Hawk eye: il tennis a 360 gradi – Spotlight su Guido Pella ed Intervista a Filip Peliwo che dichiara: “Non è stato facile il passaggio dal circuito Junior a quello professionistico”

07/10/2013 12:35 4 commenti
Filip Peliwo classe 1994, n.252 ATP
Filip Peliwo classe 1994, n.252 ATP

Abbiamo intervistato il giovane canadese Filip Peliwo (classe 94’), ex numero 1 junior e top 250 nel ranking Atp.

Prima di tutto dimmi qualcosa di te, come mai hai deciso di giocare a tennis? Cosa ti piace fare nel tempo libero? Quali sono i tuoi hobby?
“Il tennis era uno dei tanti sport che mi piaceva praticare quando ero piccolo, ma con il passare del tempo vedevo che mi piaceva più degli altri. Mi divertiva giocare e competere con gli altri. Nel mio tempo libero amo rilassarmi, andare a vedere un film o andare a cena con gli amici. Per quanto riguarda i miei hobby, ho provato a suonare la chitarra ma non ho tempo per suonare abitualmente. Quando avrò più tempo ricomincerò a suonare. Qualche volta provo a visitare le città in cui sono ospite per i vari tornei, ma non ho molto tempo per farlo.”



Ottimo. Ora descrivi il tuo modo di giocare per le persone che non ti hanno mai visto, sei un giocatore difensivo? Qual è il tuo colpo migliore?
“Potrei dire che sono un giocatore a tutto campo. Provo a colpire la palla presto e cerco di essere aggressivo, andando anche a rete se ne ho l’occasione. Detto questo, la difesa è probabilmente una delle mie maggiori forze mentre potrei dire che il mio colpo migliore è la risposta al servizio.”



Hai un allenatore? In cosa ti sta aiutando? Cosa pensi di dover migliorare per essere un giocatore migliore?
“Si ho un allenatore e mi sta aiutando in tutto, cerca di migliorare diverse cose riguardo al mio modo di giocare. Penso di dover lavorare su tutto il mio gioco, ogni cosa ha bisogno di essere migliorata.”



Circa il circuito junior, chi pensi sia il miglior junior in circolazione nel circuito ora?
“Non lo so, troppi giocatori tra cui scegliere”.



È stato difficile per te il passaggio dal circuito junior a quello professionistico?
“Non semplice all’inizio, ma ora sta andando meglio”.



Qual è stata la difficoltà di questo passaggio?
“Stare costantemente su un alto livello di gioco. I tennisti a questo livello sono più solidi e di conseguenza non posso giocare brutti match come facevo nel circuito junior”.



Bene, pensi sia buono iniziare subito con i tornei challenger? O pensi che sia meglio iniziare dai futures? Cosa hai fatto nella tua esperienza personale?
“Sicuramente è meglio iniziare con i futures, bisogna lavorare per alzare la classifica e il livello di gioco. Io ad esempio ho giocato solo un paio di challenger prima di quest’anno”.



Ricordo alcuni tuoi match a Gramby e a Lexington (penso) con la vittoria su Bemelmans che è un ottimo giocatore sui campi veloci. Ti ricordi qualcosa di questo match?
“Si mi ricordo questo match, è stato un match molto strano con molti alti e bassi. Ero avanti di due break nel primo set, poi nonostante ne abbia perso uno sono riuscito a chiudere il set. Nel secondo ero 5-0 e poi mi sono trovato 5-3, rischiando molto ma riuscendo a chiudere lo stesso il match. Lui probabilmente non era molto in forma perché sbagliava molto”.



Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione? Sei felice per questa stagione, ormai quasi alla conclusione? O ti aspettavi di più? Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
“Sono felice, ho raggiunto l’obiettivo di entrare nei top 250 e ora vorrei chiudere l’anno nei top 200. L’anno prossimo vedremo, aspetto ancora questi ultimi 2 mesi”.



Chi è il tuo tennista preferito? Perché?
“Sicuramente Sampras e Agassi, sono stati i primi che ho conosciuto e vederli giocare ha aiutato a incrementare la mia passione per il tennis”.



So che hai raggiunto il secondo turno a Montreal, come è stata quest’esperienza? È stato il primo torneo Atp per te?
“È stata sicuramente un’ottima esperienza, e si è stato il mio primo main draw in un torneo del circuito maggiore”.



Qual è stato il miglior match giocato da te fino ad ora?
“Non ti saprei dire, ce ne sono diversi”.



E il miglior tennista con cui hai giocato?
“In un match sicuramente Nieminen (Montreal) mentre mi sono allenato con Nadal, Djokovic e Murray che sono tutti amichevoli e gentili”.



Quanto è importante il tipo di racchetta? Se cambi racchetta è difficile giocare? Che racchetta usi?
“Uso una Tecnifibre t fight 305 e sicuramente è importante usare sempre la stessa racchetta in quanto con alcune racchette non riesco proprio a giocare”.



Ok grazie per la tua disponibilità e in bocca al lupo per il torneo di Tiburon.
“Grazie a te!”



Spotlight:
Guido Pella (17 Maggio 1990)

La prima grande svolta nella carriera di Guido Pella ha una data precisa: 1 dicembre 2012. Finale dell’ATP Challenger Tour contro Adrian Ungur nel masterino sperimentale che conclude la stagione. Guido entra alle Finals grazie alle defezioni di Janowicz e Klizan, come settimo degli otto. All’esordio batte Bellucci, poi Ungur e Ramirez Hidalgo nel girone all’italiana, e in semifinale regola Hanescu. In finale ha la meglio una seconda volta sul rumeno al termine di una battaglia di 3 set, di cui gli ultimi due giunti al TB. E’ la spinta che cambia le prospettive.
Pella, che nel 2012 aveva vinto 3 challenger, di cui 2 in Colombia e uno in Brasile, e che era posizionato intorno alla 125ma posizione, guadagna punti pesanti che gli schiudono le porte dei tornei maggiori e gli consentono di guardare fiducioso alla stagione sulla terra europea.

Pella, un anno fa 22enne, mostra con quella inattesa affermazione le sue potenzialità. Da sottolineare che il giovane qualche indicazione sulle sue qualità le aveva date da Junior, vincendo il Bonfiglio edizione 2008 in finale su Goffin, e, due anni prima, vincendo a Milano il torneo Avvenire. I primi anni di professionismo sono privi di soddisfazioni, con una gavetta dura come soltanto quelle sudamericane sanno essere.

Il 2012 come detto è l’anno in cui Pella dimostra di essere un giocatore vero. 4 vittorie complessive, salto dalla 346ma posizione all’ingresso nei top ten (n.97) e aspettative eccellenti. Il 2013 però non porta quei miglioramenti auspicati e nonostante l’eccezione della semifinale 250 di Dusseldorf, persa contro l’amico Pico, che lo porta al n. 75 del mondo, non seguono altri risultati.
Ritornato oltre la 100ma posizione, Pella ha ripreso la programmazione challenger, andando a vincere questa settimana con autorevolezza e facilità estrema il 4° torneo di San Paolo del 2013. Suo quinto successo in carriera.
Pella ha doti di combattente. Fisico ben strutturato e movenze tipiche del giocatore formatosi sulla terra. Fondamentali validi, con un dritto predominante e molto incisivo. Nei pressi della rete difende bene, ma non è certo un tennista di volo, seppure il tocco non gli manchi. La verità è che se ne ha occasione i punti li chiude prima con colpi di sfondamento. Quello che piace di lui è il temperamento indomito e coraggioso, bussare alla porta di Bellucci, sconfitto in casa sua lo scorso anno nel round robin del masterino e in rimonta, per avere conferma.
Se Delbonis quest’anno è esploso, non è escluso che il prossimo fighter argentino pronto a reclamare gli applausi e le attenzioni sia proprio Pella.



Finale nobile per il challenger belga di Mons, appartenente alla categoria superiore, con i suoi 106,500 euro di montepremi e ospitalità, dove per tutto il torneo si è assistito a uscite di scena premature dei tennisti di punta, specie di coloro che con le caratteristiche di brillantezza, avrebbero fornito un valore aggiunto alle fasi intermedie.

Fuori quindi Kukushkin, Stakhovski, Darcis, Bemelmans, De Schepper, Copil, Kamke, Berankis e via dicendo, già dagli ottavi. Mathieu si salva nei due turni di’apertura, prima di incontrare Gicquel. Ungur macina Stakhovski, nella superficie dove non si immagina che possa vincere, per poi cedere con Stepanek.
Quest’ultimo e Sjisling arrivano in finale, e capaci come sono di proporre tennis di alta scuola sul veloce greenset indoor, non ci mettono molto ad accendere il match. Bastano pochi punti per immergersi in un match avvincente, la cui caratura tecnica, sarà evidenziata dall’impressionante numero di vincenti.
Sjisling un anno fa era vincolato al circuito challenger da una classifica vicina ai top 100. Quest’anno la sua maturazione è stata portata definitivamente a termine, così che i risultati lo hanno iniziato a premiare. La qualità del suo gioco si è elevata, specie al coperto mostra notevole efficacia, grazie a variazioni di ritmo eccellenti e a ottime scelte di gioco aggressivo. Le volèe per lui non sono mai state un problema.
Di Stepanek non si sa più quante giovinezze abbia passato, le due settimane di challenger, disputati con l’entusiasmo del 20enne (avrà influito la bella Petra al suo perpetuo ringiovanire?) lo hanno riportato allo stato di grazia dei suoi anni migliori. Un mese fa in Coppa Davis ne abbiamo avuto prova. Dopo la vittoria di Orleans su Leonardo Mayer, la sua settimana in Belgio è stata ancor più convincente. Semplicemente diabolico quando il braccio lo assiste nelle traiettorie fantastiche e con le maestose angolazioni da biliardo. E’ un gran vino Stepanek, quelli da millesimo, che si gusta appieno con la stagionatura.
Come detto la finale è straordinaria per qualità tennistica, con punti strepitosi, come una palla break annullata nel primo set da Sjisling sul 30-40 3-4, quando dopo vari tentativi di aprirsi il campo Stepanek si inventa una palla corta a cui seguono colpi da tennistavolo con pallonetti, veroniche, recuperi, palla corta, allunghi, pallonetti incrociati e smash conclusivo sulla linea laterale dell’olandese. Uno dei tanti superbi punti del match. Sjisling alla fine capitola in due set, quando i micidiali angoli di Radek diventano sempre più stretti e sfiancanti.
Stepanek festeggia due settimane di tennis sontuoso e 250 punti, buoni per la classifica, che torneranno utili il 2013, quando andrà per il 36esimo anno d’età. Lunga vita a un Radek così.

Challenger Mons- Cemento- 106.500$- Semifinali e finale:
Stepanek b. Gicquel 64 61
Sijsling b. Beck 64 57 6

Stepanek b. Sijsling 63 75



Non erano pochi i temi del torneo californiano di Sacramento: un Donald Young atteso all’ennesima prova del nove nell’anno e nella carriera, dopo la bella vittoria nel valle dei vini la settimana scorsa; l’orda australiana decisa a sfruttare i tentennamenti dei giocatori di casa con Ebden in forma, Groth, Mitchell, con il double “k” under 19 a fare da outsiders; Kudla, Williams, Klahn, Johnson, Alex Kuznetsov, Smyczek, attesi nei tornei più favorevoli alle loro caratteristiche, sebbene tutti reduci da un anno estremamente faticoso. Dunque, tanti davvero gli spunti per questo interessantissimo 100k.
I piatti forti arrivano subito negli ottavi. Un prelibatissimo Kyrgios – Kokkinakis mostra un tennis fresco e altamente qualitativo. Tre set intensi con Kokkinakis che si lasciava preferire nelle prime due frazioni, ma con l’unica pecca di non riuscire a chiudere il match. Esaurita la carica mentale, lo scoramento per le occasioni perse produceva un set finale scarico. Nei quarti Kyrgios esprimeva un tennis maturo, piegando Klahn con due tie break nel primo e nella terza frazione.
Jarmere Jenkins, atleta americano di colore, stupiva con il suo gioco brillante e molto spettacolare. Serve and volley e colpi definitivi ogni volta che entrava nel rettangolo pitturato, lo portavano fino alle semifinali. La due partite contro Evans e Ebden sono due gioellini di piacevolissima arte tennistica. Ma Young quando è ispirato si dimostra inarrivabile per gli schemi sincopati di Jarmere.

Tim Smyczek, dopo una lunga serie di risultati non all’altezza trova una condizione che migliora nel corso dei giorni. Spezza la resistenza di Bobby Reynolds negli ottavi, gioca due set complicati con Groth, prima di stroncarlo al terzo, travolge Kyrgios in semifinale soltanto dopo aver annullato 7 palle break su 8 nel primo set e aver trasformato le uniche due avute. Kyrgios cede senza essere aiutato dal servizio, dove con la prima perde il 49% dei punti.
Donald Young da due settimane gioca un tennis regale. Il titolo conquistato a Napa lo testimonia. Aggiungiamo che la striscia di vittorie pare costruire un principio di continuità, vero tallone d’Achille per il mancino di Chicago. Le 4 vittorie, che lo portano in finale senza perdere un set, sono il riscontro di un tennista ritrovato. Ma si sa: anche il più smaliziato dei tifosi ha imparato a non illudersi delle fiammate di Donald.
In finale arrivano Young e Smyczek. La settimana di Napa l’incontro tra gli stessi protagonisti si era concluso con due set veloci vinti da Young (6-3 6-2). A Sacramento la musica è parzialmente diversa, ma l’esito non cambia. Scappa 5-3 Smyczek che serve per il set sul 5-4. Young reagisce con un parziale di 7 giochi a zero e passa a condurre 7-5 3-0. Viene raggiunto sulla parità, fino a che Young fugge per lo sprint finale. 7-5 6-3. Young vince il terzo challenger della stagione, e, cosa che più conta, si appresta ad entrare nell’ultimo scorcio di stagione con una forma che lo può portare lontano. I top 100 sono di nuovo là ad aspettarlo.

F: (8)Donald Young (USA) d. (2)Tim Smyczek (USA) 75 63

SF: (8)Donald Young (USA) d. (WC)Jarmere Jenkins (USA) 62 62
SF: (2)Tim Smyczek (USA) d. Nick Kyrgios (AUS) 63 61



A San Paolo si disputa il consueto challenger sudamericano da 35.000$ con la vittoria dell’argentino Pella che conquista il torneo lasciando un solo set a Sousa, dopo essere stato avanti in quel match 62 41. Compimenti anche all’argentino Arguello che conquista la seconda finale consecutiva e si conferma uno dei giocatori più in forma nell’ultimo periodo e più attesi per la prossima stagione. Delusione per la testa di serie numero 1 Kavcic, uscita ai quarti contro Dutra da Silva, per l’olandese De Bakker (uscito con Arguello) e per il colombiano Gonzalez (uscito contro Sousa). Tra i giovani segnaliamo i quarti di finale del brasiliano Monteiro, giustiziere di Elias.

Challenger Sao Paolo-35.000$-terra rossa- Semifinali e finale
Arguello b. Dutra da Silva 76 62
Pella b. Sousa 62 46 61

Pella b. Arguello 61 60


Alessandro C.
Daniele Sforza


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4 commenti

Alessandro6.9 07-10-2013 18:42

Bella, bella davvero l’intervista a Peliwo.
Daniele bravo… 😛 😛 😛

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messi 07-10-2013 15:41

Scritto da guidoyouth
ma fino a ieri peliwo non giocava con wilson?

lui mi ha detto così 😉

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guidoyouth (Guest) 07-10-2013 15:37

ma fino a ieri peliwo non giocava con wilson?

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Pato 07-10-2013 14:47

Bel giocatore Peliwo e considerazioni sul passaggio nel mondo pro che dovrebbero far riflettere sui nostri giovani. Bravi ragazzi, solito ottimo lavoro

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