Marco Mazzoni commenta l'evento ATP, Copertina, Generica

Edberg coach di Federer, il senso di una sfida (di Marco Mazzoni)

30/12/2013 09:27 30 commenti
<strong>Come chiudere l'anno con il botto?</strong> Altro che “pallone di Maradona”, temutissimo petardo made in Napoli... ci ha pensato Roger Federer a mettere le ali ai suoi tifosi ed appassionati di tennis in genere
Come chiudere l'anno con il botto? Altro che “pallone di Maradona”, temutissimo petardo made in Napoli... ci ha pensato Roger Federer a mettere le ali ai suoi tifosi ed appassionati di tennis in genere

Come chiudere l’anno con il botto? Altro che “pallone di Maradona”, temutissimo petardo made in Napoli… ci ha pensato Roger Federer a mettere le ali ai suoi tifosi ed appassionati di tennis in genere. Appena il tempo di scartare i pacchi sotto l’albero di Natale che il campione svizzero ha regalato ai suoi milioni di fans il tweet più atteso, in cui ha confermato in prima persona che Stefan Edberg farà parte del suo team come allenatore. Non sarà un rapporto day by day, ma un coaching part time, di qualità più che di quantità, lasciando al fido Luthi il ruolo di partner fisso per la ordinaria amministrazione.

Per almeno 10 settimane (in pratica quelle dei tornei top 2014) l’immortale l’acrobata svedese seguirà Roger nel tentativo di arricchirne il gioco con sfumature diverse. Impresa affatto facile. Molti addetti ai lavori reputano quasi impossibile che questo connubio porti reali benefici al Federer attuale, tanto da storcere il naso già dalle primissime voci uscite qualche giorno prima di Natale. Tanti hanno parlato di quest’unione come di una mera operazione di marketing, o addirittura di una sorta di auto-premio-consolatorio, dato dall’aver al proprio fianco quello che era l’idolo da bambino. Eppure Roger pare fare sul serio, come dimostrano le sue parole, appena pronunciate a Brisbane in attesa di scendere in campo per il primo match 2014: “Ho terminato la stagione con Luthi e ci siamo posti una domanda, se il nostro team avesse bisogno di una nuova presenza… Edberg è stato il mio idolo, ma essendo fuori dai giochi da oltre 15 anni non pensavo avrebbe accettato di tornare sul circuito attivamente. Ho provato a contattarlo di persona, si è detto sorpreso e lusingato della mia richiesta. Dopo un periodo di riflessione ha accettato di raggiungermi a Dubai, dove abbiamo trascorso una intensa settimana di allenamento insieme. Anche nei giorni seguenti ci siamo visti e abbiamo parlato molto. Ho cercato di capire se davvero fosse felice dell’opportunità di lavorare assieme, e abbiamo trovato un accordo che soddisfa entrambi… Non sappiamo come andrà a finire, ma sono sicuro che Stefan potrà dare un contributo importante al mio tennis, una prospettiva diversa. Lui non è un coach, è una leggenda del tennis, quindi sarà per me una fonte di ispirazione con cui poter approfondire tutti gli aspetti del mio gioco”.

Inutile negarlo, la suggestione che deriva da questa coppia è enorme. Credo che Federer & Edberg sia la connection giocatore & coach più vincente di tutti i tempi. Insieme i due campioni hanno vinto 23 titoli dello Slam e 7 Master, sono stati n.1 per oltre 370 settimane, e l’elenco dei trofei e riconoscimenti potrebbe allungarsi all’infinito. Ma non è la pura somma algebrica a far sognare i tifosi di Roger, e in genere chi ama il tennis in purezza. E’ l’inarrivabile classe che i due hanno portato nel nostro sport, e che sommata fa toccare letteralmente il cielo. Immaginate di vederli insieme in allenamento, con Edberg (ancora in eccellente condizione fisica nonostante la carta d’identità dica 19 gennaio ’66) a far lavorare di fino la diagonale del rovescio di Roger, migliorando traiettorie e meccanica esecutiva, e poi solleticarlo a scendere a rete con un approccio insidioso per provare volée ficcanti e delicate. Sarebbe un privilegio da Olimpo del tennis potersi sedere a bordo di quel campo, benedetto dal massimo esempio di classe tecnica, eleganza e regalità mai prodotto da una coppia giocatore-coach. Qualcosa di sconvolgente, uno spettacolo tecnico così alto da valere più di tante finali (ahimé anche Slam) dei nostri tempi…

Delle prospettive reali di questo team da sogno se ne sono lette di tutti i colori, quando ancora non c’era l’ufficialità; su riviste e web il tema impazza letteralmente, tra le speranze dei fans ed i dubbi e scetticismo dei più pragmatici. Davvero un inverno movimentato, con Bruguera nuovo coach di Gasquet, poi la bomba Becker a fianco di Djokovic e quindi Chang con Nishikori.
Non facile trovare una chiave di lettura adeguata. Come ho scritto recentemente in merito all’affare Bruguera – Gasquet (la prima di queste “strane coppie” appena nate), l’atteggiamento più corretto è quello di aspettare il responso del campo, meglio in primavera con qualche mese di lavoro reale alle spalle. E soprattutto quando il gioco si farà duro e servirà il miglior Federer per arginare la virulenza dei colpi dei rivali. In quelle occasioni avremo gli strumenti per valutare il “nuovo” Roger Federer: se avrà preparato bene il 2014, se la sua salute atletica sarà tornata a buoni livelli, e se il tocco di Edberg sarà servito a dare una spolverata all’argenteria tecnica dello svizzero.

Se il coach avesse la magia di poter fondere le proprie qualità in quelle del suo assistito, beh, Federer & Edberg sarebbe lo scacco matto assoluto al tennis. Nella semi-perfezione tecnica di Re Roger i pochi punti di relativa debolezza sono sempre stati il rovescio, la capacità di approcciare la rete e qualche errore di troppo al volo. Casualmente proprio dove Stefan è stato maestro, uno dei migliori sempre, probabilmente il migliore al volo sul lato sinistro (e lato sinistro in genere per tocco, armonia ed eleganza).
Per i pochissimi che poco conoscono Stefan Edberg, l’angelo svedese è stato l’ultimo vero giocatore serve & volley, quello che è riuscito ad elevare il tennis d’attacco ad arte. Il suo storico coach Tony Picard disse di lui: “Quando è in giornata Edberg in campo vola, sprigiona la potenza feroce delle gambe con la leggerezza di un ballerino”. Definizione perfetta del modo di stare in campo di Stefan, un tennista che fondamentalmente non ha inventato niente di nuovo ma che è stato l’interprete più sublime del serve & volley puro, portandolo alla massima velocità ed eleganza.

Edberg ha interpretato al meglio tutti i canoni del tennis antico. Come un giovane pianista che suona Mozart con un tocco e stile tutto suo, impreziosendo e dando un’anima ad un classico. L’eleganza del suo rovescio ad una mano è qualcosa di musicale, un miracolo di armonia, velocità e potenza paragonabile ad un triplo salto di un Plushenko sul ghiaccio, qualcosa che cattura lo sguardo e non può lasciare indifferenti. Ma dove Stefan ha davvero staccato tutti per distacco è nella volée di rovescio, che i grandi del gioco considerano come la migliore di sempre. I capolavori degni del miglior Baryshnikov Edberg li regalava quando la palla era infida, tesa e calante tra i suoi piedi. In quelle condizioni di estrema difficoltà ed equilibrio, Stefan riusciva a giocare volée basse al livello del suolo, con la sua racchetta che quasi toccava il terreno di gioco in piena corsa dopo il servizio, e depositare la palla ad un palmo dalla riga di fondo dell’avversario, magari pure in uno dei due angoli, costringendolo ad un passante difficilissimo. Magia, stupore e mistero.

Per quanto sublime sia stato il suo tennis d’attacco, nemmeno Edberg possiede la magia di donare a Roger le proprie qualità. Anzi, il rapporto tra coach e giocatore è molto complesso. Perché si scateni un circolo virtuoso è necessario che scatti la giusta chimica, che il coach riesca ad entrare nel mondo del giocatore e che questo sia capace di aprirsi a lui, accettare di vedere il proprio tennis onestamente, riuscendo a mettersi in gioco. E’ indispensabile che il giocatore abbia senso critico, che voglia provare cose nuove con grande umiltà, rischiando di tentarle in partita quando il momento si fa critico. Il tutto è ancor più difficile quando il tennista è un giocatore già “fatto”, maturo, con punti di forza (e debolezza) già sedimentati dentro di sé, e che danno vita in campo ad automatismi molto difficili da disinnescare. La cosa raggiunge l’estremo quando sei il più vincente dell’Era Open grazie ad un tennis completo e divino, ed hai da un pezzo superato la trentina.
La curiosità di vedere cosa combinerà questo magico duo è enorme, ma i suoi sviluppi sul campo sono molto incerti. Per quali ragioni? Almeno un paio.

L’aspetto tecnico-tattico del gioco è solo in parte “un problema” quanto ti chiami Roger Federer e sei la Treccani vivente del tennis. Si può sempre migliorare ovviamente, ma il nocciolo della questione è la combinazione tra salute atletica e motivazione, fame di vittorie. Sulla salute di Roger, Edberg non può nulla. Può solo cercare di farlo allenare al meglio, con la massima costanza e convinzione. Qua entra in gioco il fattore motivazione, dove invece si può lavorare eccome. Dovrà cercare di far scattare qualcosa, pungolare l’orgoglio del campionissimo ferito dall’esser stato superato da rivali più giovani, “cattivi” e affamati. Dare nuovi stimoli, alzare l’asticella verso obiettivi nuovi. In questo dovrà esser molto bravo Edberg, nella capacità di farsi ascoltare, tirando fuori il suo carisma, il suo ascendente su Roger.

Dal punto di vista squisitamente tecnico, l’unico aspetto che a mio avviso potrebbe allungare la carriera al massimo livello di Roger è un miglioramento dell’efficacia del servizio. Un processo che doveva aver intrapreso già da qualche stagione, seguendo la scia della clamorosa vittoria a Wimbledon 2009, quando in finale sotterrò un coraggiosissimo Roddick sotto oltre 50 Ace. Quella partita doveva esser la pietra angolare su cui costruire l’ultima fase della sua carriera, attivando una sorta di processo di “Sampras-sizzazione” (se mi passate il termine), ossia sbilanciare pesantemente il suo gioco sulla efficacia della battuta, in modo da risparmiare energie, ottenere molti punti a costi bassi dal punto di vista fisico (e mentale) e quindi focalizzare il massimo sforzo nei giochi di risposta. Un processo non facile per Roger, che ama troppo scambiare, pennellare d’istinto traiettorie magiche con i suoi colpi. Però il tennis è cambiato, è sempre più fisico, e non è pensabile che a 33 anni il Dio svizzero possa reggere i “famosi” 54 scambi arrotati dei vari Djokovic e Nadal… Accorciare i tempi di gioco e ricavare il massimo dalla battuta è conditio sine qua non per provare a vincere un ultimo Slam. Oltretutto per attivare questa novità aveva a suo fianco proprio Annacone, ossia colui che ha guidato l’ultima parte della carriera di Sampras, che proprio grazie alla monumentale efficacia della battuta ha vinto gli ultimi grandi tornei.

Cosa trarre allora da Edberg? Qual è il senso della sfida? Oltre ad una maggiore attenzione al rendimento della battuta, mi aspetto un Roger meno attendista, che cerchi di muovere molto presto il gioco a costo di sbagliare pur di non cadere in difesa. Certamente scendere di più a rete, anche se non con uno schema d’attacco sistematico in pieno stile Edberghiano poiché i tempi sono cambiati, e proprio Federer ha dichiarato più volte che giocare moltissimo di volo è molto rischioso e percentualmente perdente viste le condizioni attuali (palle pesanti, rimbalzi molto alti, eccesso di topspin). Dove Edberg potrebbe realmente aiutare Federer è nella selezione del suo gioco, soprattutto nel sapere mixare al meglio il rovescio in top a quello in back, per i cambi di ritmo e non perdere metri di campo. E anche alla risposta, che deve necessariamente essere sempre aggressiva. Più in generale cercare di inquadrare i suoi attuali punti di forza in un game plan più rigido ma funzionale a far esplodere al meglio la propria differenza tecnica. E chi segue Roger sa bene quanto non sia mai stato un genio della tattica… Nemmeno Edberg apparentemente lo era, ma attenzione: lo svedese fu esempio eccezionale di tennis d’attacco percentuale, di uno che massimizzava i punti di forza coprendo le debolezze. Non il massimo della versatilità ma nemmeno così sprovveduto sul piano tattico, aspetto questo ingiustamente poco sottolineato durante la sua carriera. Questo è il senso della sfida, e a sfidare i sensi ci penseranno le magie di Federer. Ma anche un piccolo sogno, per chiudere.

Immaginare un Roger che grazie al coaching di Edberg scende spesso a rete e tocca di fino sarebbe una “figata” assoluta. In un tennis ancorato a tirar mazzate in topspin da dietro, anche il solo sognare il suo attore più amato che prova a far splendere di nuovo il gioco d’attacco, addirittura a volleare con continuità, sarebbe un pensiero ardito. Eppure più volte Edberg ha dichiarato che i picchiatori di ritmo non sono più abituati tecnicamente e mentalmente ad affrontare un avversario che li sfida in una gara di attacchi e passanti, e quindi che lo spazio per un sapiente gioco d’attacco c’è ancora. Chissà. Questa sarebbe la sfida suprema, far rinascere in parte il gioco d’attacco “vero”. Se c’è uno che ha la classe per provarci, e oggi niente da perdere, questo forse è proprio lo svizzero. Sarebbe il testamento più nobile anche per un certo Roger Federer.


Marco Mazzoni


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30 commenti. Lasciane uno!

Mauri2k (Guest) 01-01-2014 16:51

Concordo completamente. Il piu’ elegante di sempre unito al piu’ talentuoso di sempre: un sogno. Forse entrambi mancano del cosidetto istinto killer. Troppo signorile Sfefan, incurante e spocchioso Roger. Con un poco di senso tattico, meno codardia in certi momenti e qualcosa di cattiveria agonistica, forse il 2014 tennistico di roger e di noi mortali potrebbe essere una grande ultima annata. Speriamo non svegliarci troppo presto.

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Alessandro6.9 31-12-2013 17:57

@ Marco Mazzoni (#984048)

Sul libro pensaci seriamente. Curi da tempo l’aspetto psicologico per cui è senz’altro un campo da esplorare con grande curiosità 😉
Interessante poi sarebbe indagare sulle varie fasi della nascita di un campione. Ti saluto e ti faccio gli auguri per un felice anno.
Devo iniziare i preparativi per la cena.. 😛
A presto.

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Marco Mazzoni (Guest) 31-12-2013 17:23

@ Alessandro6.9 (#984021)

In fondo credo che la “questione” Edberg-Federer sia gigantesca perché molto ingombrante è il nome del neo allievo… e altrettanto enorme il nome del neo maestro…
Sul nostro magazine tante volte abbiamo parlato del rapporto coach giocatore: dal primo insegnamento, all’agonismo alto, al professionista. Parlando con vari coach di alto livello, si ottengono le risposte più varie, che sono nate spesso direttamente sul campo per rispondere alle esigenze più varie.
Credo che l’approccio corretto sia quello di chi si pone di fronte ad un 17enne promettente come al sig. Federer con umiltà, senza la pretesa di avere la verità in tasca, ma affrontando i problemi reali, cercando di migliorare con le proprie notizioni le qualità del giocatore ma allo stesso tempo “apprendendo” dal giocatore; e sempre molto lucidi nel guardarsi intorno, conoscere, imparare.
In genere io diffido (nella vita di tutti i giorni) dai tuttologi, da quelli che arrivano come sapientoni pensando di aver la verità in tasca e pretendono di insegnartela… nel tennis come altrove. Le migliori scoperte e le migliori crescite sono sempre frutto della pazienza, del lavoro, della curiorità e della voglia di imparare.
Si potrebbero scrivere libri sull’argomento, affrontando i mille temi. Anzi… quasi quasi ci penso per farne 1 🙂
Buon tennis nel 2014

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Alessandro6.9 31-12-2013 14:48

@ Marco Mazzoni (#983986)

Su Cahill hai pienamente ragione, l’ultimo pezzo di carriera di Agassi dice moltissimo, e in generale prima di lui hai ragione sul fatto che molti tennisti di fascia secondaria abbiano saputo sviluppare delle ottime cognizioni tennistiche, riuscendo per di più ad insegnarle. Tra tutti Paul Annacone, ma prima di lui Gullikson. Il passato è ricco di questi esempi.
Si… in fondo la mia indicazione di Roche era anche provocatoria per dire che molte cose sugli allenatori sono relative, comprese alcune esperienze che giudicate a distanza di anni paiono poco giudicabili o negative.
Il mio insistere su Roche riflette più che altro una mia impressione: nel tennis tante cose sono frutto di esperienze, nessuno inventa nulla, è importante la capacità di trasmetterle con quella giusta dose di motivazione e di sicurezza.
Stoltenberg sicuramente si farà valere come allenatore così come Galo Blanco è riuscito nel dare solidità a un Raonic ad esempio. Indubbiamente il tennis migliora anche grazie a nuove letture legate a un tennis di recente passato. In questo tanti 40enni potranno scoprirsi come fenomenali trainers e motivatori. Ma la capacità di insegnare e offrire chiavi di lettura nuovi e diversi non è per forza una prerogativa dei nuovi. Tanti professori, anche universitari, a 60 o 70 anni insegnano con un rigore e una precisione rara. In questo anche il tennis potrebbe non essere diverso.
Il problema è quando un 40enne, non particolarmente forte da giocatore, si deve relazionare con il più grande tennista di tutti i tempi: quale autorevolezza ha? Chi è che ha autorevolezza per dire una parola e avere uno scambio con uno che è il maestro del suo tempo? Lì secondo me il 40enne si trova in una condizione di inferiorità

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Marco Mazzoni (Guest) 31-12-2013 13:08

@ Alessandro6.9 (#983971)

mah Alessandro, le minestre riscaldate qua in Toscana sono apprezzatissime, come la nostra mitica ribollita… ma no, stavolta concordo solo in parte. Roche è stato un grande giocatore e miglior coach. Vero che tantissimi aspetti del tennis sono più o meno immutabili, come concetti; ma il nostro sport sta correndo da qualche tempo a velocità folle, e quello che andava bene ieri, forse non va più bene oggi e magari sarà del tutto superato domani. Il campo è un piccolo mistero, e ogni giocatore con i suoi skills ed intelligenza può a seconda della propria sensibilità produrre mille tipi di tennis, attingendo dalla classicità come rinnovare con soluzioni del tutto nuovo, proprie ed estemporanee. E’ il bello di questo sport, che spesso nella sua storia è riuscito a sorprendere. Oggi tutti danno per “morto” il rovescio in back; chissà che tra X anni non torni come arma importantissima… non si può sapere.
Non si può sapere se Roche potrebbe essere ancora un maestro ideale, probabilmente sì; ma chi ti dice che un giovane ex tennista, uno sveglio che conosce bene il gioco e studia la materia, non possa diventare un nuovo ROche? Ti faccio un esempio: non lo conosco di persona, ma molti dicono che (x restare in Australia) Jason Stoltemberg sia una persona molto sveglia, profonda e non banale. Da giocatore è stato un buon tennista, con limiti e pregi. Magari potrebbe esser lui un futuro grande coach, chissà. E come lui molti altri. Perché un Federer dovrebbe per forza andare “sull’usato sicuro” (come potrebbe essere uno Stephanki, altro stimatissimo coach), invece di provare uno Stoltemberg? Darren Cahill ad esempio da giocatore, per problemi fisici, ha lasciato piccole tracce; da coach è uno dei più interessanti. Te lo saresti aspettato? Forse no.
E questo vale non solo per Federer, ma in generale. Provare novità non è mai sbagliato a priori, ma spesso segno di intelligenza e versatilià 🙂

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Alessandro6.9 31-12-2013 12:19

@ barra de boca (#983908)

Su Roche sia tu che Marco siete categorici.
Io penso invece un’altra cosa.
Roche è uno dei tennisti che tatticamente capisce meglio il tennis, ha contribuito a tirar fuori il meglio da tutti i tennisti che ha allenato, ha fatto un miracolo con Rafter (chi lo avrebbe mai immaginato), strategia e filosofia del tennis sono ancora oggi due aspetti del tennis che conosce meglio di tanti altri più giovani.
Su un campo da tennis sicuramente non ci può stare ed è meglio avere un Edberg (tutta la vita) ma come comprensione del gioco è ancora oggi un maestro!! Sarà anche minestra riscaldata, ma è una signora ribollita, piatto forte della cucina toscana 😉 😉 😉
Non ricordo per quale ragione il primo rapporto con Federer si concluse, credo che però quell’esperimento avesse delle basi diverse da quelle per le quali poteva essere impostato

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Alessandro6.9 31-12-2013 12:04

@ marco mazzoni (#983904)

lo farò volentieri, nel frattempo ringrazio per l’ottimo articolo e per le competentissime analisi e sfumature che in ogni articolo ci proponi.

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Mat (Guest) 31-12-2013 00:49

Re Roger vieni sempre a rete usando il Tuo mitico slice back hand, quasi ad insabbiare la palla…. [ Speriamo Edberg spinga questo tipo di tattiche ];Secondo me, potresti anche rivincere Almeno Wimbledon xche’ no…. Basta crederci. Contento x la collaborazione con Edberg. Potrebbe portare dei clamorosi risultati nel senso positivo, che noi tutti super tifosi Dell Esteta del tennis Re Roger vogliamo e ci aspettiamo da Lui. Buon tennis a tutti. Speriamo anche in un ritorno con il botto di Murray, e qualche italiano in più nei top 100.

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Mat (Guest) 31-12-2013 00:48

Re Roger vieni sempre a rete usando il Tuo mitico slice back hand, quasi ad insabbiare la palla…. [ Speriamo Edberg spinga questo tipo di tattiche ];Secondo me, potresti anche rivincere Almeno Wimbledon xche’ no…. Basta crederci. Contento x la collaborazione con Edberg. Potrebbe portare dei clamorosi risultati nel senso positivo, che noi tutti super tifosi Dell Esteta del tennis Re Roger vogliamo e ci aspettiamo da Lui. Buon tennis a tutti. Speriamo anche in un ritorno con il botto di Murray, e qualche italiano in più nei top 100.

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barra de boca 30-12-2013 22:31

Scritto da marco mazzoni
Dimenticavo, Roche no, troppo vecchio ormai anche se gigante del gioco. Spesso i migliori allenatori arrivano inaspettatamente, magari ex giocatori mediocri, quindi imprevedibili.

lo ha preso per abbreviare gli scambi ,per tentare di abbreviarli ,dopo 7-8 scambi roger stecca 6 volte su 10 lo sanno tutti,è un tentativo di giocarsi magari il punto che conta o i punti che contano in una maniera diversa sorprendendo l’avversario,sopratutto quando è in risposta perchè bene o male al servizio dice la sua e ancora molto bene,per me lo ha preso solo per questo per attacchi in controtempo,attacchi improvvisi,la lezione che ha subito da stacosky gli ha insegnato qualcosa fidati.Serv and volley non intendevo dal primo 15 all’ultimo non ce la farebbe mai,ma un paio di punti nel game di risposta si per me è li che agirà magari sui punti giocati sulla sinistra dove risulterebbero decisivi@ Alessandro6.9 (#983876)

roche è bollito ale la minestra riscaldata non è mai buona sia se si è fatto bene o si è fatto male precedentemente

21
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groucho (Guest) 30-12-2013 22:17

Scritto da Ktulu

Scritto da groucho

Scritto da Ktulu

Scritto da Marco
Marco Mazzoni, è possibile scrivere articoli più brevi? Ogni volta ci propini, come direbbe lo chef Bruno Barbieri, dei “mappazzoni”. Senza offesa ma su internet diventa pesante leggere articoli così esageratamente lunghi e prolissi. Io non riesco quasi mai ad arrivare in fondo

Son d’accordo. Non è tanto la lunghezza di per sè, è che sono proprio prolissi…

Certo che aveva proprio ragione nostro signore Gesù Cristo, quando diceva che gettare le perle ai porci…
Vabbè, lasciamo stare.

Non è ammesso il diritto di critica?

Certamente. Come è ammesso il diritto di criticare la critica.
Anche la citazione sui “mappazzoni” denota pochezza. Preciso che il termine “mappazza” è stato coniato da Nino Frassica in un programma televisivo di Renzo Arbore, quando Edberg era ancora uno junior.

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marco mazzoni (Guest) 30-12-2013 22:05

Dimenticavo, Roche no, troppo vecchio ormai anche se gigante del gioco. Spesso i migliori allenatori arrivano inaspettatamente, magari ex giocatori mediocri, quindi imprevedibili.

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marco mazzoni (Guest) 30-12-2013 22:02

@ Alessandro6.9 (#983876)

Ciao Alessandro, grazie del commento 😉 guarda, già dicono che vado lungo 🙂 avrei volentieri ampliato la disamina Edberg – Federer con altri dati tecnici ed evolutivi del gioco, ma non è questa la sede migliore per analisi del genere. Condivido molto di quel che dici su Edberg (era una cosa similare quella che ho omesso) ma con sfumature un po’ diverse. Se sei interessato, scrivimi in privato che ti segnalo una cosa che può intrigarti su Edberg e la evoluzione del gioco, trovi facile la mia email via web sul mio sito 😉

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Ktulu 30-12-2013 21:38

Scritto da Car68
@ Ktulu (#983858)
Non riesco a capire perché dovrebbe essere pesante leggere un analisi un po’ più dettagliata su internet, ok che è il regno della sintesi e della frase fine a se stessa, e arrivo anche a concedere che a qualcuno possa piacere così, ma se ci sono articoli di approfondimento un po’ più ad ampio respiro credo sia solo un bene… Poi se ad uno viene il mal di mare oltre le tre righe lo può tranquillamente saltare…

Ripeto, il problema non è la lunghezza (personalmente sono grande appassionato di baseball e leggo spesso analisi molto lunghe di grande qualità) ma il fatto che per scrivere quei concetti basterebbe la metà delle righe.
Penso comunque che le critiche siano ben accolte dallo stesso mazzoni…

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Stefano (Guest) 30-12-2013 20:29

Grazie Marco per lo splendido articolo, ludico, ricco, pieno di note approfondite ma anche di magia.

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Roby (Guest) 30-12-2013 19:41

A differenza di Djokovic,Federer ha più qualità e tecnica per provare a velocizzare il suo gioco,pero le superfici di oggi non sono molto adatte al serve and volley,il problema principale è questo.

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Car68 30-12-2013 19:39

@ Ktulu (#983858)

Non riesco a capire perché dovrebbe essere pesante leggere un analisi un po’ più dettagliata su internet, ok che è il regno della sintesi e della frase fine a se stessa, e arrivo anche a concedere che a qualcuno possa piacere così, ma se ci sono articoli di approfondimento un po’ più ad ampio respiro credo sia solo un bene… Poi se ad uno viene il mal di mare oltre le tre righe lo può tranquillamente saltare… :mrgreen:

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Alessandro6.9 30-12-2013 19:32

Non so perché ma il nome più convincente che mi viene in mente per allenare Federer è Tony Roche.
Stefan Edberg mi convince poco: Stefan è stato il tennis artistico e sublime (ah già non è un caso il mio avatar con la volèe che più emblematicamente ha contraddistinto il tennis di Edberg), ma allo stesso tempo poco versatile, sebbene in quello che faceva giustamente si sottolineava la percentualità del suo gioco, ottenuta con colpi di sopraffine raffinatezza e bellezza. Però fu un tennista che vinse meno di quello che avrebbe potuto, rispetto alle sue potenzialità e pur con una concorrenza tra le più fantastiche che il mondo del tennis abbia avuto nelle sue varie ere.
E, cosa che sottolineerei, fu il primo tennista di quella generazione a non vincere qualcosa dopo il ’92, segno che il suo tennis non poteva avere l’efficacia e la resistenza del tennis che avanzava (dei vari Agassi, Sampras e lo stesso Becker in fondo)
Edberg oggi non insegna nulla a Federer e le pungolature su cui può incidere non credo saranno basilari per un mutamento nel gioco dello svizzero.
La realtà è che il gioco si è evoluto insieme all’atletismo Nadaliano o Noliano di pari passo con i materiali. Per non parlare delle modifiche regolamentari su palle e superfici.
Il gioco di Edberg non è riproponibile neanche se il più grande tennista vivente è federer. E questo non è possibile perché tecnicamente il topspin è diventato un colpo essenziale grazie allo studio sulle corde (specialmente) e alla realizzazione di sintetici sempre più perfetti, che premiano un gioco di attesa e di costruzione del punto.
Non so come Federer possa cambiare il suo gioco perché la tendenza è sempre più quella dello scambio prolungato, giocato a ritmi sostenuti e con potenza muscolare e integrità fisica che la carta d’identità non possono restituire.
Sotto questo profilo trovo che sia molto più interessante e sconvolgente il miglioramento di Nadal sull’attacco in controtempo (vera arma devastante di quest’ultimo anno), che le possibilità di cambiamento nel gioco di Federer.
Attendo però la smentita dai fatti e sarei felice di dire che ho sbagliato 😉 😉

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david (Guest) 30-12-2013 19:00

Io vorrei vedere affiancare a Toni Nadal Patrick Rafter come allenatore di Nadal

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Ktulu 30-12-2013 17:57

Scritto da groucho

Scritto da Ktulu

Scritto da Marco
Marco Mazzoni, è possibile scrivere articoli più brevi? Ogni volta ci propini, come direbbe lo chef Bruno Barbieri, dei “mappazzoni”. Senza offesa ma su internet diventa pesante leggere articoli così esageratamente lunghi e prolissi. Io non riesco quasi mai ad arrivare in fondo

Son d’accordo. Non è tanto la lunghezza di per sè, è che sono proprio prolissi…

Certo che aveva proprio ragione nostro signore Gesù Cristo, quando diceva che gettare le perle ai porci…
Vabbè, lasciamo stare.

Non è ammesso il diritto di critica? 🙄

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groucho (Guest) 30-12-2013 17:17

Scritto da Avec Double Cordage
ottima e dettagliata analisi, in controtendenza con l’intervallo d’attenzione striminzito di questi giorni del uatsappa, tagliauno etc.
con i team Lendl Murray, Becker Djokovic, Edberg Federer, Bruguera Gasquet e Chang Nishikori manca solo la cigliegina sulla torta tipo Canè Fognini, Ferrer Muster, Wilander Simon, Berasategui Nadal o Nargiso Pazzovski

Canè-Fognini non sarebbe mica male…
Però se proprio devo sognare, allora sognerei una coppia McEnroe-Fognini…

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groucho (Guest) 30-12-2013 17:10

Scritto da Ktulu

Scritto da Marco
Marco Mazzoni, è possibile scrivere articoli più brevi? Ogni volta ci propini, come direbbe lo chef Bruno Barbieri, dei “mappazzoni”. Senza offesa ma su internet diventa pesante leggere articoli così esageratamente lunghi e prolissi. Io non riesco quasi mai ad arrivare in fondo

Son d’accordo. Non è tanto la lunghezza di per sè, è che sono proprio prolissi…

Certo che aveva proprio ragione nostro signore Gesù Cristo, quando diceva che gettare le perle ai porci…
Vabbè, lasciamo stare.

Per quanto al tema Federer-Edberg vedremo, a me sembra prima di tutto una cosa che fa piacere a loro due. Se poi è solo un’operazione di marketing pazienza, sembra bello però immaginare che i due si stimino reciprocamente e che vogliano provare a fare insieme qualcosa di bello. Io sono scettico sui risultati, lo dico subito, perché i due “robot” sono inaffrontabili, però sono curioso. Certe volte il bene vince contro il male, e due semidei messi insiemi magari possono fare qualcosa per fermare un tennis disumano… 🙂

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Luca (Guest) 30-12-2013 17:05

Bellissima analisi, per me la scelta di Edberg non significa cominciare a fare S&V continuamente, si tratta di applicare qualche correttivo al gioco di Roger, come già detto la strategia sul rovescio, risposte più aggressive e ovviamente schemi d’attacco!!
Non vedo l’ora di vederli insieme che spettacoloooooo

8
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Avec Double Cordage 30-12-2013 16:17

ottima e dettagliata analisi, in controtendenza con l’intervallo d’attenzione striminzito di questi giorni del uatsappa, tagliauno etc.

con i team Lendl Murray, Becker Djokovic, Edberg Federer, Bruguera Gasquet e Chang Nishikori manca solo la cigliegina sulla torta tipo Canè Fognini, Ferrer Muster, Wilander Simon, Berasategui Nadal o Nargiso Pazzovski

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Ktulu 30-12-2013 15:05

Scritto da Marco
Marco Mazzoni, è possibile scrivere articoli più brevi? Ogni volta ci propini, come direbbe lo chef Bruno Barbieri, dei “mappazzoni”. Senza offesa ma su internet diventa pesante leggere articoli così esageratamente lunghi e prolissi. Io non riesco quasi mai ad arrivare in fondo

Son d’accordo. Non è tanto la lunghezza di per sè, è che sono proprio prolissi…

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Marco Mazzoni (Guest) 30-12-2013 13:48

@ Marco (#983808)

ciao Marco, sono approfondimenti, articoli un po’ diversi dal classico taglio “sulla notizia”. Per sviluppare un tema a volte serve spazio, altre di meno (questo non è particolarmente lungo). E’ il taglio da magazine. Spero piuttosto ti interessino 🙂
grazie del commento e buon tennis

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Marco (Guest) 30-12-2013 13:29

Marco Mazzoni, è possibile scrivere articoli più brevi? Ogni volta ci propini, come direbbe lo chef Bruno Barbieri, dei “mappazzoni”. Senza offesa ma su internet diventa pesante leggere articoli così esageratamente lunghi e prolissi. Io non riesco quasi mai ad arrivare in fondo

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Marco Mazzoni (Guest) 30-12-2013 12:10

S&V puro anacronistico, non solo per fisico di Roger ma anche per contesto attuale, come ho scritto.
Però cercare più spesso l’attacco cogliendo l’attimo e raffforzando il colpo di approccio potrebbe essere una soluzione da tentare. Che ha da perdere Federer ormai? Nulla.
Resto anche io dell’idea che sia un tentativo tardivo, ma vediamo.

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l Occhio di Sauron 30-12-2013 11:56

Scritto da barra de boca
scelta sbagliata del maradona del calcio,(ma spero di no) ma per fare s and volley si ha bisogno prima cosa della schiena,tutte le fatiche vanno a finire li e sulle gambe ma in particolare sulla schiena,forse un modo per abbreviare gli scambi non lo so o forse sta meglio di schiena e si sente pronto, sicuramente sarà affascinante vederli insieme. metterà i brividi. caricate tutto su stefanello sentite a me

hai detto bene, ci vuole la schiena per il S&V proprio quello che duole ai vecchietti..

ormai è andata per giocare sul serio in quel modo e detto tra noi oggigiorno non paga neppure.

E’ solo pubblicità, non servirà….!

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barra de boca 30-12-2013 10:45

scelta sbagliata del maradona del calcio,(ma spero di no) ma per fare s and volley si ha bisogno prima cosa della schiena,tutte le fatiche vanno a finire li e sulle gambe ma in particolare sulla schiena,forse un modo per abbreviare gli scambi non lo so o forse sta meglio di schiena e si sente pronto, sicuramente sarà affascinante vederli insieme. metterà i brividi. caricate tutto su stefanello sentite a me

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