Hawk eye – il tennis a 360 gradi: Spotlight su Jiri Vesely

16/04/2013 11:25 9 commenti
Jiri Vesely classe 1993, n.163 del mondo
Jiri Vesely classe 1993, n.163 del mondo

Settimana parecchio contrastata quella trascorsa a Itajai, Brasile, Stato di Santa Catarina. Il maltempo ha imperversato per quasi tutti i giorni del torneo e ha costretto gli organizzatori ai salti mortali per portare a termine il programma entro la canonica giornata festiva domenicale.
Con le piogge tropicali a spazzare il circolo e annessi allagamenti dal lunedì, è a intermittenza anche l’annunciato straming del torneo. I quarti sono praticamente invisibili, specie per ciò che di interessante fino ad allora era emerso, ossia lo slovacco 19enne Kovalik, i ventiduenni Diez e Michon e il croato di 24anni Mektic, che vengono fatti trasmigrare in altri campi non coperti da immagini televisive. Ci vogliono 48 ore per completare il programma dei quarti, perché al venerdì Dutra Silva e Gastao Elias abbattono le resistenze dei malcapitati Andreozzi (6-2 6-2) e Giner (6-2 6-1) in circa un’ora, prima che gli acquazzoni arrivino puntuali a rovinare gli ultimi due quarti. Diez e Michon riescono a tagliare il traguardo dei due set, ma dopo il primo gioco del terzo, break di Diez, arriva l’improvvida interruzione. Kovalik e Mektic, non giocano neanche un punto.
Al sabato si spera in una schiarita almeno per il tardo pomeriggio. Avviene che a stento si chiude il terzo quarto, l’ultimo set tra Diez e Michon con vittoria del canadese sul francese con un set veloce, mentre nel frattempo Kovalik e Mektic scendono in campo per il loro match. Tra una sospensione e l’altra si giunge alla conclusione con la vittoria di Kovalik al terzo set. Diventa tardi però per consentire il riposo al giovane slovacco e per far giocare le due partite di semifinale in contemporanea. Si opta per il rinvio di entrambe alla mattinata della domenica, con finale da disputare a pomeriggio inoltrato.

Domenica, finalmente il sole; che consente di ritrovare lo streaming. Dutra Silva irrompe in finale lasciando un solo gioco ad un irriconoscibile Gastao Elias, mentre Kovalik lotta tre set contro un Diez mai domo.
Kovalik impressiona, parte dalle qualificazioni, batte il portoghese Machado agli ottavi in due set senza interferenze e rischi, perde il primo set contro Pashanski, Mektic e Diez nel primo turno, nei quarti e in semifinale per poi rimontare nei successivi, con mirabile solidità e senza mai dare la sensazione di andare in apnea. E mostra un tennis estremamente valido.
Poi in finale, dopo aver strappato il primo set, cede alla distanza al cospetto dell’esperto brasiliano, presumibilmente a causa di un calo nella tensione e in evidente riserva di energia. Ciò non toglie che nella settimana di Vesely un’altro giovane fortissimo è pronto a decollare nel circuito professionistico. Probabilmente la sconfitta di Quinzi nelle qualificazioni di Salinas, aveva più di una ragione per poter essere spiegata…
Dutra Silva vince con la maturità e con la combattività che ha sempre contraddistinto le sue prestazioni. Per il quasi ventinovenne di San Paolo è il quarto successo Challenger in carriera.

CHALLENGER ITAJAI ($35,000+H, terra) – SEMIFINALI E FINALE
(1)Dutra S. b Elias(3) 6-1 6-0
(q)Kovalik b Diez 4-6 6-1 6-3
(1)Dutra b Kovalik(q) 4-6 6-3 6-1

In questa parte primaverile di stagione troviamo diversi tornei in Messico, il più importante tra questi è il torneo di Guadalajara ($100.000). Guadalajara, città del Messico centrooccidentale, è situata a 1561 metri sopra il livello del mare ed è una delle città più importanti del Messico. Attirati dal prize money e dalla possibilità di fare punti facili nel circuito challenger troviamo due top 100, quali Lu (74) e Becker (95) e altri tennisti in grado di competere per la vittoria ( l’ultimo giocatore ad entrare nel tabellone è stato il ceco Hernych,numero 253). L’americano Alex Bogomolov, naturalizzato russo dal 2011 per avere la possibilità di giocare la Coppa Davis, si è aggiudicato non senza difficoltà il torneo. Il russo, best ranking n.30 nel 2011, ha attraversato un 2012 difficile (è uscito dai top 100) e ha iniziato il 2013 con tanta voglia di tornare ai fasti di due anni fa. Ad inizio stagione si è qualificato per il primo torneo dello slam, Australian Open, ed è uscito sconfitto contro lo sfortunatissimo Brian Baker in 5 set; successivamente si è dedicato al circuito challenger per risalire la classifica raggiungendo i quarti a Maui (sconfitto da Zverev) e uscendo al primo turno a Dallas contro l’ucraino Molchanov.

Ha deciso di rimanere in America e ha disputato i vari tornei Atp americani uscendo al terzo turno di qualificazioni a San Josè, al primo turno a Memphis, al primo turno di quali a Delray Beach e al primo turno anche nel Master 1000 di Indian Wells. In questo mese finalmente sono arrivati i risultati con un quarto di finale a Leon e appunto la vittoria a Guadalajara. Alex ha perso un set in tutti gli incontri disputati nel torneo(eccetto durante il primo turno in cui Wang si è ritirato sul 5-1 del primo set), battendo giocatori come Lu, Mannarino e Ram in finale. Quest’ultimo non riesce a trovare continuità nei risultati dopo il buon inizio di stagione costellato dal secondo turno agli Australian Open e il primo turno dopo le quali a Chennai. Da segnalare le ottime prestazioni di giocatori come Munoz de la Nava e Pospisil. Il primo nonostante la testa di serie numero 7 era sfavorito per il passaggio ai quarti a causa della superficie ma è riuscito a battere in tre set due promesse del tennis australiano quali Barton e Smith. Il canadese reduce dalla Davis non ha sentito né stanchezza né cambio di superficie ed ha raggiunto le semifinali battendo giocatori del calibro di Hernych, Reynolds e Chiudinelli pericolosissimi su queste superfici.

Nella settimana appena trascorsa il circuito Atp faceva tappa a Casablanca e a Houston, in una settimana che non poteva non essere interlocutoria data la sua posizione nel calendario. I giocatori migliori del circuito, alcuni di loro reduci dalle fatiche della Davis, altri in preparazione per la stagione sul rosso, hanno di fatto disertato i primi due appuntamenti sul rosso; il risultato è stato vedere due tornei con tabelloni molto aperti nei primi turni, in cui si è dovuto aspettare il sabato per vedere partite di qualità.
A Casablanca si è imposto Tommy Robredo che è così tornato a vincere un torneo Atp dopo più di due anni in un torneo snobbato dal pubblico: non si è mai registrato il tutto esaurito e molti incontri sono stati praticamente giocati senza pubblico.
Tra le sorprese della settimana non può mancare la menzione per il vincitore del torneo che ha battuto le prime due tds del tabellone, mostrando a sprazzi il tennis che lo ha portato nella top ten del circuito nel recente passato. Con grande esperienza e nervi saldi, Robredo ha dimostrato di saper gestire meglio del suo avversario Anderson i momenti caldi dell’incontro e soprattutto ha fatto valere la sua proverbiale grinta e l’umiltà del campione che rendendosi conto delle qualità dell’avversario, ha deciso di essere più attendista.

La tattica dello spagnolo ha pagato nell’arco dei tre set: la mancanza di continuità di Anderson non ha infatti permesso al tennista sudafricano di vincere il suo primo titolo su terra battuta, anche se il bilancio della settimana è indubbiamente positivo dato che ha dimostrato di poter essere competitivo anche sul rosso. Il momento decisivo dell’incontro è stato senza dubbio il mancato break conquistato da Anderson nel quinto gioco del terzo set e il break subito nel game successivo che ha permesso a Robredo di staccare il suo avversario non solo nel punteggio; gli ultimi tentativi di ritorno del match del sudafricano non sono infatti andati a buon fine nemmeno quando sul 5-3 e servizio, Robredo ha dovuto annullare due palle break con la complicità degli errori del suo avversario, vera costante del match.

Da segnalare le buone prestazioni da parte dello slovacco Martin Klizan, che dopo una brutta partenza nei primi mesi della stagione sembra aver trovato il suo tennis e di Benoit Paire che ha strappato nei quarti un set al futuro vincitore del torneo, mentre la delusione è stata la tds numero 1 Stanislas Wawrinka, apparso lontano dalla sua miglior forma, quella che gli aveva permesso di portare Djokovic al quinto in Australia.
Dall’altra parte dell’oceano, Houston ha ospitato l’unico torneo su terra battuta del circuito che si gioca negli States. Il torneo di Houston, come accade ogni anno, è caratterizzato da giocatori per la maggior parte assidui frequentatori dei campi veloci. In finale a prevalere è stato l’idolo di casa John Isner che ha sconfitto Nicolas Almagro in finale contro pronostico essendo indietro in classifica e soprattutto meno a suo agio sui campi in terra battuta. Per l’americano è stato il primo acuto di una stagione finora piuttosto magra al cospetto della scorsa in cui proprio in questo periodo era stato mattatore nella sfida di Davis contro la Francia in quel di Montecarlo e aveva raggiunto la finale a Houston, arrendendosi a Juan Monaco.

Quest’anno la rivincita della scorsa finale è andata in scena un turno prima e ha vinto il tennista americano, rimontando un set di svantaggio e ritrovando nel corso dell’incontro il suo classico rendimento al servizio.
In finale Isner ha iniziato in sordina, salvo poi recuperare un break di svantaggio ad Almagro ed innalzare il suo livello di gioco soprattutto con il dritto, il colpo che più l’americano ha ritrovato nel corso della settimana. L’incontro è stato molto combattuto con Isner che meglio del suo avversario ha difeso i game di servizio nei momenti chiave, allentando la tensione solo nei primi game di entrambi i set; per Almagro è una sconfitta dura da digerire dato che ha fallito una buona chance per aggiudicarsi un torneo nel quale sulla carta aveva ben pochi rivali. Il tennista spagnolo dovrà ora dimostrare nel master 1000 di Montecarlo di poter essere uno dei principali protagonisti della stagione sul rosso, in un torneo in cui la tradizione è per ora a lui avversa.



Hawk Eye: Spotlight
Jiri Vesely, qualcuno lo ricorderà nel 2010 calcare la terra battuta del Bonfiglio, dove con la tds n.5, raggiunse in finale. A giocarsi il titolo con lui, il russo Biryukov. Vesely, favorito, non avrebbe avuto particolari difficoltà, senonché sul 4-4 del primo set un’improvvisa congestione lo fiaccò. Cercò di restare in campo, di riprendersi, cercando di allungare la partita, nella speranza di allontanare il malessere. Non ci fu verso. Quel pomeriggio era destino che perdesse, dopo averle tentate tutte prima del ritiro sul 4-6 0-3 per Biryukov. Fu il primo lampo del giovanissimo Ceco. Da allora, e tre anni dopo, le potenzialità del ragazzo cominciano ad affiorare, contornate da bagliori di classe sopraffina. Il lavoro e l’allenamento, come lui convintamente crede (segno di maturità) e ama ripetere, hanno creato le basi per una prorompente ascesa (da 289 di inizio anno all’ingresso abbondante nei 200 attuale), oggi certificata dalla settimanamonstre di Mersin.
Che fosse un fenomeno tanti lo avevano intuito e che ilcountdown fosse iniziato era soltanto una questione di attesa, chiara ai più. Oggi il talentuosissimo mancino Ceco si affaccia al tennis che conta con credenziali paurosamente serie e uno staff (il coach Ivanko è lo stesso del team Kvitova) di prim’ordine.
Nei tre anni, dall’esperienza italiana del Bonfiglio, acqua sotto i ponti ne è scorsa: numero uno del ranking mondiale junior nel 2011 e 265 posti guadagnati nel ranking dell’anno (dal 868 al 603), ma ciò che più contava, due finali conquistate negli Slam sul cemento, chiuse con una vittoria (Luke Saville in Australia 6-0 6-3) e una sconfitta (con Golding allo U.S.Open 7-5 3-6 4-6).

Il 2012 è l’anno della programmazione Futures – ne gioca 20 – e degli inviti ai Challenger giocati nella sua terra (4 con wc). L’esordio è con vittoria già in gennaio. Poi un lungo periodo di appannamento, con scarsi risultati e sconfitte ai primi turni. A luglio riesce il primo grande salto di qualità. Da allora gioca 9 tornei di cui quasi la metà vinti (4) e con risultato minimo un quarto di finale. La seconda parte di stagione lo porta al n. 289 del ranking.
Il 2013 è già una strabiliante stagione: 3 futures vinti e passaggio obbligato al circuito Challenger. Il biglietto da visita è aureo: a Sarajevo, su una superficie saponetta, gioca una straordinaria partita con Kavcic, ma al secondo turno esce con Brkic dopo tre set combattuti, di cui 2 chiusi al TB. Il seguito di Mersin è ancora meglio con affermazioni di prestigio contro due ossi duri della terra battuta come Lajovic e Reister e una finale dominata con Greul, giocata con una determinazione e una ferocia nadaliana.
Chi legge penserà che il sensazionalismo sia un artificio linguistico. Ebbene no. Il tennista visto all’opera a Mersin è un portento. Giocatore completo su tutte le superfici (anche con attitudine all’erba), con schemi e solidità già buone; fondamentali eccellenti, con margini di miglioramento nella seconda di servizio (giocata in sicurezza, spesso con kick centrali non del tutto incisivi) e sulle variazioni del rovescio; mobilità laterale e gioco sulle diagonali impressionante per profondità; capacità tattiche da giocatore maturo; dritto tagliente sugli angoli, grazie alle rotazioni dell’arto mancino, che viaggia alla velocità della luce.
Ma ciò che più ha convinto è stata la granitica capacità di concentrazione e la caparbietà temperamentale: in finale contro Greul sul 4-1 del secondo set e servizio si trova l’unica situazione difficile da gestire: due palle break sul 15-40. Serve due ace per andare ai vantaggi e stroncare l’ipotesi di un ritorno del tedesco.
Qualità mentali e stoffa, diremmo, apparse nitidamente, che non possono che essere il preludio di un futuro, che ambisce ad essere quello di un vero campione.


Alessandro C.
Gianni Pagano
Daniele Sforza


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aquarius74 (Guest) 17-04-2013 12:01

@ sasa83 (#829903)

Thiem sì è senz’altro un altro bel giocatore, forse insieme a Vesely e Carballes Baena qulli tra i ’93 che stanno rendendo di più ad oggi, deludente invece finora Kubler, inesistente addirittura quello che sembrava perfino il più forte di tutti negli anni passati e cioè lo spagnolo Boluda-Purkiss

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aquarius74 (Guest) 17-04-2013 11:59

@ Scalio (#830020)

ecco, lui sì che sembrava davvero forte e invece sta stranamente mancando le attese finora

8
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Alessandro6.9 16-04-2013 21:15

@ Scalio (#830020)

Uniche notizie di Stanek risalgono agli AO Junior; forse ti riferisci anche tu a quelle due partite, la seconda persa con Kokkinakis.
E’ strano che da allora non abbia più giocato né a livello futures né a livello junior.
Sul suo website non ci sono news 🙄 🙄

7
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Scalio (Guest) 16-04-2013 15:43

Ottimo e molto competente resoconto. A proposito di tennisti cechi qualcuno ha notizie di Robin Stanek, che non gioca da molti mesi?

6
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Pato 16-04-2013 14:44

veramente un bel prospetto vesely. Pensavo fosse competitivo solo su superifici rapide e invece è cresciuto enormemente anche su terra.
Tosto davvero..e bravi ragazzi

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Losvizzero 16-04-2013 14:42

Impressionante come si è sbarazzato anke di Greul in finale! Può essere senz’altro il suo anno 😉

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sasa83 16-04-2013 14:15

veramente molto bravo jiry, un tennista completo, farà molta strada, è da tempo che se ne parla, ora sta giustamente esplodendo 😉

@ aquarius74 (#829546)
un altro 93 molto forte è thiem 😉

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M_NuS-StylE87 16-04-2013 11:34

Jiri è forte forte….. 😎

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aquarius74 (Guest) 16-04-2013 09:49

Vesely si sta dimostrando decisamente il classe ’93 più forte negli ultimi tempi, quando, invece, a livello junior, probabilmente quantomeno un paio di giocatori si erano dimostrati superiori, parlo dell’australiano Jason Kubler e dello spagnolo Carlos Boluda-Purkiss….entrambi, però, appaiono in grave difficoltà nel circuito professionistico…il primo, sono ormai un paio d’anni che, causa infortunio patito al ginocchio, gioca solo ed esclusivamente sul rosso, con chiare ripercussioni sulla sua possibilità di scalare le posizioni che contano nel ranking…era arrivato intorno al n. 300 del ranking, ma quest’anno, per un brutto inizio di stagione si ritrova ad aver perso circa 200 posizioni attualmente….lo spagnolo, che forse era il vero crack tra i classe ’93 ( a dire il vero soprattutto fino alle categorie under 14 perchè poi, già da junior, aveva in parte deluso), dopo aver raggiunto un best ranking intorno al n. 500 un paio di stagioni fa, non so se causa problemi fisici o per quale altro motivo ha infilato una serie di pessimi risultati per tutto il 2012 e ora, malinconicamente, si trova a giocare addirittura le quali per partecipare ai futures senza neanche riuscire a passarle…è recente una sua sconfitta nelle quali di un future in Egitto contro lo svedese Elias Ymer, classe ’96, ottimo prospetto, ma battuto regolarmente dal nostro Quinzi……..Boluda-Purkiss naviga ora, già da parecchio tempo, oltre la millesima posizione nel ranking e la sua crisi sembra essere senza fine….

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