre con attenzione.

94
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Koko (Guest) 30-05-2014 14:43

Esiste un termine che molti utilizzano parlando di Djokovic: aggressione controllata! Il tennista forte è colui che aggredisce ma in maniera consapevole senza mai rischiare eccessivamente ad ogni colpo. Chiaramente anche Nole prende le righe e rischia colpi incredibili ma lo fa con consapevolezza tecnico-tattica e a ragion veduta. E’ questo che fa la differenza.

93
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BB (Guest) 30-05-2014 14:27

Il giorgismo sta diventando una filosofia.
Corre corre corre la locomotiva Camila.
Fuori il tennis dalle accademie, ci avete rotto le palline da tennis.
Just put it on the “Cornet”.
Forza Camila. Hasta la vittoria. Siempreeeeeeeeeeeeeeeeee

92
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cocciasecca (Guest) 30-05-2014 14:21

Ottimo articolo, bella e interessante intervista di un padre allenatore completamente diverso da quello che finora ho letto e sentito. Chapeau Marco.

91
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diego (Guest) 30-05-2014 14:19

leggo solo ora questa intervista, e devo dire che comunque sergio non mi dispiace affatto… sta cercando di applicare un tennis a camila diverso,e secondo me ci riuscirà!
c’mon cami!

90
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Bonnie75 (Guest) 30-05-2014 14:04

Io resto dell’idea che nel tennis devi sapere sia difendere che attaccare, anzi spesso la cosa più difficile è passare da una fase difensiva ad una offensiva. Difendersi significa giocare una palla profonda che passi un po’ più alta dalla rete magari con un po’ di rotazione. Ostinarsi ad essere aggressivi su OGNI PALLA anche quando si dovrebbe essere sulla difensiva, significa, a mio parere, avere una percentuale di errore sfavorevole. Magari in certe giornate ti può anche andare bene ma alla lunga questo gioco non paga….Questo è quello che penso io intendiamoci, sarei comunque ben felice di essere smentito dalla famiglia Giorgi!!!!

89
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Cla 30-05-2014 13:59

E’ vera la leggenda urbana secondo cui il padre chiama la figlia Cámila con accento sulla prima a ?

88
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biglebowski (Guest) 30-05-2014 13:57

Scritto da ADRIANO FOREVER
GO CAMI GO ..Grande intervista grande padre…non e importante essere numeri uno ma fare divertire…

ed una certa importanza, per loro, lo avrà anche quel numero che comparirà dopo la voce prize money al termine della carriera, se fosse uguale o maggiore di 3, per esempio, avrebbero ragione loro…….perchè non dimentichiamolo mai, per noi è un divertimento, per loro è soprattutto lavoro.
a questo proposito, mi sarebbe piaciuta una domanda sul motivo per cui penso sia l’unica, o una delle poche, a non avere uno straccio di scritta pubblicitaria sul vestito, peraltro delizioso.
perchè o questo italo argentino è un gambler professionista e attende che gli entri la carta giusta, o i responsabili delle maggiori aziende del settore sono ciechi o siamo di fronte ad una storia piuttosto originale,anticonformista e molto romantica.

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pazzodicamila (Guest) 30-05-2014 13:50

La gioia più grande? Leggere sul Facebook di Camila commenti di stranieri che ieri erano in tribuna e la vedevano giocare per la prima volta! Tutti entusiasti! Se Sergio dovesse leggerli, sono sicuro che il suo orgoglio di padre e allenatore andrebbe alle stelle!

86
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ADRIANO FOREVER 30-05-2014 13:32

GO CAMI GO ..Grande intervista grande padre…non e importante essere numeri uno ma fare divertire…

85
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Giu72 (Guest) 30-05-2014 13:30

Il signor Sergio, mi trasmette una simpatia unica. Da questa intervista, si capisce che lui ha seguito sempre quello che ha chiesto la figlia. Ginnastica, boxe e tennis. Un altro genitore sarebbe già in corsia neuropsichiatrica. :mrgreen:
Tutti gli sport che ha fatto camila, sono sempre stati ad alti livelli ( o la fai bene una cosa o non la fai). Lui l’ha sempre assecondata… E chi si permette, spesso, di dire che sia un padre padrone e che la figlia non si diverta a giocare a tennis, lo fa per pura antipatia. Non sapevo che camila fosse affiancata da un altro tecnico ( della federazione credo). E questo é la conferma dell’umiltà di questo uomo. Sono sicura che, se un giorno camila gli chiederà d’essere seguita da un tecnico che non sia lui… Accetterà come ha sempre fatto sino ad ora. Fattaquesta premessa…
Spero che camila arrivi a farmi vedere un suo match, senza patemi… Senza farmi cascare dalla sedia, ogni volta che, dopo aver dominato lo scambio, riesce a sbagliare un rigore a porta vuota.

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drummer (Guest) 30-05-2014 13:30

Intervista molto interessante, alcune cose si sapevano già, comunque non si è risparmiato in racconti e risposte, per tutti quelli che vogliono sapere qualcosa di più su Camila.
Tutte le mie perplessità (tennistiche ovviamente) rimangono assolutamente inalterate, mi sembra una sfida alquanto improba pensare di scalare la classifica mantenendo inalterato quel tipo di gioco, senza alcun compromesso. Per me finora l’unica conquista reale fatta è il miglioramento evidente del servizio, per il resto anche a 17 anni poteva prendere a pallate le avversarie come fa adesso, basta andare a rileggere qualche commento agli itf di fine 2009, quando siamo rimasti “sconvolti” da tanta potenza ed aggressività.
Da lì in poi per me non è cambiato molto, se non il giocare più tornei (da qui l’ovvio salto in classifica, una così non può rimanere fuori dalle 100), passati i problemi fisici e purtroppo la nota disgrazia.
Vedremo se cotanta testardaggine porterà ai risultati sperati, le auguro di riuscirci.

83
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Hoila Seppi (Guest) 30-05-2014 13:25

Scritto da Marco Mazzoni
Ci tengo a sottolineare una cosa: a parte l’introduzione personale, basata su sensazioni e sulla sorpresa nel conoscere questa persona (che ho trovato diversa da quello che in genere avevo letto di lui, e mi ha molto sorpreso), ho cercato di riportare quello che mi è stato riferito in modo molto molto molto neutro, senza un mio filtro (eccetto la intro, che è staccata dal resto), in modo che tutti possano farsi la propria opinione.
Luingi da me voler fare “l’imbonitore dei Giorgi”, ho una mia opinione sul suo gioco (che ho scritto qua più volte, anche ieri) e su cose che spero possano affrontare e migliorare. E anche su altri aspetti della loro gestione ho delle perplessità (come sulle intermperanze di Sergio a bordo campo… ho scritto un libro su tennis e mente con una psiconalista, e non sono così sicuro che lei sia totalmente insensibile). Però ripeto, spero di aver fatto un discreto servizio nel riportare la sua voce e la sua storia. A chi legge farsi una opinione.
Potevo fare altre domande, sulle polemiche venute e fuori e molto altro… ma ho preferito concentrarmi sulle cose che più mi interessavano: capire la sua storia, da dove viene la sua visione e quindi il suo gioco. Spero ci possano essere altre occasioni per parlare di altro.
Saluti

grazie per l´ottima intervista. Ma ti chiedo. Hai già´incontrato a Parigi il fenomeno Andreas? Lo puoi intervistare o almeno Sartori?

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Hoila Seppi (Guest) 30-05-2014 13:20

Io credo che solo pochissime possono ambire ai top 5, picchiando solo. La Sharapova e´una di queste e la Williams, ma dispongono di fisicita´e servizio/potenza maggiore.

Credo che la Girogi non cambiera´di molto, perché´ormai gioca così´da quando ha 5 anni e ragione con la testa del padre. Se non cambia il padre non cambia neanche la Girogi, che ne e´succube.
L´essere arrivata inoltre a ridosso dell top 40 in un paio di mesi, li rinforza nei loro pensieri già´ancorati.

81
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zedarioz 30-05-2014 13:18

Scritto da Paolo2001

Scritto da Neytiri

Scritto da marcello

Peraltro, questa bella intervista non può dissipare (come è naturale, per motivi oggettivi) alcune critiche che generalmente si muovono al gioco di Camila (incapacità di ricorrere – se necessario – a colpi di attesa durante lo scambio e più in generale di adottare un piano B qualora sia in difficoltà

Arriverà anche il piano B. Ma non dovevano insegnarglielo quando era fiori dalle 200e giocava i tornei minori.
E non devono insegnarglielo adesso che è arrivata tra le prime 50.
Quando sarà a ridosso o tra le prime 10 giocatrici, ed io penso che succederà tra la fine del 2015 ed inizio 2016, probabilmente avrà accumulato quell’esperienza necessaria a capire da sola come affrontare momenti cruciali della partita.
Ma se da subito si indirizza il gioco di una tennista di attacco inculcando l’idea di “rallentare” ad ogni palla break o momento delicato della partita, inconsciamente si finisce per snaturare la capacità di essere aggressiva e fare punti in ogni situazione.
Insomma è un equilibrio molto delicato, che potrebbe essere snaturato con risultati ben peggiori dei buoni propositi.
L’unica cosa che ripeto mi lascia qualche perplessità l’aspetto tecnico di alcuni fondamentali che fino ad adesso non abbiamo visto: palle corte, back, slice: li sa fare? Perché prima o poi serviranno davvero.

Sicuro che in quel momento avrà la capacità di aggiungere al bagaglio tecnico colpi che attualmente per lei non esistono? Il back, la palla corta sono anche colpi offensivi, non servono per nulla solo a difendersi ma presuppongono una predisposizione tecnica o lungo allenamento ma soprattutto attitudine. E quando comincerà, quando avrà venticinque anni?

Su quali basi si pone la certezza che certi colpi siano funzionali al suo gioco?

Il tennis è tennis, ieri c’erano immagini in cui Camila era dentro il campo di 4 metri e la Kuz era letteralmente sui teloni di fondo, ma per chiudere il punto Camilan tirava comunque forte e sulla riga di fondo e la kuz ribatteva alla disperata. una palla corta, anche fatta mezzo metro sopra la rete, la kuz non l’avrebbe presa neanche in scooter. Una bordata sulla riga può sempre finire fuori di 2 cm, e non è sfortuna. Saper fare tutti i colpi, è sempre importante. Poi si può scegliere di picchiare anche da fuori campo, ma ora come ora per il gioco di camila non è una scelta ma un obbligo. Poter scegliere è sempre un vantaggio. Cmq il suo stile non cambierà di sicuro, è solo questione di completarsi per arrivare veramente al top. C’è ancora tempo…

80
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gigi (Guest) 30-05-2014 13:10

@ Fabblack (#1082540)

in effetti una così potrebbe vivere di soli sponsor come fece a suo tempo la Kournikova…

79
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ForzaCami (Guest) 30-05-2014 13:09

Scritto da l Occhio di Sauron

Scritto da tommaso
Bella intervista, utile come diceva un altro utente a chi magari non frequenta il sito di Camila e non ha mai letto un’intervista a Sergio o Cami al di fuori di quelle istituzionali dopo un match.
Intanto il fatto di lavorare con Silvestre è un bel passo avanti: dato per appurato che Camila non vuole staccarsi da Sergio come guida tecnica, un innesto “soft” del genere può essere una soluzione. E chissà mai che non ve ne siano altre in futuro, quando Cami salirà in classifica, guadagnerà di più, avrà degli sponsor e… sì, mettiamola sul vil denaro, potrà pagare qualcuno per lavorare con lei (bello dire “deve cambiare allenatore, Brad Gilbert sarebbe l’ideale”! Eh certo, viene ad allenare Camila gratis perché le sta simpatica, oppure fanno una colletta quelli che vogliono che Sergio si faccia da parte…)
Sulla “costruzione” di Camila: è inutile dire che deve giocare il rovescio in back, che deve giocare palle corte, che deve giocare colpi difensivi. Come Sara non gioca l’incrociato piatto così Camila non gioca l’incrociato in top. Come la Vinci non gioca il rovescio coperto così Camila non gioca il rovescio in back. E via dicendo… Non è un videogioco dove con l’esperienza “compri” le caratteristiche e alla fine hai un giocatore con tutti valori 99. L’importante è lavorare sui punti di forza e renderli sempre più efficaci. Sara non tirerà mai tre diritti piatti per sfondare il muro della Wozniacki, la Wozniacki non farà mai serve&volley e Camila non tirerà mai un toppone a 3 metri dal nastro. Amen, è così e bisogna farsene una ragione.
io credo che Sergio sia stato molto chiaro nel cercare di spiegare il lavoro che Camila sta svolgendo e cosa vuole diventare da grande. La Sharapova ha vinto Wimbledon a 17 anni? La Schiavo ha vinto il Roland Garros a 31. Non è che uno vale di meno e l’altro di più. Camila non avrà la continuità di altre nostre tenniste ma è l’unica che ha il gioco per poter, casomai dovesse arrivare un giorno in una semifinale o finale di un grande torneo, battere le migliori.

ecco questo ha capito le stesse cose che ho capito io.
sicuramente espresse in modo più delicato del mio.
Rileggete questo ragionamento che spiega anche il mio pensiero ben meglio di quanto sono evidentemente capace di fare io stesso.

eheheh… quella di Brad Gilbert l’avevo detta io.
Per un semplice motivo, mi sono innamorato di Camila la prima volta che l’ho vista giocare. Il mio idolo era Agassi e non avevo mai visto nessuno giocare d’anticipo sempre e comunque come lui, finchè ho visto Cami!!!

Con le dovute proporzioni chiaramente 🙂

78
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Fabblack (Guest) 30-05-2014 13:06

Considerando che CG avesse vinto solo un turno in più degli ultimi quattro tornei (quelli che tanti “esperti coach che scrivono qui” dicono avrebbe vinto facile se avesse giocato come dicono loro) sarebbe già vicina al nr. 30 (fate 2+2 su “Tennis Temple”). tutti su terra dove solo lì contano i drop shot e che ora sono finiti fino all’anno prossimo.
Quindi l’obiettivo dichiarato di nr. 30 a fine anno mi sembra pure mettere le mani avanti.
A meno che questo cammino no sia stato “studiato” per non avere neanche troppe “cambiali” l’anno prossimo così che non si avrà comunque un regredire.
Io considererei anche che mi sembra non abbia ancora un main sponsor tecnico e forse si stia aspettando il momento giusto, perché visto che parliamo sempre di pro,CG potrebbe guadagnare più di sponsor che di premi.

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Paolo2001 (Guest) 30-05-2014 13:05

Scritto da Neytiri

Scritto da zedarioz
Bella intervista, anche se una domandina tecnica gliel’avrei fatta: “pensate che avere colpi difensivi sia inutile?”. Cioè, ok che vuole difendersi attaccando, ma bisogna anche rendersi conto che anche le altre attaccano e se non hai colpi difensivi non puoi sempre ribaltare l’inerzia dello scambio tirando più forte. Quando sei all’angolo, come i pugili che a lui piacciono, devi respingere l’avversario e tornare al centro del ring. Imparare uno slice e giocare un top alto e carico quando sei fuori dal campo, ti aiuta a tornare al centro e poi puoi contrattaccare. Senza snaturare il suo gioco. Peccato che non gli sia stato chiesto. (tra l’altro con la sua velocità di braccio, se gioca carico o slice sono sicuro che i suoi colpi difensivi sarebbero di prima qualità come quelli offensivi)
Ottima riflessione.

Dalla stessa chiacchierata riportata su spaziotennis.
“Si parla molto, dal punto di vista tattico, della ricerca di una palla interlocutoria nel gioco di Camila, ma ciò su cui io e Daniele stiamo lavorando da tanto è il rendere questa palla interlocutoria, o difensiva che dir si voglia, comunque e sempre aggressiva. Deve essere un colpo intento a riprendere il comando del punto e dello scambio.”

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Paolo2001 (Guest) 30-05-2014 13:03

Scritto da Neytiri

Scritto da marcello

Peraltro, questa bella intervista non può dissipare (come è naturale, per motivi oggettivi) alcune critiche che generalmente si muovono al gioco di Camila (incapacità di ricorrere – se necessario – a colpi di attesa durante lo scambio e più in generale di adottare un piano B qualora sia in difficoltà

Arriverà anche il piano B. Ma non dovevano insegnarglielo quando era fiori dalle 200e giocava i tornei minori.
E non devono insegnarglielo adesso che è arrivata tra le prime 50.
Quando sarà a ridosso o tra le prime 10 giocatrici, ed io penso che succederà tra la fine del 2015 ed inizio 2016, probabilmente avrà accumulato quell’esperienza necessaria a capire da sola come affrontare momenti cruciali della partita.
Ma se da subito si indirizza il gioco di una tennista di attacco inculcando l’idea di “rallentare” ad ogni palla break o momento delicato della partita, inconsciamente si finisce per snaturare la capacità di essere aggressiva e fare punti in ogni situazione.
Insomma è un equilibrio molto delicato, che potrebbe essere snaturato con risultati ben peggiori dei buoni propositi.
L’unica cosa che ripeto mi lascia qualche perplessità l’aspetto tecnico di alcuni fondamentali che fino ad adesso non abbiamo visto: palle corte, back, slice: li sa fare? Perché prima o poi serviranno davvero.

Sicuro che in quel momento avrà la capacità di aggiungere al bagaglio tecnico colpi che attualmente per lei non esistono? Il back, la palla corta sono anche colpi offensivi, non servono per nulla solo a difendersi ma presuppongono una predisposizione tecnica o lungo allenamento ma soprattutto attitudine. E quando comincerà, quando avrà venticinque anni?

Su quali basi si pone la certezza che certi colpi siano funzionali al suo gioco?

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Neytiri 30-05-2014 12:58

Scritto da zedarioz
Bella intervista, anche se una domandina tecnica gliel’avrei fatta: “pensate che avere colpi difensivi sia inutile?”. Cioè, ok che vuole difendersi attaccando, ma bisogna anche rendersi conto che anche le altre attaccano e se non hai colpi difensivi non puoi sempre ribaltare l’inerzia dello scambio tirando più forte. Quando sei all’angolo, come i pugili che a lui piacciono, devi respingere l’avversario e tornare al centro del ring. Imparare uno slice e giocare un top alto e carico quando sei fuori dal campo, ti aiuta a tornare al centro e poi puoi contrattaccare. Senza snaturare il suo gioco. Peccato che non gli sia stato chiesto. (tra l’altro con la sua velocità di braccio, se gioca carico o slice sono sicuro che i suoi colpi difensivi sarebbero di prima qualità come quelli offensivi)
Ottima riflessione.

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Neytiri 30-05-2014 12:52

Scritto da marcello

Peraltro, questa bella intervista non può dissipare (come è naturale, per motivi oggettivi) alcune critiche che generalmente si muovono al gioco di Camila (incapacità di ricorrere – se necessario – a colpi di attesa durante lo scambio e più in generale di adottare un piano B qualora sia in difficoltà

Arriverà anche il piano B. Ma non dovevano insegnarglielo quando era fiori dalle 200e giocava i tornei minori.
E non devono insegnarglielo adesso che è arrivata tra le prime 50.
Quando sarà a ridosso o tra le prime 10 giocatrici, ed io penso che succederà tra la fine del 2015 ed inizio 2016, probabilmente avrà accumulato quell’esperienza necessaria a capire da sola come affrontare momenti cruciali della partita.
Ma se da subito si indirizza il gioco di una tennista di attacco inculcando l’idea di “rallentare” ad ogni palla break o momento delicato della partita, inconsciamente si finisce per snaturare la capacità di essere aggressiva e fare punti in ogni situazione.
Insomma è un equilibrio molto delicato, che potrebbe essere snaturato con risultati ben peggiori dei buoni propositi.
L’unica cosa che ripeto mi lascia qualche perplessità l’aspetto tecnico di alcuni fondamentali che fino ad adesso non abbiamo visto: palle corte, back, slice: li sa fare? Perché prima o poi serviranno davvero.

Sicuro che in quel momento avrà la capacità di aggiungere al bagaglio tecnico colpi che attualmente per lei non esistono? Il back, la palla corta sono anche colpi offensivi, non servono per nulla solo a difendersi ma presuppongono una predisposizione tecnica o lungo allenamento ma soprattutto attitudine. E quando comincerà, quando avrà venticinque anni? 😐

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Fak (Guest) 30-05-2014 12:51

Scritto da l Occhio di Sauron
@ Fak (#1082353)
cosa vuol dire “finalmente un po’ di chiarezza”?
Mica è uno che lavora per te, quello che fanno è per la loro carriera e sono solo… suoi e non deve certo rendere conto a nessuno.
Diciamo piuttosto “grazie a Marco per essere riuscito a farci condividere il pensiero e la strategia dello staff Giorgi, e grazie a quelli per avercelo raccontato”.

Sulla prima ti posso dire hai ragione
Sulla seconda versione ti posso dire solo leggi bene tutto il mio commento prima di scrivere il tuo.

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Paolo2001 (Guest) 30-05-2014 12:48

Quindi la conclusione di numerosi esperti qui è che a Sara Errani non piace giocare come gioca, ma lo ha fatto e lo fa solo perché l’ha fatta arrivare in finale a Parigi e fino al numero 5 del mondo.
Ditelo alla Errani, si farà delle grasse risate.

@ Marco Mazzoni (#1082492)

Grazie dell’interessante report che spiega molto bene quelle che sono le interazioni tra atleta e tecnico.
Sono ampiamente d’accordo che il comportamento del padre durante le partite dovrebbe migliorare, ma a quell’età ahimé è difficile.

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l Occhio di Sauron 30-05-2014 12:47

@ Marco Mazzoni (#1082492)

se uno quando intervista riporta e non interpreta ha per forza fatto un buon lavoro.

Non c’è nulla che mi sta più sul…. degli intervistatori che insistono a voler mettere le risposte in bocca agli intervistati o a fare domande volutamente ambigue per poi riferire che abbia detto tutt’altro.

Mi sembra che soprattutto alla RAI se facessero le domande che fai te e lasciassero la gente rispondere come gli pare, il mondo sarebbe migliore.

70
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Neytiri 30-05-2014 12:45

Scritto da Alb4647

Scritto da lallo
Quando cerchi di accellerare palle che NON PUOI accellerare, quando cerchi angoli che non troverai se non in casi rari, quando fai tutto questo nel momento migliore della tua esplosività fisica ovvero a 22 anni (col passare degli anni puoi solo calare fisicamente a livello di brillantezza e quindi puoi solo aumentare ulteriormente la percentuale di errori), non hai una strategia innovativa nel tennis… stai solo sprecando talento.
Può pescare il jolly di 7 partite azzeccate su erba? Certo. Si può vincere alla lotteria. Ciò non toglierebbe minimamente il fatto che con le qualità, fisiche e tecniche, che la ragazza mostra di avere, tali risultati dovrebbero essere prossimi alla normalità.

Quoto al 100%

Come non condividere?

69
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BB (Guest) 30-05-2014 12:41

Chi critica il gioco della Giorgi non capisce nulla di tennis; e non capisce nulla neanche di musica, di poesia, di arte, di matematica … non capisce nulla.
Ogni volta che li leggo mi viene in mente…. un allenatore della federazione, che non ottenendo risultati dalle sue atlete si immagina che le sue allieve sono tutte “brocche” mentre gli altri hanno la fortuna di avere allieve talentuosissime.
Questo genere di presuntuosi che non mettono mai in dubbio la loro opinione (nemmeno di fronte all’evidenza dei risultati), il massimo che riescono a fare è insegnare ad essere una 400 wta che perde sempre dalla 399 e vince sempre con la 401.
Camila è SPETTACOLARE. Tatticamente non deve imparare nulla ma è quasi perfetta, mentre tecnicamente ha ancora margini di crescita.
Grazie Sergio e buon lavoro.
P.S.
Complimenti anche a Mazzoni che sta dimostrando di avere l’intelligenza di sapersi ricredere.

68
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Marco Mazzoni (Guest) 30-05-2014 12:34

Ci tengo a sottolineare una cosa: a parte l’introduzione personale, basata su sensazioni e sulla sorpresa nel conoscere questa persona (che ho trovato diversa da quello che in genere avevo letto di lui, e mi ha molto sorpreso), ho cercato di riportare quello che mi è stato riferito in modo molto molto molto neutro, senza un mio filtro (eccetto la intro, che è staccata dal resto), in modo che tutti possano farsi la propria opinione.
Luingi da me voler fare “l’imbonitore dei Giorgi”, ho una mia opinione sul suo gioco (che ho scritto qua più volte, anche ieri) e su cose che spero possano affrontare e migliorare. E anche su altri aspetti della loro gestione ho delle perplessità (come sulle intermperanze di Sergio a bordo campo… ho scritto un libro su tennis e mente con una psiconalista, e non sono così sicuro che lei sia totalmente insensibile). Però ripeto, spero di aver fatto un discreto servizio nel riportare la sua voce e la sua storia. A chi legge farsi una opinione.
Potevo fare altre domande, sulle polemiche venute e fuori e molto altro… ma ho preferito concentrarmi sulle cose che più mi interessavano: capire la sua storia, da dove viene la sua visione e quindi il suo gioco. Spero ci possano essere altre occasioni per parlare di altro.
Saluti

67
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l Occhio di Sauron 30-05-2014 12:34

Scritto da tommaso
Bella intervista, utile come diceva un altro utente a chi magari non frequenta il sito di Camila e non ha mai letto un’intervista a Sergio o Cami al di fuori di quelle istituzionali dopo un match.
Intanto il fatto di lavorare con Silvestre è un bel passo avanti: dato per appurato che Camila non vuole staccarsi da Sergio come guida tecnica, un innesto “soft” del genere può essere una soluzione. E chissà mai che non ve ne siano altre in futuro, quando Cami salirà in classifica, guadagnerà di più, avrà degli sponsor e… sì, mettiamola sul vil denaro, potrà pagare qualcuno per lavorare con lei (bello dire “deve cambiare allenatore, Brad Gilbert sarebbe l’ideale”! Eh certo, viene ad allenare Camila gratis perché le sta simpatica, oppure fanno una colletta quelli che vogliono che Sergio si faccia da parte…)
Sulla “costruzione” di Camila: è inutile dire che deve giocare il rovescio in back, che deve giocare palle corte, che deve giocare colpi difensivi. Come Sara non gioca l’incrociato piatto così Camila non gioca l’incrociato in top. Come la Vinci non gioca il rovescio coperto così Camila non gioca il rovescio in back. E via dicendo… Non è un videogioco dove con l’esperienza “compri” le caratteristiche e alla fine hai un giocatore con tutti valori 99. L’importante è lavorare sui punti di forza e renderli sempre più efficaci. Sara non tirerà mai tre diritti piatti per sfondare il muro della Wozniacki, la Wozniacki non farà mai serve&volley e Camila non tirerà mai un toppone a 3 metri dal nastro. Amen, è così e bisogna farsene una ragione.
io credo che Sergio sia stato molto chiaro nel cercare di spiegare il lavoro che Camila sta svolgendo e cosa vuole diventare da grande. La Sharapova ha vinto Wimbledon a 17 anni? La Schiavo ha vinto il Roland Garros a 31. Non è che uno vale di meno e l’altro di più. Camila non avrà la continuità di altre nostre tenniste ma è l’unica che ha il gioco per poter, casomai dovesse arrivare un giorno in una semifinale o finale di un grande torneo, battere le migliori.

ecco questo ha capito le stesse cose che ho capito io.

sicuramente espresse in modo più delicato del mio.

Rileggete questo ragionamento che spiega anche il mio pensiero ben meglio di quanto sono evidentemente capace di fare io stesso.

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MADE (Guest) 30-05-2014 12:28

Devo dire che questa intervista mi è piaciuta tantissimo. Vedo un che di romantico in tutto il discorso. Un concetto di tennis un po’ utopistico, ma a me i sognatori piacciono. E comunque un passettino alla volta Camila sta salendo in classifica. Non arriverà al top? Spreca talento? Può darsi, ma se lei è felice e questo è il gioco che le piace fare, va bene così.

65
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FER – MILANO 30-05-2014 12:28

Chi é? Casaleggio? :mrgreen:

64
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Paolo2001 (Guest) 30-05-2014 12:24

Scritto da tommaso
Sulla “costruzione” di Camila: è inutile dire che deve giocare il rovescio in back, che deve giocare palle corte, che deve giocare colpi difensivi. Come Sara non gioca l’incrociato piatto così Camila non gioca l’incrociato in top. Come la Vinci non gioca il rovescio coperto così Camila non gioca il rovescio in back. E via dicendo… Non è un videogioco dove con l’esperienza “compri” le caratteristiche e alla fine hai un giocatore con tutti valori 99. L’importante è lavorare sui punti di forza e renderli sempre più efficaci. Sara non tirerà mai tre diritti piatti per sfondare il muro della Wozniacki, la Wozniacki non farà mai serve&volley e Camila non tirerà mai un toppone a 3 metri dal nastro. Amen, è così e bisogna farsene una ragione.

Finalmente qualcuno che dimostra di capire cosa vuol dire allenare un’atleta e non un avatar di un videogioco.

63
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Original Giulio 30-05-2014 12:23

Scritto da l Occhio di Sauron
@ pinkfloyd (#1082378)
pink il fatto di sapere sempre e comunque cosa si deve fare in ogni qualsiasi situazione a volte è un gran vantaggio sai?
non devi mai perdere quella frazione di secondo a valutare se la palla che arriva la devi tagliare o giocare alta difensiva o la puoi lavorare bene e darci peso.
Il fatto di aver deciso a priori che si fa così e basta sempre e comunque porta anche un vantaggio pratico in termini di velocità e reattività.
Quante volte ti sarà capitato su un campo da tennis avere quell’esitazione tra dire cosa faccio? dov’è quello? gli faccio la corta? la metto lungolinea forte o incorocio interlocutorio?
..e poi regolamente un s’imbelina e butta di là una scoreggia inutile..
non dirmi che non ti è mai successo..
capisci cosa intendo?

Sono un estimatore di Camila e del suo tennis “a tutto braccio” ma dire che pensare a che colpo usare è controproducente mi sembra una eresia bella e buona. C’è una letteratura sul processo decisionale nel tennis e francamente è un passaggio imprescindibile per qualsiasi pro(Giorgi inclusa).

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tommaso (Guest) 30-05-2014 12:22

Scritto da Marco93

Scritto da pinkfloyd
@ Hoila Seppi (#1082415)
Na Li non è regolarista. E’ attaccante (quasi) PURA.
Le altre due non hanno vinto Slam, infatti.

Ma ci sono andate entrambe vicino.
Camila non li raggiungerà mai questi risultati se non cambia, ma non dico di molto, ma almeno un po’. Se sei in fase difensiva, giochi un colpo difensivo altrimenti la palla la spari oltre le tribune. I fuori campo non portano punti.

Nulla contro Sara che vedo anche essere il tuo avatar ma… anche Sara ci è andata vicino, giocando una finale. Solo che per l’impostazione che ha era abbastanza chiaro fin dall’inizio che sarebbe stato oltre le sue possibilità battere Serena (o Maria, o Vika, le grandissime del circuito insomma). E non per carenze tecniche, ma di gioco. Credo che Sara abbia una “mano” migliore della Williams, ma ha racimolato 1 game a Parigi. Camila può essere un cavallo pazzo ma ha il gioco (o meglio, Sergio e Camila hanno fatto sì lavorando in un certo modo che Camila SI SIA COSTRUITA quel gioco) per poter dire “me la gioco”.

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Marco93 30-05-2014 12:22

Scritto da Marco93

Scritto da pinkfloyd
@ Hoila Seppi (#1082415)
Na Li non è regolarista. E’ attaccante (quasi) PURA.
Le altre due non hanno vinto Slam, infatti.

Ma ci sono andate entrambe vicino.
Camila non li raggiungerà mai questi risultati se non cambia, ma non dico di molto, ma almeno un po’. Se sei in fase difensiva, giochi un colpo difensivo altrimenti la palla la spari oltre le tribune. I fuori campo non portano punti.
Per esempio la Tomljanovic è di un altro pianeta secondo me.
Il tuo commento è stato modificato!.

O per far capire, la Garcia. Talento puro. Che sa attaccare, ma se c’è da difendersi, lo fa.

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Julius 30-05-2014 12:21

Scritto da Gabriele
@ pinkfloyd (#1082412)
No non può continuare a giocare così. Come approccio può andare bene. Il voler comandare e attaccare sempre e comunque. Ma non può tirare tutto all’impazzata e fare 7 doppi falli a partita.

Ragazzi, mettiamoci d’accordo. Un conto è l’atteggiamento in campo. In quello condivido quanto insegnato a Camila che non sarà mai una che rema a fondo e aspetta l’errore dell’altra. In questo, io credo, lei deve interpretare il fatto di essere aggressiva. Altro è sparare sempre a tutta, su qualsiasi palla, rispondere regolarmente tre metri dentro al campo e soprattutto usare pochissimo (niente) variazioni di ritmo e di tagli. Anche Nick Bollettieri, abbiamo letto dall’intervista, diceva che avrebbe capito quando fare un passo indietro. Visto che non ha più 8 anni ma 22, forse bisognerebbe dirglielo.. Inoltre, la differenza non la fa la tua velocità di palla, ma l’ACCELERAZIONE che riesci a dare al colpo, senza uscire dai binari (righe). Chi ha giocato lo sa. L’alternativa è che le entri sempre tutto, ma questo, ragionevolmente è impossibile. E se per tenere in mano l’iniziativa fai ancora 50 gratuiti a partita e 8/10 doppi falli a match, dovresti capire che qualcosa non funziona. Lei rimarrebbe sempre e comunque un’attaccante, non c’è nessun rischio che si “pallettarizzi” :mrgreen:

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l Occhio di Sauron 30-05-2014 12:20

@ linux (#1082453)

ovviamente se uno fa una battuta per sintetizzare un discorso, figurati che non arriva un genio che senza dire nulla ci fa su una battuta del tutto inutile..

grazie stavo giusto aspettando il tuo prezioso arrivo 😆

58
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tommaso (Guest) 30-05-2014 12:19

Bella intervista, utile come diceva un altro utente a chi magari non frequenta il sito di Camila e non ha mai letto un’intervista a Sergio o Cami al di fuori di quelle istituzionali dopo un match.

Intanto il fatto di lavorare con Silvestre è un bel passo avanti: dato per appurato che Camila non vuole staccarsi da Sergio come guida tecnica, un innesto “soft” del genere può essere una soluzione. E chissà mai che non ve ne siano altre in futuro, quando Cami salirà in classifica, guadagnerà di più, avrà degli sponsor e… sì, mettiamola sul vil denaro, potrà pagare qualcuno per lavorare con lei (bello dire “deve cambiare allenatore, Brad Gilbert sarebbe l’ideale”! Eh certo, viene ad allenare Camila gratis perché le sta simpatica, oppure fanno una colletta quelli che vogliono che Sergio si faccia da parte…)

Sulla “costruzione” di Camila: è inutile dire che deve giocare il rovescio in back, che deve giocare palle corte, che deve giocare colpi difensivi. Come Sara non gioca l’incrociato piatto così Camila non gioca l’incrociato in top. Come la Vinci non gioca il rovescio coperto così Camila non gioca il rovescio in back. E via dicendo… Non è un videogioco dove con l’esperienza “compri” le caratteristiche e alla fine hai un giocatore con tutti valori 99. L’importante è lavorare sui punti di forza e renderli sempre più efficaci. Sara non tirerà mai tre diritti piatti per sfondare il muro della Wozniacki, la Wozniacki non farà mai serve&volley e Camila non tirerà mai un toppone a 3 metri dal nastro. Amen, è così e bisogna farsene una ragione.

io credo che Sergio sia stato molto chiaro nel cercare di spiegare il lavoro che Camila sta svolgendo e cosa vuole diventare da grande. La Sharapova ha vinto Wimbledon a 17 anni? La Schiavo ha vinto il Roland Garros a 31. Non è che uno vale di meno e l’altro di più. Camila non avrà la continuità di altre nostre tenniste ma è l’unica che ha il gioco per poter, casomai dovesse arrivare un giorno in una semifinale o finale di un grande torneo, battere le migliori.

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l Occhio di Sauron 30-05-2014 12:18

Scritto da Gabriele
@ l Occhio di Sauron (#1082375)
Senti Occhio di…. stai calmo e sereno e sei tu a nn capire nulla ne dell’intervista ne di nulla. Il tifo, se nel tennis di tifo si possa parlare, c’è sempre e comunque perchè si tratta di una atleta italiana. Quindi il tuo commento è ridicolo e superfluo…. Altra cosa, ma quando scrivi certe cose dico ci pensi prima o sei senza filtro e scrivi di getto??? Perchè se è così allora va bene…altrimenti ti dico che l’intervista non c’entra nulla con quanto da me detto. Io parlavo a mio modestissimo avviso di quanto vedevo fare tecnicamente e delle variazioni al gioco che invece non ho mai visto. Non c’entra nulla l’impostazione e pertanto non c’è bisogno che uno come te dica cosa o non si possa analizzare. O vuoi forse dire che Serena Williams e la Sharapova sono delle pallettare o che sono state impostate come palleggiatrici? Perchè se si punta al top è giusto paragonarla a queste giocatrici e non certo alla Suarez Navarro per intenderci. Ma che dici? Serena ad esempio batte spesso slice, è anche lei da bum bum da fondo campo ma è comunque più regolare della Giorgi. Posso avere il diritto di fare questo confronto o devo assistere ai tuoi moniti?
Il tutto senza considerare (viste le gravi e tristi difficoltà che la Giorgi ha dovuto subire e ci mancherebbe altro) il fatto che alla sua età Serena e Maria avevano già vinto tanto ed erano già chiaramente impostate, come diresti tu…

Ancora non capisci, stai di nuovo dicendo che la Giorgi non dovrebbe giocare così ma per crescere dovrebbe andare a guardare come fa un’altra..

Parliamo due lingue diverse, scusami ma ci rinuncio.

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Marco93 30-05-2014 12:17

Scritto da pinkfloyd
@ Hoila Seppi (#1082415)
Na Li non è regolarista. E’ attaccante (quasi) PURA.
Le altre due non hanno vinto Slam, infatti.

Ma ci sono andate entrambe vicino.
Camila non li raggiungerà mai questi risultati se non cambia, ma non dico di molto, ma almeno un po’. Se sei in fase difensiva, giochi un colpo difensivo altrimenti la palla la spari oltre le tribune. I fuori campo non portano punti.

Per esempio la Tomljanovic è di un altro pianeta secondo me.

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Paolo2001 (Guest) 30-05-2014 12:10

Leggo ancora tanti interventi sensa senso.
Ce ne sia uno che prenda in considerazione il lato umano del gioco, manco fossero robot.
Provate a chiedere a Sara Errani se si riconosce nel suo gioco: vi risponderà che forse avete bevuto troppo o vi siete fatti di qualche droga e poi vi risponderà “ma certo che sì!”
La Errani, come è giusto che sia, credeva e si riconosceva nel suo gioco quando era numero 100, quando era numero 5 ed ovviamente anche ora.
Perché questo va al di là dei risultati e se non fosse stato così mai sarebbe diventata numero 5 al mondo.
Se Camila non si riconoscesse nel suo gioco non lo farebbe, lo ha detto al contrario a Roma (non sono una “pallettara”) attirandosi le ire di tutti, ma ha detto una cosa semplicissima, io sono un’attaccante, quindi gioco d’attacco.
Finiamola di pensare che uno sportivo di livello mondiale sia un robottino che si allena tutti i giorni per giocare in un modo che non gli piace solo per vincere una partita in più, è veramente ridicolo.

@ lallo
@ zedarioz
Su spaziotennis c’è la risposta alla vostra domanda, che è già in altra forma qui ed è molto chiara, se poi non si vuol capire il senso del discorso allora è un altro paio di maniche.

“Si parla molto, dal punto di vista tattico, della ricerca di una palla interlocutoria nel gioco di Camila, ma ciò su cui io e Daniele stiamo lavorando da tanto è il rendere questa palla interlocutoria, o difensiva che dir si voglia, comunque e sempre aggressiva. Deve essere un colpo intento a riprendere il comando del punto e dello scambio.”

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pinkfloyd 30-05-2014 12:10

Scritto da Vince

Scritto da pinkfloyd
@ Hoila Seppi (#1082410)
Non è vero. Lei può diventare top 5 o vincere qualcosa di importante PROPRIO giocando così.
Gli exploit li fanno gli attaccanti, quasi sempre.
Nel tennis feminile ancora di più.
Non esiste pallettara-regolarista che abbia vinto Slam, negli ultimi anni e fino ad ora.
Chiaramente deve essere sempre o quasi sempre al massimo ed è la terza volta che lo scrivo…

ma Pink…non puoi permetterti di non avere alcuna variazione, non ti puoi fossilizzare su una filosofia da adottare sempre e comunque, fregandotene dei tuoi avversari….non si può arrivare in alto così.
persino i brasiliani (e mi scuso con loro per il paragone improprio), dopo la partita dell’82 con l’Italia, hanno dovuto rivedere alcune cose del loro credo calcistico, per tornare a vincere….credi che questo gli sia costato poco?
Ma hanno dovuto farlo per forza, perchè tu non puoi mai ragionare nello sport, come se i tuoi avversari non esistono….è una follia.

Certo. Però ‘aiuta’ essere attaccanti.
Nel tennis femminile ancora di più.
Chiaramente si può migliorare e perfezionare tutto (anche il punto di vista delle ‘attaccanti’ e il loro modo di intendere).

Hanno molte più possibilità (anche potenziali) Camila (o altre attaccanti) di battere Williams, Sharapova, Azarenka, Kvitova etc che non altre, con gioco meno offensivo e più basato su ‘giornata storta altrui’.

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linux (Guest) 30-05-2014 12:09

Scritto da l Occhio di Sauron

Scritto da Gabriele
Pur riconoscendone l’indiscusso talento, all’interno del panorama femminile estremamente noioso, monotematico e tecnicamente discutibile, ritengo che lei applichi un gioco estremamente robotico come robotico è il suo stare in campo. Può prendere potenzialmente a pallate chiunque, Sharapova compresa, ma anche perdere con chiunque. Non mi da mai per intenderci la sensazione di aver cambiato definitivamente pelle e di scherzare con giocatrici inferiori. Il tennis è certamente uno sport in cui anche i top in giornata no possono perdere con giocatori di livello inferiore. Ma su di lei il mio ragionamento è un altro. Parlo di una totale mancanza di variazioni al proprio gioco che se non apporta entro i 23-24 anni è difficile che possa ottenerle in seguito

Ecco un altro che non ha capito niente dell’intervista.
Quelli stanno costruendo una giocatrice che giochi lei e che costringa le altre a remarci dietro.
Un gioco dove si comanda e basta e se va bene e le palle pigliano le righe si vince e se va male si perde: un o la va o la spacca quotidiano contro chiunque.
Hanno deciso così e quella e la loro strada:
ti va bene?
sei il benvenuto a tifare
non ti va bene?
seguine un’altra e amici come prima lo stesso

invece hai capito tutto tu?
o la va o la spacca nuovo modo di giocare al tennis

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emilio (Guest) 30-05-2014 12:04

Io credo che ognuno in primis debba giocare il tennis in cui crede, se no non si diverte e si snatura, per cui credo che Camila faccia bene a insistere nel suo gioco e che pian piano inserira’ delle piccole correzioni o variabili, ma questo lo fara’ con l’esperienza. Ricordiamo che ha una classifica incredibile valutando lo scarso numero di tornei giocati. La mia riflessione e’ che tutti sono daccordo nell’enorme potenziale di Camila: infatti chi la critica lo fa’ dicendo che se non cambia gioco non arrivera’ da nessuna parte e quindi implicitamente dice che e’ una potenziale top 20 (perche’ se e’ 50 con questo tennis con cui non va da nessuna parte…)

51
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Gabriele (Guest) 30-05-2014 11:59

@ pinkfloyd (#1082412)

No non può continuare a giocare così. Come approccio può andare bene. Il voler comandare e attaccare sempre e comunque. Ma non può tirare tutto all’impazzata e fare 7 doppi falli a partita.

50
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frafra (Guest) 30-05-2014 11:55

La Giorgi e’ divertente da seguire spero che non cambi amen se non diventerà numero 1

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biglebowski (Guest) 30-05-2014 11:55

nell’intervista non c’è nulla di nuovo che coloro che seguono camila assiduamente non sapessero già, ma è utilissima per che non lo fa abitualmente.
credo che molti abbiano dei preconcetti su mr. sergio e non cambieranno mai, se sta subendo critiche così ingiuste anche in questo periodo in cui camila è la best newcomer of the year.
se camila arriverà nelle top 10 diranno che con un altro sarebbe diventata top 5, se arriverà top 5 che sarebbe diventata numero 1 e se mai dovesse vincere uno slam diranno che con un altro allenatore ne avrebbe vinti a decine.
la cosa triste è che non potendoci mai essere una controprova delle loro affermazioni, saranno sempre convinti di avere ragione.

48
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SilvioL (Guest) 30-05-2014 11:52

Io sinceramente leggendo della vita di Camila da bimba rabbrividisco… Non parlo di tennis ovviamente, ma mi chiedo quanto la sua infanzia sia stata serena.

47
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Max (Guest) 30-05-2014 11:44

Questo è il primo anno effettivo nel quale la Giorgi riesce a giocare con continuità. A causa dei problemi fisici è in ritardo di almeno un paio d’anni.
Secondo me Sergio e Camila vogliono intanto capire quanto può salire in classifica giocando così (e c’ è da dire che da inizio anno Camila ne ha scalato di posizioni).
Quando vedranno il limite massimo che la Giorgi può raggiungere giocando così inizieranno a pensare al piano b. Bisogna solo aspettare.

46
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Vince (Guest) 30-05-2014 11:44

Scritto da pinkfloyd
@ Hoila Seppi (#1082410)
Non è vero. Lei può diventare top 5 o vincere qualcosa di importante PROPRIO giocando così.
Gli exploit li fanno gli attaccanti, quasi sempre.
Nel tennis feminile ancora di più.
Non esiste pallettara-regolarista che abbia vinto Slam, negli ultimi anni e fino ad ora.
Chiaramente deve essere sempre o quasi sempre al massimo ed è la terza volta che lo scrivo…

ma Pink…non puoi permetterti di non avere alcuna variazione, non ti puoi fossilizzare su una filosofia da adottare sempre e comunque, fregandotene dei tuoi avversari….non si può arrivare in alto così.

persino i brasiliani (e mi scuso con loro per il paragone improprio), dopo la partita dell’82 con l’Italia, hanno dovuto rivedere alcune cose del loro credo calcistico, per tornare a vincere….credi che questo gli sia costato poco?
Ma hanno dovuto farlo per forza, perchè tu non puoi mai ragionare nello sport, come se i tuoi avversari non esistono….è una follia.

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zedarioz 30-05-2014 11:43

Scritto da ForzaCami
Io ho notato una cosa guardando la faccia di Camila durante il match, non so se altri la pensano come me.
Mi sembra che le rare volte che gioca una palla difensiva o interlocutoria, e l’avversaria fa un vincente, lei soffre enormemente.
Cioè, non sopporta proprio di non decidere lei lo scambio, cioè “piuttosto sbaglio io, ma decido io come va a finire”

E’ quello che le manca di capire, sono sicuro che è intelligente e lo capirà. Lei in difesa gioca comunque piatto, ma se sei fuori dal campo in allungo e giochi piatto, ammesso che non sbagli, il tuo colpo risulta innocuo e la tua avversaria mette i piedi dentro il campo e ti finisce col colpo successivo. Se lei riesce a trovare il compromesso, quando è attaccata e non arriva bene sulla palla, di rallentare e giocare lungo e carico o lungo e slice, fa l’ultimo salto di qualità. Sono sicuro che ci arriverà anche lei. Oltre ovviamente a non pretendere di tirare sempre e comunque il vincente in risposta. Già una sua risposta “in sicurezza” è una grande risposta per qualunque altra giocatrice. Le manca l’esperienza nello stare in campo contro le campionesse. Un po’ di pazienza è arriverà. Teniamoci pronti a divertirci sempre di più.
Forse un giorno si parlerà di “stile Giorgi” l’attacco totale 😛

44
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Facciadaprete 30-05-2014 11:41

Direi una intervista molto interessante. Il papa’ di Camila dice cose di buon senso e c’è una grande passione per il tennis. Di sicuro non è lo sprovveduto che molti pensano

43
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pinkfloyd 30-05-2014 11:39

@ Hoila Seppi (#1082415)

Na Li non è regolarista. E’ attaccante (quasi) PURA.

Le altre due non hanno vinto Slam, infatti.

42
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Hoila Seppi (Guest) 30-05-2014 11:37

Scritto da pinkfloyd
@ Hoila Seppi (#1082410)
Non è vero. Le può diventare top 5 o vincere qualcosa di importante PROPRIO giocando così.
Gli exploit li fanno gli attaccanti, quasi sempre.
Nel tennis feminile ancora di più.
Non esiste pallettara-regolarista che abbia vinto Slam, negli ultimi anni e fino ad ora.
Chiaramente deve essere sempre o quasi sempre al massimo ed è la terza volta che lo scrivo…

La Errani e´una mega pallettara, anche al Nali e la Radwaski sono regolariste. Poi e´ovvio che la generazione della Sanchez e della Evert sono lontanissime.

41
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pinkfloyd 30-05-2014 11:33

@ Hoila Seppi (#1082410)

Non è vero. Lei può diventare top 5 o vincere qualcosa di importante PROPRIO giocando così.

Gli exploit li fanno gli attaccanti, quasi sempre.
Nel tennis feminile ancora di più.
Non esiste pallettara-regolarista che abbia vinto Slam, negli ultimi anni e fino ad ora.

Chiaramente deve essere sempre o quasi sempre al massimo ed è la terza volta che lo scrivo…

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Hoila Seppi (Guest) 30-05-2014 11:29

Scritto da Gabriele
Pur riconoscendone l’indiscusso talento, all’interno del panorama femminile estremamente noioso, monotematico e tecnicamente discutibile, ritengo che lei applichi un gioco estremamente robotico come robotico è il suo stare in campo. Può prendere potenzialmente a pallate chiunque, Sharapova compresa, ma anche perdere con chiunque. Non mi da mai per intenderci la sensazione di aver cambiato definitivamente pelle e di scherzare con giocatrici inferiori. Il tennis è certamente uno sport in cui anche i top in giornata no possono perdere con giocatori di livello inferiore. Ma su di lei il mio ragionamento è un altro. Parlo di una totale mancanza di variazioni al proprio gioco che se non apporta entro i 23-24 anni è difficile che possa ottenerle in seguito

Quoto in pieno e aggiungo, che il tennis e´anche sagacia tattica e intelletto come gli scacchi. Lei e´come una squadra di calcio che conosce uno schema di gioco solo.

Occore cambiare assolutamente se si vuole entrare nelle top 5.

39
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ForzaCami (Guest) 30-05-2014 11:16

Io ho notato una cosa guardando la faccia di Camila durante il match, non so se altri la pensano come me.

Mi sembra che le rare volte che gioca una palla difensiva o interlocutoria, e l’avversaria fa un vincente, lei soffre enormemente.

Cioè, non sopporta proprio di non decidere lei lo scambio, cioè “piuttosto sbaglio io, ma decido io come va a finire”

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Gabriele (Guest) 30-05-2014 11:08

@ l Occhio di Sauron (#1082375)

Senti Occhio di…. stai calmo e sereno e sei tu a nn capire nulla ne dell’intervista ne di nulla. Il tifo, se nel tennis di tifo si possa parlare, c’è sempre e comunque perchè si tratta di una atleta italiana. Quindi il tuo commento è ridicolo e superfluo…. Altra cosa, ma quando scrivi certe cose dico ci pensi prima o sei senza filtro e scrivi di getto??? Perchè se è così allora va bene…altrimenti ti dico che l’intervista non c’entra nulla con quanto da me detto. Io parlavo a mio modestissimo avviso di quanto vedevo fare tecnicamente e delle variazioni al gioco che invece non ho mai visto. Non c’entra nulla l’impostazione e pertanto non c’è bisogno che uno come te dica cosa o non si possa analizzare. O vuoi forse dire che Serena Williams e la Sharapova sono delle pallettare o che sono state impostate come palleggiatrici? Perchè se si punta al top è giusto paragonarla a queste giocatrici e non certo alla Suarez Navarro per intenderci. Ma che dici? Serena ad esempio batte spesso slice, è anche lei da bum bum da fondo campo ma è comunque più regolare della Giorgi. Posso avere il diritto di fare questo confronto o devo assistere ai tuoi moniti?
Il tutto senza considerare (viste le gravi e tristi difficoltà che la Giorgi ha dovuto subire e ci mancherebbe altro) il fatto che alla sua età Serena e Maria avevano già vinto tanto ed erano già chiaramente impostate, come diresti tu…

37
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AleX (Guest) 30-05-2014 11:08

Bellissima intervista, finalmente per la Giorgi & C. si parla di tennis e di vita privata senza tirare fuori la questione delle cause intentate da ‘presunti’ mecenati o i problemi del passato con la FIT. Marco Mazzoni, da conoscitore e appassionato di questo sport, entra nella questione tecnico/tattica, dei problemi fisici e della maturità e solidità mentale di Camila, che ha enormi potenzialità ma non (ancora?) la capacità di esprimerle con continuità..ho letto che lavora su una palla che sia anche interlocutoria quando necessità impone e i margini di crescita ci sono.

36
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lallo (Guest) 30-05-2014 11:07

Scritto da zedarioz
Bella intervista, anche se una domandina tecnica gliel’avrei fatta: “pensate che avere colpi difensivi sia inutile?”. Cioè, ok che vuole difendersi attaccando, ma bisogna anche rendersi conto che anche le altre attaccano e se non hai colpi difensivi non puoi sempre ribaltare l’inerzia dello scambio tirando più forte. Quando sei all’angolo, come i pugili che a lui piacciono, devi respingere l’avversario e tornare al centro del ring. Imparare uno slice e giocare un top alto e carico quando sei fuori dal campo, ti aiuta a tornare al centro e poi puoi contrattaccare. Senza snaturare il suo gioco. Peccato che non gli sia stato chiesto. (tra l’altro con la sua velocità di braccio, se gioca carico o slice sono sicuro che i suoi colpi difensivi sarebbero di prima qualità come quelli offensivi)

Concordo totalmente sulla sorprendente assenza di tali domande. L’intervistatore non ne esce come una lince….

35
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ForzaCami (Guest) 30-05-2014 11:06

Scritto da pallettaro
@ Davide V (#1082349)
ognuno ha la sua opinione, non sto qui a contestare niente. Premesso che secondo me i miglioramenti di Camila siano solo di carattere mentale, mi si potrebbe spiegare quali miglioramenti dal punti di vista tattico ha compiuto? Nella domanda che viene fatta a Sergio si parla di un miglioramento del servizio. Bene, ma non è un miglioramento tattico, bensì tecnico. Lancia meglio la palla, ma di qui a parlare di tattica ce ne passa. Come correttamente dice papa Sergio non hanno cambiato nulla di una virgola nel corso degli anni (accademia, Mouratoglu, Cascales sembra che ci avessero provato a dirgli di cambiare qualcosa) sul suo gioco. Sergio in sostanza dice: non l’abbiamo cambiato prima, perchè cambiarlo adesso?
Ok, va bene, ma non diciamo cose non vere. Speriamo che il mirino di Camila sia sempre più preciso perchè da qui in avanti continuerà a sparare.

Come si può non notare che ora gioca spessissimo il dritto in topspin. tempo fa non sapeva manco cosa fosse, tirava sempre e solo piatto

34
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Vince (Guest) 30-05-2014 11:03

mah 🙂

33
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Fantumazz 30-05-2014 11:01

Ho spesso criticato Sergio Giorgi, ma mi è sempre stato simpatico. Contrariamente al mainstream che vorrebbe ridurre il tennis ad aride statistiche, io credo che lo sport sia fatto anche da altri elementi, quali sensazioni, emozioni, spettacolarità, personaggi, etc. Ecco, credo che difficilmente si possa negare a papà Giorgi lo status di “personaggio”. E se, com’è logico che sia, la gente va avere la Giorgi (e non lui), un padre così pittoresco non può che accrescere l’impatto mediatico di Camila. Personaggi di questa fatta stuzzicano l’interesse del pubblico.
Inoltre, non vanno dimenticati tutti i sacrifici che Sergio Giorgi ha compiuto per portare la figlia a questi livelli: veramente ammirevole.
I miei dubbi riguardano la volontà di Sergio di proseguire a fare il coach di sua figlia. E non per la teoria (mai dimostrata) che uno che non ha mai giocato a tennis non può fare il coach: basterebbe il caso di papà Bartoli per confutarla (ma si potrebbero citare anche altri esempi). Piuttosto, io temo che per una Camila passata da ragazzina a giovane donna, la figura del padre possa risultare ingombrante. O quantomeno ambivalente: ho la sensazione che se da un lato la presenza di papà Giorgi tranquillizzi Camila, dall’altro la sua irrequietezza le incasini solo le idee. Senza contare la domanda delle domande che, verosimilmente, Camila si pone dentro di sé: “sarò piaciuta a papà?”
Quanto al gioco della Giorgi, io credo il famoso piano B (ma quale sarebbe, poi?) rischierebbe di soffocare il tennis istintivo di Camila, che finirebbe per diventare una tennista “normale”. Penso che basterebbero un paio di accorgimenti (magari suggeriti da Barazzutti o dai tecnici di Tirrenia) per portare Camila ad occupare le posizoni che le competono (Crozza-Briatore direbbe “il top” 🙂 ).
In ogni caso, viva Camila (e anche Sergio)! 🙂

32
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ForzaCami (Guest) 30-05-2014 10:59

Secondo me il concetto di una palla sempre aggressiva è facile da fraintendere. Io l’ho letto anche in altre interviste di Sergio.

Lui intende dire che quando non è ben messa per spingere come fa al 100%, dovrebbe tirare meno; ma la sua palla non deve comunque essere una semplice difesa, anzi permetterle di riprendere in mano lo scambio.

Detto in parole povere, secondo me intende dire che Camila quando non arriva benissimo sulla palla dovrebbe spingere al 70-80% invece che al 100%, giocando cosi in sicurezza.

Io condivido questa visione, poiche Camila giocando solo al 70% può tenere in mano lo scambio con quasi tutte le avversarie, e quando arriva bene sulla palla di errori ne fa ben pochi anche spingendo a tutta.

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zedarioz 30-05-2014 10:58

Bella intervista, anche se una domandina tecnica gliel’avrei fatta: “pensate che avere colpi difensivi sia inutile?”. Cioè, ok che vuole difendersi attaccando, ma bisogna anche rendersi conto che anche le altre attaccano e se non hai colpi difensivi non puoi sempre ribaltare l’inerzia dello scambio tirando più forte. Quando sei all’angolo, come i pugili che a lui piacciono, devi respingere l’avversario e tornare al centro del ring. Imparare uno slice e giocare un top alto e carico quando sei fuori dal campo, ti aiuta a tornare al centro e poi puoi contrattaccare. Senza snaturare il suo gioco. Peccato che non gli sia stato chiesto. (tra l’altro con la sua velocità di braccio, se gioca carico o slice sono sicuro che i suoi colpi difensivi sarebbero di prima qualità come quelli offensivi)

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peppe78 (Guest) 30-05-2014 10:56

questo padre non la mollerá mai, organizza tutto lui in modo maniacale..bah spero abbia ragione lui e che il prossimo anno vedremo Camila al top..resta il fatto che 50 gratuiti a partita sono pura follia!!!!

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pinkfloyd 30-05-2014 10:54

@ l Occhio di Sauron (#1082382)

Infatti. Se si fa tutto, quasi sempre o sempre, alla perfezione o quasi è sicuramente un vantaggio.

Le giocatrici DEVONO sapere quello che devono fare, anche cose ripetute ma ‘semplici’, nei loro schemi, perché no?
Se una gioca sempre al massimo delle sue possibilità e del suo talento diventa fortissima, questo è logico 😉

28
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pierbu (Guest) 30-05-2014 10:53

bellissima intervista (grazie!) che di Camila restituisce, o forse offre per la prima volta, un quadro umano prima che sportivo più profondo. Non so se queste parole bastino a farmi piacere Sergio Giorgi (il fatto che vengano direttamente dalla sua bocca mi suggeriscono di prenderle con la dovuta cautela) ma sicuramente mi permettono di rivalutarlo. Vedo meno probabile l’eventualità dell’ennesimo caso di tragico rapporto padre-padrone-allenatore figlia-giocatrice: pur volendo che Camila raggiunga il top del top, non leggo per dirne una lo stesso livello di ossessione di Stefano Capriati per la “sua” Jenni (ricambiato con tanto odio e gesti di ribellione); non vedo nemmeno il rifiuto sistematico di aprirsi a consigli o a collaborazioni come quello che ha macchiato in passato il Signor Bartoli.
E’ chiaro che Sergio abbia sempre puntato molto sulla figlia ed è un po’ inverosimile che Camila fosse contenta a 5 anni di fare serie e serie di flessioni e esercizi fisici nel gelo ma a differenza di altri (il signor Agassian, il signor Dokic,…) mi sembra si possa parlare di un rapporto più sano, teso ad arricchire di qualità umane oltre che sportive il bagaglio della figlia.
POi magari mi sbaglio e un giorno Camila ci racconterà tutta un’altra storia…

27
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l Occhio di Sauron 30-05-2014 10:47

@ pinkfloyd (#1082378)

pink il fatto di sapere sempre e comunque cosa si deve fare in ogni qualsiasi situazione a volte è un gran vantaggio sai?

non devi mai perdere quella frazione di secondo a valutare se la palla che arriva la devi tagliare o giocare alta difensiva o la puoi lavorare bene e darci peso.

Il fatto di aver deciso a priori che si fa così e basta sempre e comunque porta anche un vantaggio pratico in termini di velocità e reattività.

Quante volte ti sarà capitato su un campo da tennis avere quell’esitazione tra dire cosa faccio? dov’è quello? gli faccio la corta? la metto lungolinea forte o incorocio interlocutorio?

..e poi regolamente un s’imbelina e butta di là una scoreggia inutile..

non dirmi che non ti è mai successo..

capisci cosa intendo?

26
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pallettaro (Guest) 30-05-2014 10:47

@ Davide V (#1082349)

ognuno ha la sua opinione, non sto qui a contestare niente. Premesso che secondo me i miglioramenti di Camila siano solo di carattere mentale, mi si potrebbe spiegare quali miglioramenti dal punti di vista tattico ha compiuto? Nella domanda che viene fatta a Sergio si parla di un miglioramento del servizio. Bene, ma non è un miglioramento tattico, bensì tecnico. Lancia meglio la palla, ma di qui a parlare di tattica ce ne passa. Come correttamente dice papa Sergio non hanno cambiato nulla di una virgola nel corso degli anni (accademia, Mouratoglu, Cascales sembra che ci avessero provato a dirgli di cambiare qualcosa) sul suo gioco. Sergio in sostanza dice: non l’abbiamo cambiato prima, perchè cambiarlo adesso?
Ok, va bene, ma non diciamo cose non vere. Speriamo che il mirino di Camila sia sempre più preciso perchè da qui in avanti continuerà a sparare.

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pinkfloyd 30-05-2014 10:40

Quello che dice papà Sergio è, a suo modo, chiaro e categorico.
In pratica non c’è alcuna possibilità che questa ragazza venga seguita da altri…perché i concetti di ‘guida’ sono fin troppo chiari e precostituiti.
“Attaccare et attaccare” a quanto si capisce. E solo, soltanto quello.
Quindi, un altro coach, sarebbe assolutamente superfluo, a questo punto…

Comunque ‘costruire’ una fuoriclasse si può ma non è certo facile.
Ci è riuscito papà Williams ed è riuscito a plasmare e a creare due autentiche fuoriclasse e ‘macchine da tennis’ che sono le sue due figlie.
Ci è riuscito Nick Bollettieri, costruendo la Sharapova (con grunting incorporato) riuscendo a creare una tennista fortissima che basa il proprio gioco su 3 colpi, non propriamente derivanti da talento naturale ma costruiti e plasmati, appunto, fino quasi alla perfezione (e tali da farle vincere tutti e 4 gli Slam. E su questo niente da dire).

Poi ci sono altre giocatrici che hanno visibilmente ‘talento naturale’ (anche come colpitrici) ma, magari, non riescono a perfezionare il tutto per altri motivi, fisici, atletici, di carattere, di testa…e sono, a loro modo, più umane. Anche se più talentuose in modo naturale.

Camila può diventare fuoriclasse. Anzi, Camila può diventare fuoriclasse? Punto interrogativo?
Con questa mentalità ‘familiare’ e ben determinata può anche, perché no?
Però non è e non sarà certo facile, perché essere attanagliati preventivamente nello schema “attaccare-attaccare” (e solo quello) può essere anche un po’ossessivo e univoco ed ha minimi margini d’errore, nel senso che -quello che si vuol fare- o che si sa fare, lo si deve fare benissimo, sempre, al 100% o quasi.

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l Occhio di Sauron 30-05-2014 10:38

Scritto da Gabriele
Pur riconoscendone l’indiscusso talento, all’interno del panorama femminile estremamente noioso, monotematico e tecnicamente discutibile, ritengo che lei applichi un gioco estremamente robotico come robotico è il suo stare in campo. Può prendere potenzialmente a pallate chiunque, Sharapova compresa, ma anche perdere con chiunque. Non mi da mai per intenderci la sensazione di aver cambiato definitivamente pelle e di scherzare con giocatrici inferiori. Il tennis è certamente uno sport in cui anche i top in giornata no possono perdere con giocatori di livello inferiore. Ma su di lei il mio ragionamento è un altro. Parlo di una totale mancanza di variazioni al proprio gioco che se non apporta entro i 23-24 anni è difficile che possa ottenerle in seguito

Ecco un altro che non ha capito niente dell’intervista.

Quelli stanno costruendo una giocatrice che giochi lei e che costringa le altre a remarci dietro.
Un gioco dove si comanda e basta e se va bene e le palle pigliano le righe si vince e se va male si perde: un o la va o la spacca quotidiano contro chiunque.

Hanno deciso così e quella e la loro strada:

ti va bene?
sei il benvenuto a tifare

non ti va bene?
seguine un’altra e amici come prima lo stesso

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giovanni (Guest) 30-05-2014 10:35

@ marcello (#1082336)

ma guarda che le palle corte le fanno tutte. ti assicuro che è più difficile fare i colpi che fa lei. A mio avviso è un pò il discorso inverso che si potrebbe fare nei confronti di Errani o Vinci: perchè una gioca solo incrociato o non tira mai piatto e l’altra non sa usare il rovescio coperto?
be, partendo dal presupposto che ritengo ben più gravi quei limiti tecnici delle altre italiane che non quelli tattici della Giorgi, peraltro giustificabili se rapportati alle parole di Sergio e quindi alla volontà di giocare sempre aggressivo,non credo che il tempo sia un nemico, anzi.
Il discorso sbagliato è quello di pensare alla Giorgi come una macchina: ha i suoi tempi anche lei, è ancora acerba con un gioco tanto entusiasmante quanto embrionale.
Il tempo è dalla sua parte. I colpi ci sono, il fisico pure: dobbiamo solo aspettare.

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Paolo2001 (Guest) 30-05-2014 10:28

C’è un punto che è chiaro sia nell’intervista di Mazzoni che in quella su spaziotennis che si riassume perfettamente in questa frase:

“Si parla molto, dal punto di vista tattico, della ricerca di una palla interlocutoria nel gioco di Camila, ma ciò su cui io e Daniele stiamo lavorando da tanto è il rendere questa palla interlocutoria, o difensiva che dir si voglia, comunque e sempre aggressiva. Deve essere un colpo intento a riprendere il comando del punto e dello scambio».”

In questo c’è non solo una chiara interpretazione del sistema di gioco dei giocatori d’attacco e che viene applicata da tutti gli specialisti di questo tipo di gioco, ma ha anche un risvolto psicologico importante.
Evidentemente è lei a rispecchiarsi in questo tipo di gioco ed un bravo allenatore deve rendere lo sport praticato dall’atleta il più confacente al suo modo di essere, altrimenti l’atleta non si diverte e la componente divertimento è spesso determinante negli atleti top.
Più il gioco rispecchia la mentalità del giocatore, più i risultati saranno elevati, più si snaturano le naturali propensioni dell’atleta minori saranno i risultati.
Ma questo è l’A-B-C del bravo allenatore eh….

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pazzodicamila (Guest) 30-05-2014 10:23

Bella intervista: piacevole da leggere e utile (sempre che voglia crederci e metter da parte pregiudizi) a chi spara spesso sentenze su Camila, sul suo modo di essere in primis come persona e poi come atleta.
Forza Sergio! Io ci credo nel vostro lavoro. Seguo Camila da 3 anni e ci ho sempre creduto. Purtroppo a volte la vita riserva imprevisti tremendi come la morte di un familiare o fastidiosi come un brutto infortunio. Ovvio che questo ha rallentato il percorso di crescita di Camila giocatrice. Ma per chi la segue e ha visto partite su partite non può non accorgersi dei progressi degli ultimi mesi: indipendentemente da vittorie, sconfitte o risultati.
Complimenti a papà Giorgi oltre che per il talento della figlia e delle doti tennistiche che sono alla base del suo gioco (che poi possa piacere o meno è questione di gusti), per la Camila persona (in campo, ovviamente, perché è l’ unica che posso giudicare). Mai scomposta, sempre elegante, raffinata: sportiva.
Mai un grido, un’ atteggiamento fuori posto, un pugno sguaiato in faccia ad un’ avversaria (chiunque essa sia)…magari proprio di fronte ad un suo errore. Mai pugni al petto manco fosse una scimmia da circo…Ecco il circo. Per me questo è circo, non il gioco aggressivo di un’ atleta.
In bocca al lupo! E spero che Camila apporti i miglioramenti necessari per perfezionarsi ma che non snaturi mai il suo gioco e, soprattutto.la sua classe in campo!

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l Occhio di Sauron 30-05-2014 10:21

@ Fak (#1082353)

cosa vuol dire “finalmente un po’ di chiarezza”?

Mica è uno che lavora per te, quello che fanno è per la loro carriera e sono solo… suoi e non deve certo rendere conto a nessuno.

Diciamo piuttosto “grazie a Marco per essere riuscito a farci condividere il pensiero e la strategia dello staff Giorgi, e grazie a quelli per avercelo raccontato”.

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marcello (Guest) 30-05-2014 09:54

Peraltro, questa bella intervista non può dissipare (come è naturale, per motivi oggettivi) alcune critiche che generalmente si muovono al gioco di Camila (incapacità di ricorrere – se necessario – a colpi di attesa durante lo scambio e più in generale di adottare un piano B qualora sia in difficoltà

Arriverà anche il piano B. Ma non dovevano insegnarglielo quando era fiori dalle 200e giocava i tornei minori.
E non devono insegnarglielo adesso che è arrivata tra le prime 50.
Quando sarà a ridosso o tra le prime 10 giocatrici, ed io penso che succederà tra la fine del 2015 ed inizio 2016, probabilmente avrà accumulato quell’esperienza necessaria a capire da sola come affrontare momenti cruciali della partita.

Ma se da subito si indirizza il gioco di una tennista di attacco inculcando l’idea di “rallentare” ad ogni palla break o momento delicato della partita, inconsciamente si finisce per snaturare la capacità di essere aggressiva e fare punti in ogni situazione.
Insomma è un equilibrio molto delicato, che potrebbe essere snaturato con risultati ben peggiori dei buoni propositi.

L’unica cosa che ripeto mi lascia qualche perplessità l’aspetto tecnico di alcuni fondamentali che fino ad adesso non abbiamo visto: palle corte, back, slice: li sa fare? Perché prima o poi serviranno davvero.

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Fak (Guest) 30-05-2014 09:44

Finalmente un pò di chiarezza grazie anche a Marco Mazzoni.
Non voglio entrare nei meriti tecnici per suggerire a Sergio cosa fare o no fare, sono solo un appassionato di tennis praticato negli anni più giovanili a livello amatoriale ma da tempo vedo tanto Tennis solo in TV.
Io vedo in Camila una punta di Diamante del tennis Italiano ma ancora non concretizzata tutto qui.

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Davide V (Guest) 30-05-2014 09:35

Solo osservazioni superficiali impediscono di vedere gli enormi progressi tecnici che Camila ha compiuto nell’ultimo anno (la classifica è solo una conseguenza: era perfino uscita dalle 100, ora sta per diventare 44 a fine RG)
Dalla stagione su terra sono arrivati miglioramenti anche tattici. Ne vedremo delle belle, prossimamente.

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Lino (Guest) 30-05-2014 09:30

Come al solito leggo delle grandi sciocchezze fra i commenti, Camila ha un gioco meraviglioso e unico, molto rischioso e molto spettacolare, farà sempre molti errori, l’importante è che faccia emozionare e che inizi a vincere sempre più partite!!
Intanto c’è l’ennesimo best ranking, intorno alla 44* posizione e comincia la stagione su erba e cemento 😀
Soprattutto basta con questo voler trasformare Camila in qualcosa che non è o volerla mandare in spagna (per cosa poi, per svilire e render ridicolo il suo tennis?), ecc. Camila è unica e fantastica così, col suo tennis aggressivo di agassiana memoria.
Avevo già letto l’intervista intera e molte cose le sapevo già, ma ci son un sacco di informazioni utili soprattutto per i detrattori, che capiranno un pò meglio il mondo dei Giorgi.
Forza Camila e forza Sergio!!!

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pier-Rafa (Guest) 30-05-2014 09:29

Grazie Marco

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Gabriele (Guest) 30-05-2014 09:29

Pur riconoscendone l’indiscusso talento, all’interno del panorama femminile estremamente noioso, monotematico e tecnicamente discutibile, ritengo che lei applichi un gioco estremamente robotico come robotico è il suo stare in campo. Può prendere potenzialmente a pallate chiunque, Sharapova compresa, ma anche perdere con chiunque. Non mi da mai per intenderci la sensazione di aver cambiato definitivamente pelle e di scherzare con giocatrici inferiori. Il tennis è certamente uno sport in cui anche i top in giornata no possono perdere con giocatori di livello inferiore. Ma su di lei il mio ragionamento è un altro. Parlo di una totale mancanza di variazioni al proprio gioco che se non apporta entro i 23-24 anni è difficile che possa ottenerle in seguito

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Massimo 30-05-2014 09:28

Intervista molto interessante che permette di conoscere meglio Camila e Sergio, anche al di fuori del campo da tennis.
Si colgono la passione per il tennis e per lo sport inteso da un punto di vista agonistico e come strumento formativo, i valori e in generale la grande umanità del padre, aspetti questi che sono stati trasmessi anche alla figlia.
Peraltro, questa bella intervista non può dissipare (come è naturale, per motivi oggettivi) alcune critiche che generalmente si muovono al gioco di Camila (incapacità di ricorrere – se necessario – a colpi di attesa durante lo scambio e più in generale di adottare un piano B qualora sia in difficoltà) e al comportamento del padre durante gli incontri: che fosse un motivo tecnico specifico, ossia l’errato lancio della palla da parte di Camila al servizio, a far disperare platealmente Sergio durante il match contro la Sharapova non è motivo di giustificazione. Soprattutto in momenti di difficoltà il coach dovrebbe trasmettere serenità o essere di stimolo positivo per la giocatrice…

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Julius 30-05-2014 09:25

Ci sono cose che hanno sempre rovinato potenziali campioni o campionesse: la presunzione. Attaccare sempre, il verbo di Sergio Giorgi. Lo diceva anche Napoleone… Nessuno ha mai vinto con una sola tattica, anche Borg, che era incontrastabilmente il più grande palleggiatore da fondo campo, aveva capito che a volte (a Wimbledon spesso) doveva venire a prendersi il punto a rete. Becker non ha mai vinto sulla terra perché spesso si ostinava a fare a pallate con i terraioli e spendeva fiumi di energie che pagava a rete. E potrei continuare.. I grandi vincenti nel nostro sport sono stati quasi sempre abilissimi tattici, capaci di variare il gioco. Anche Serena, che ha il 20% di potenza più delle altre, ha perso partite quando non è stata capace di variare un po’, anche rallentare il gioco. Bisogna capire se per Camila è più importante seguire sempre il suo istinto e assecondare il suo talento offensivo (comunque notevolissimo) o vincere davvero qualcosa, correggendo, migliorando, crescendo insomma.. Io ci spero.

11
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l Occhio di Sauron 30-05-2014 09:24

Dimenticavo:

grazie per l’intervista e per l’articolo.
Uno dei thread in assoluto più interessanti dell’anno.

10
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l Occhio di Sauron 30-05-2014 09:23

@ lallo (#1082331)

@ Alb4647 (#1082333)

Io non condivido affatto.
I risultati danno ragione a Camila e a lui per cui lasciamoli andare avanti in quello che credono.
Vogliono tentare questo per non fare di lei una delle tante. Se ci pensate un attimo e se avete qualche capello bianco in testa per ricordare qualche anno indietro, quando aveva iniziato a giocare Agassi dicevano di lui le stesse cose che dite voi e poi avete tutti visto cos’è successo e cos’ha vinto.
E poi io non capisco un’altra cosa..
dicono che lei è l’unica a giocare sempre e comunque all’attacco..
Ma SERENA, LI e SHARAPOVA che fanno? (soprattutto l’ultima delle tre che tira anche lei tutto e piuttosto sbaglia che difendersi) sono pallettare quelle? e guarda caso nelle prime posizioni del ranking ci stanno proprio quelle che giocano a spingere sempre tutto.

Camila e suo padre vogliono andare in quella direzione ancora di più e noi stiamo qua a criticarli?

Sara con il suo gioco di logoramento e sacrificio ha sì fatto una finale a Parigi e a Roma ma in quanto a vittorie ha solo Internationals in bacheca.. rifletteteci.

9
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monica (Guest) 30-05-2014 09:22

Bellissimo articolo, complimenti Signor Mazzoni.

Anche se ora gioco a golf, mi piace ancora molto vedere il tennis.

L’unica giocatrice che mi emozionava moltissimo era Amelie Mauresmo,

ora guardo con emozione e grande trasporto questa ragazzina che oltre al tennis meraviglioso trasmette con il suo modo elegante e sempre riservato una personalità complessa.

Il suo articolo racconta quello che in campo si avverte.

8
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stedoni (Guest) 30-05-2014 09:21

Grandi Camila e Sergio. Io credo in voi. N.M.M. E se non dovesse andare tutto alla perfezione almeno “avete sempre tentato” andando dritti per la vostra strada.

7
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marcello (Guest) 30-05-2014 09:17

Beh che dire una giocatrice, una persona ed una famiglia davvero fuori dal comune, lontana anni luce dagli ancestrali limiti caratteriali che mediamente si portano dietro la maggior parte dei giocatori italiani (ovviamente non tutti).

Una cosa molto positiva è la programmazione a lungo termine: non hanno fretta. L’obiettivo per il prossimo anno come detto dal padre è entrare in tabellone a Sydney, ovvero tra le prime trenta (qualcuno è già da qualche anno che la vorrebbe vedere nei top 20).

Per quanto le potenzialità sono enormi lavorano sul miglioramento graduale con l’obiettivo di non snaturare il tipo di gioco: non credo sia scontata e facile questa cosa; probabilmente la crescita nella gestione del match è una cosa che le verrà naturale continuando a giocare sempre a più alto livello e con continuità: ma guai ad insegnarle schemi di gioco differenti: non sarebbe più la Giorgi..

Una cosa che mi lascia perplesso è sul lato tecnico: da come racconta il padre lavorano in modo certosino sulla tecnica dei fondamentali: ad esempio ultimamente hanno lavorato sul lancio di palla al servizio ed i risultati si sono visti (mi verrebbe da consigliare alla errati di allenarsi a lanciare la palla qualche settimana davanti al papà Giorgi…). tutto bellissimo..
Ma atteggiamento aggressivo a parte (che è il suo marchio di fabbrica e non deve essere snaturato), mi chiedo se qualcuno le abbia mai insegnato una palla corta, o un rovescio stile Roberta Vinci: ecco questa è l’unica cosa che mi lascia perplesso, non è tanto l’atteggiamento tattico perennemente in attacco che la porterà sicuramente tra le prime dieci giocatrici entro due anni, ma è la capacità di saper fare all’occorrenza tutti i fondamentali.
Perfino serene w. sa fare palle corte…

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Alb4647 30-05-2014 09:12

Scritto da lallo
Quando cerchi di accellerare palle che NON PUOI accellerare, quando cerchi angoli che non troverai se non in casi rari, quando fai tutto questo nel momento migliore della tua esplosività fisica ovvero a 22 anni (col passare degli anni puoi solo calare fisicamente a livello di brillantezza e quindi puoi solo aumentare ulteriormente la percentuale di errori), non hai una strategia innovativa nel tennis… stai solo sprecando talento.
Può pescare il jolly di 7 partite azzeccate su erba? Certo. Si può vincere alla lotteria. Ciò non toglierebbe minimamente il fatto che con le qualità, fisiche e tecniche, che la ragazza mostra di avere, tali risultati dovrebbero essere prossimi alla normalità.

Quoto al 100%

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lallo (Guest) 30-05-2014 09:07

Quando cerchi di accellerare palle che NON PUOI accellerare, quando cerchi angoli che non troverai se non in casi rari, quando fai tutto questo nel momento migliore della tua esplosività fisica ovvero a 22 anni (col passare degli anni puoi solo calare fisicamente a livello di brillantezza e quindi puoi solo aumentare ulteriormente la percentuale di errori), non hai una strategia innovativa nel tennis… stai solo sprecando talento.

Può pescare il jolly di 7 partite azzeccate su erba? Certo. Si può vincere alla lotteria. Ciò non toglierebbe minimamente il fatto che con le qualità, fisiche e tecniche, che la ragazza mostra di avere, tali risultati dovrebbero essere prossimi alla normalità.

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individuo malefico (Guest) 30-05-2014 09:01

secondo me se vuole veramente fare il salto di qualità ed entrare nei top 10, deve prendere laa decisione di trasferirsi in Spagna come errani e Pennetta, e giocare più con la mentalità spagnola. credo che un cambio di allenatore sarebbe auspicabile. Guardate Stanislas, cambiato allenatore entrato nei top 3.

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giovanni (Guest) 30-05-2014 08:57

Complimenti. Emozionante. Questi sono indiscutibili attimi e passaggi di vita di un campione. Non ci sono dubbi.
Adesso si capiscono tante cose: quelle sconfitte inaspettate, i forfait improvvisi,quei colpi sregolati, quel modo di stare in campo e di rapportarsi fuori.
Una grande persona Camila, prima ancora che un’ineguagliabile atleta. Arriverà lontanissimo. Dobbiamo solo pazientare.
grazie per il lavoro Marco

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Marco93 30-05-2014 08:43

L’unica cosa che ha migliorato sensibilmente secondo me, è la seconda di servizio.
Ma se non cambia un po’ il suo gioco, mi dispiace, ma non potrà mai fare troppa strada. Camila vive alla giornata…

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