In marcia verso Istanbul. Chi sarà la favorita?

Sara Errani classe 1987, n.8 del mondo

Con l’ultimo torneo WTA Mandatory della stagione, conclusosi a Pechino domenica 7 ottobre e che ha visto la vittoria di una rediviva Azarenka (sempre più padrona della prima posizione nel Ranking WTA), si è completato il parco delle partecipanti al Masters di Istanbul, che si terrà nella capitale turca nella settimana 23-28 ottobre.

La competizione nata nel 1972 vedrà ai nastri di partenza le migliori otto giocatrici della classifica Race e promette di regalare spettacolo allo stato puro. Come avviene ormai da qualche anno, il Masters si svolgerà con il meccanismo del round robin (due gironi da 4) con le migliori due tenniste qualificate per le semifinali ad eliminazione diretta. Oltre che ingenti somme di denaro, a far gola alle giocatrici sono i punti in palio: da 210 (in caso di tre sconfitte) fino a 1500 in caso di en-plein (5 vittorie su 5). Insomma un bel premio per le protagoniste della stagione che va a concludersi.
In attesa della composizione dei gironi cerchiamo di analizzare il momento di forma e i risultati delle ragazze che si daranno battaglia, fermo restando che il duro finale di stagione e le condizioni che troveranno ad Istanbul potrebbero rovesciare i valori in una competizione che, va ricordato, riunisce al momento le eccellenze del tennis femminile mondiale.

Vika Azarenka (n.1). Non me ne voglia la bella Caroline Wozniacki, qui assente, ma quest’anno la regina della classifica è una vera favorita. Reduce da una stagione coi fiocchi, la bielorussa è partita benissimo (sconfitta per la prima volta dalla Bartoli nei quarti di Indian Wells dopo 4 tornei e 27 incontri vinti di fila) e ha finito in crescendo (finale a Flushing Meadows e vittoria a Pechino e Linz, con in mezzo il ritiro “sospetto” ai quarti di Tokyo). Insomma, un bilancio decisamente positivo con 16 tornei giocati, 6 vittorie (fra cui lo Slam in Australia) e 3 finali (da ricordare quella tiratissima agli UsOpen). Se Serena è in forma è fra le poche, se non la sola, a poterla impensierire, per come gioca e per quanto è sicura di sé in questo momento. Non so quanto sia quotata la sua vittoria ma qualche fiche ce la metterei.

Masha Sharapova (n.2). La donna della Siberia si è scoperta quest’anno imbattibile sulla terra battuta, vincendo a Stoccarda, Roma e Parigi i tre tornei a cui ha partecipato (la terra blu è un esperimento che ha fatto discutere e il torneo di Madrid va considerato, a mio parere, a parte). In terra tedesca ha anche battuto in maniera netta la Azarenka, ma è stato l’unico confronto diretto vinto quest’anno, accompagnato da 4 sonore batoste (Australian Open, Indian Wells, UsOpen e Pechino). Nelle due partite con Serena Williams ha conquistato in tutto 5 giochi (rimediando una figuraccia alle Olimpiadi) e ha perso gli ultimi 8 confronti (non la batte dal 2004). E’ in un momento di forma discreta (semifinale a Flushing Meadows e finale a Pechino) e ha giocato pochino (13 tornei in tutto, appena 3 dopo le olimpiadi), quindi potrebbe essere meno stanca di altre. Il gossip però non la aiuta. La vedo al massimo in semifinale.

Serena Williams (n.3). C’è da chiedersi: parteciperà? E in che condizioni? La domanda nasce spontanea, direbbe qualcuno, visto che nonostante sia riuscita a qualificarsi in ben 10 circostanze, Serenona ha preso parte al torneo “soltanto” 6 volte (campionessa in 2 occasioni). In una stagione che l’ha vista partecipare a ben 12 competizioni (un record visti gli ultimi anni in cui ha combattuto con infortuni a ripetizione), la Williams ha regalato sprazzi di grande tennis e, in alcuni casi, ha dato l’impressione di poter letteralmente dominare dal punto di vista fisico (soprattutto) e tecnico le proprie avversarie. Ha vinto 2 Slam, le Olimpiadi, Madrid, Charleston e Stanford, ma è anche incappata in sconfitte clamorose (Razzano al primo turno del Roland Garros ad esempio). Solo la Kerber fra le presenti è riuscita a batterla quest’anno (non considerando il ritiro con la Li a Roma). Anche se si ripresenterà in campo dopo 2 mesi (ma è abituata a farlo) la vedo favorita per la vittoria.

Agnieska Radwaska (n.4). La più brava (e anziana) delle due sorelle polacche ha avuto un inizio di stagione importante culminato con la finale di Wimbledon persa con la Williams. Poi un vistoso calo di forma, dovuto probabilmente anche a problemi fisici (la differenza fra la giocatrice che ha dominato la Errani a Madrid e quella che è stata dominata dalla Vinci a New York, pur tenendo conto del gioco molto diverso delle due italiane, è stata evidentissima). Molto affidabile negli incontri con giocatrici con classifica inferiore alla sua, quest’anno è parsa davvero in difficoltà quando ha incontrato top10, in particolare nelle partite con la Azarenka (6 ko su 6), di cui probabilmente, visto il suo tennis, soffre la potenza e il fisico. Ha trionfato in 3 tornei (fra i quali spicca il Mandatory di Miami), ma l’ultima volta che ha alzato una coppa è stata a Maggio. Lo squillo di Tokyo (finale persa con la Petrova) seguito dal quarto di finale a Pechino (eliminata dalla Li) lascia aperta qualche speranza di semifinale. Ma non di più.

Angelique Kerber (n.5). La tedesca è stata talmente costante da infilarsi dove la Errani, pur con risultati decisamente migliori negli Slam e nei tornei minori, non è riuscita: la top5 (nella Race). Fondamentalmente è una giocatrice di potenza, ma che non riesce a competere con le prime 3 per la pesantezza dei colpi (ammirevoli i suoi tentativi di diventare una tennista di “tocco”, ma le sue palle corte e soprattutto i suoi colpi di volo sono a volte imbarazzanti, per non parlare degli spostamenti verso la rete). Questo potrebbe spiegare il suo ottimo rendimento nei Premier e nei Premier5, tornei di livello senza dubbio alto ma spesso snobbati (con forfait più o meno velati) dalle bombardiere che occupano attualmente il podio del ranking. Ha comunque quest’anno degli scalpi importanti (ha battuto la Williams, la Kvitova e la Sharapova, anche se da quest’ultima ha rischiato una bella bicicletta qualche giorno fa) ed un bellissimo risultato a Wimbledon (dove è arrivata in semifinale sfruttando però un tabellone che sembrava l’autostrada Bari-Taranto alle 3 del mattino). Sempre in crescita: se trova il sorteggio giusto potrebbe fare anche la sorpresa (semifinale o addirittura finale).

Petra Kvitova (n.6). Chi l’ha vista? La campionessa uscente è scomparsa dal circuito dopo la brillante stagione pre-UsOpen, in cui ha vinto Montreal e New Haven e fatto semifinale a Cincinnati. Prima tanti buoni risultati (2 semifinali e 1 quarto di finale nei primi tre Slam dell’anno) ma nessun grandissimo squillo: probabilmente il 2012 è stato per lei un anno di assestamento dopo l’esplosione nella seconda parte della scorsa stagione ed è riuscita a mantenersi nelle migliori 5 giocando più delle altre top players (17 tornei) e mettendo a frutto gli ottimi tabelloni determinati dal posizionamento come testa di serie. Inoltre il suo bilancio stagionale con le migliori è in rosso. Un po’ pochino (considerato lo stato di forma) per ambire a vincere più di una partita ad Istanbul.

Sara Errani (n.7). E’ vero che esserci è già un grandissimo successo vista la posizione in classifica di inizio anno e bla bla bla… ma Sara c’è (e con entrambe le gambe, visto che ha ripreso già da qualche giorno ad allenarsi a Valencia) e deve giocarsi tutte le sue possibilità. La semifinale agli UsOpen, ottenuta perdendo solo un set al tie-break al primo turno e dominando tutte le partite, deve darle fiducia, anche se la superficie di Istanbul è decisamente più veloce e la forma, giocoforza, non può essere quella di agosto. I risultati con le migliori non sono stati eccellenti, ma ha battuto nelle ultime 2 occasioni e su terreni diversi la Kerber (unico scalpo fra le avversarie del Masters). Dalla sua c’è la fiducia per gli splendidi risultati nei tornei più importanti della stagione (una finale, una semifinale e un quarto di finale negli Slam) e per le 4 vittorie in singolare. Per non parlare della mentalità vincente e degli enormi miglioramenti nel gioco di volo ottenuti grazie al doppio con Robertina Vinci (che aspettiamo a Sofia). Se il sorteggio è buono e la gamba regge può vincere una partita o forse anche due (la Radwaska non è, ad oggi, l’aliena di Madrid). In questo caso significherebbe semifinale. Sperare di più mi sembra un po’ troppo. Per ora.

Na Li (n.8). La cinese ha strappato il biglietto per Istanbul nel torneo di casa, approfittando della sconfitta prematura della generosa Stosur, che forse si era giocata tutto (anche psicologicamente) nella semifinale persa contro la Petrova a Tokyo. Quest’anno ha vinto un torneo (Cincinnati) e perso tre finali (fra cui quella sfortunatissima di Roma con la Sharapova). Negli Slam è stata disastrosa (non meglio che ottavi di finale) ma ha giocato bene soprattutto sul cemento ed è reduce dalla semifinale di Pechino. Il bilancio contro le altre è 8-8 quest’anno e ne ha battute 5 su 7 (le “mancano” Azarenka e Sharapova, ma con Serena il risultato considerato è il walkover di Roma). E’ la mina vagante del torneo: può andare in finale come andare a casa con tre sconfitte.

Insomma… non ci resta che aspettare qualche giorno per goderci l’ultimo evento che consegnerà agli annali l’ennesima stagione esaltante per il tennis femminile italiano. Per quanto riguarda il parco partecipanti del torneo credo non ci si possa lamentare: tutte le tenniste che saranno in Turchia hanno meritato di raggiungere questo traguardo e in campo saranno presenti giocatrici di tutti i tipi e che si daranno battaglia a colpi di bordate (Azarenka, Sharapova, Williams e Kvitova), costanza e applicazione (Kerber ed Errani) e angoli impossibili (Li e Radwaska).

Chi sarà (questa volta) la migliore?

Luca Piemontese